BRINDISI- Blitz al canile comunale, i carabinieri mettono i sigilli. Canile in contrada Santa Lucia sovraffollato. Troppi cani nella struttura e opere abusive senza autorizzazioni. I cani erano 586 per un rifugio che ne potrebbe ospitare 200.
Questa mattina i carabinieri del comando provinciale di Brindisi ed i Nas di Taranto con l’ausilio dei funzionari del dipartimento Veterinario Asl durante una serie di controlli presso i vari canili hanno ravvisato una serie di irregolarità all’interno del canile comunale di Brindisi in contrada Santa Lucia.
Le violazioni rilevate sono legate ad alcune irregolarità nella manutenzione e conformità della struttura e soprattutto nella detenzione dei cani. I militari hanno constatato che la struttura ospitava un numero di animali superiore alla capacità ricettiva autorizzata; presentava precarie condizioni igienico sanitarie relativamente alla salubrità degli ambienti in cui venivano ospitati gli animali ricoverati; utilizzava un ricovero per cani realizzato abusivamente e sprovvisto delle prescritte autorizzazioni amministrative.
Ora la struttura è sotto sequestro ma con facoltà d’uso. Nello stesso tempo nel verbale dei carabinieri è stato riportato che “Si da atto che i cani presenti sono in buono stato di nutrizione ed appaiono allo stato visivo privi di malattie.”
Il canile negli ultimi mesi era finito agli onori della cronaca dopo le segnalazioni fatte da alcune associazioni animaliste e dai gruppi di opposizione di centrodestra, che lamentavano le cattive condizioni della struttura e la gestione degli animali. A seguito delle proteste ci fu un sopralluogo dell’assessore al ramo Antonio Monetti che dichiarò il canile in regola con qualche problema strutturale. Salvo poi dopo qualche giorno, siamo al 28 febbraio scorso, registrare un’iniziativa del sindaco di Brindisi Mimmo Consales che attivava le procedure per la rescissione del contratto con l’Associazione Temporanea di Impresa “Brunda-Terraviva” che si occupa del servizio integrato di gestione del rifugio-canile sanitario comunale, sottoscritto il 25 novembre 2013. Insomma a quanto pare tanto in regola non era. Le motivazione alla base della decisione del sindaco si basavano su presunte irregolarità del gestore sulla rilevazione dei dati relativi alle acque dell’ impianto di depurazione.
La rescissione non è stata ancora concretizzata, intanto però oggi ci hanno pensato i carabinieri a sequestrare il rifugio.
BrindisiOggi
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