BRINDISI- 11milioni di euro già intascati ma in vent’anni ne avrebbero guadagnati ben 182milioni se la Guardia di Finanza di Brindisi non avesse scoperto l’inganno. Arriva il sequestro preventivo per i 3 megaimpianti fotovoltaici, realizzati , tra Brindisi e San Pietro Vernotico, da sei aziende baresi riconducibili ad una unica società. L’occhio della magistratura si era già fermato sulla società responsabile lo scorso 17 aprile quando i risultati investigativi dimostrarono che gli impianti, tutt’ora funzionanti, erano stati realizzati attraverso la procedura semplificata con la sola DIA. Frazionando i 120 ettari erano stati creati 19 parchi con potenza inferiore a 1mw, bypassando tutti i vincoli paesaggistici e la VIA (Valutazione d’Impatto Ambientale). Questo aveva dato l’opportunità alla società responsabile di accedere ai finanziamenti previsti, 182milioni euro da maturare in 20 anni e di stringere un accordo convenzionale con il GSE (Gestore Servizi Energetici) . In questi mesi la Polizia Tributaria ha appurato che le relazioni tecniche presentate al GSE non rispecchiavano la realtà, in pratica dichiaravano il falso. Da qui il sequestro preventivo equivalente alle somme già indebitamente percepite, 11 milioni di euro su i 182milioni da maturare, a firma del giudice del tribunale di Brindisi Giuseppe Licci su richiesta del procuratore aggiunto Nicolangelo Ghizzardi . Il sequestro equivalente di 11 milioni di euro è stato eseguito sui conti correnti delle aziende, che ammontavano a circa 4milioni e 600mila euro, sulle quote societarie ed a compensazione anche sugli impianti fotovoltaici, il cui valore complessivo è di 180milioni di euro. Due sono le persone iscritte nel registro degli indagati, l’amministratore pro tempore, Giulio Daniele Degennaro, 51 anni di Bari ed il tecnico che si è occupato di realizzare le relazioni al GSE, Michele Corona, 52 anni di Bari. I reati contestati sono falso in atto pubblico, indebita percezione di erogazioni in danno dello stato e responsabilità amministrativa delle società coinvolte.
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Lucia Pezzuto
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