Sequestri di persona e pestaggi, dopo l’attentato a Libardo : “Sono venuti e hanno fatto chiacchere”

BRINDISI- L’escalation di sparatorie e attentati che hanno segnato l’autunno caldo a Brindisi si arricchisce di nuovi episodi raccontati nelle ottanta pagine dell’ordinanza firmata dal giudice per le indagini preliminari, Vittorio Testi. Il 3 novembre scorso un uomo viene prelevato da casa, tre soggetti incappucciati e armati lo costringono sotto la minaccia di una pistola a salire su di un’Alfa Romeo Giulietta. Dopo aver raggiunto una zona isolata dietro il centro commerciale Le Colonne l’uomo viene pestato a sangue con il calcio della pistola e poi dopo essere stato costretto a scendere dall’auto viene gambizzato. La vittima, Antonio Fontò, non denuncia nulla e ne si reca in ospedale : “Ho deciso di non recarmi presso l’ospedale a farmi medicare per evitare ulteriori ritorsioni da parte degli stessi individui”. La violenza su Fontò emerge attraverso una serie di intercettazioni che i carabinieri della Compagnia di Brindisi eseguono nei confronti dei soggetti coinvolti nella faida. Sono sempre le intercettazioni a svelare i contorni dell’agguato ad Antimo Libardo che si consuma lo stesso giorno di quello ai danni di Fontò. Diciannove colpi di kalashnikov vengono esplosi contro il condominio dove abita Antimo Libardo, molti di questi colpi raggiungono il la finestra di un ignaro residente che si trova al piano superiore rispetto a quello di Libardo. Questi raccontando quanto è accaduto a Borromeo dice: “Sono venuti e hanno fatto chiacchere”.

Lu.Pez.

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