ERCHIE- “Sei morto”, solo due parole scritte con le lettere di un giornale incollate su un foglio. Nuove minacce per il giovane imprenditore di Erchie Paride Margheriti. All’ora di pranzo suo padre nella cassette dalle lettera ha trovato una busta bianca, indirizzata a suo figlio con tanto di nome e indirizzo, all’interno c’erano scritte solo due parole “Sei morto”, composte con fogli di giornale. La lettera era stata recapitata poco prima dal postino. Il padre del ragazzo ha preso la busta intorno alle 13,45. Ennesimo messaggio all’ex titolare di un’agenzia di assicurazioni e finanziamenti ad Erchie, costretto a chiudere baracca dopo essere rimasto vittima dell’usura. Margheriti a luglio scorso aveva ricevuto una busta con all’interno una cartuccia di un fucile. A settembre scorso invece fu incendiata la sua auto sotto casa.
Anche questa volta l’ex imprenditore ha raccontato tutto ai carabinieri, è rimasto sino a tardo pomeriggio presso la caserma della compagnia di Francavilla Fontana.
Margheriti lo scorso anno aveva denunciato due persone per usura e racket. L’uomo aveva raccontato ai carabinieri di aver ricevuto da due uomini un prestito di 10 mila euro, ma in meno di due anni questi si erano fatti restituire 65 mila euro, ottenendo anche la consegna di Audi A3. Le minacce avevano colpito anche i familiari della vittima. A seguito di questa denuncia e di riscontri nell’autunno del 2012 i carabinieri di Francavilla Fontana arrestarono Gianfranco Mezzolla, 45 anni di San Pancrazio Salentino, e Angelo Librato, 32 anni di Mesagne. Entrambi poi tornati liberi.
Al fianco di Margheriti è scesa in campo l’associazione Antiracket, il giovane da tempo organizza iniziativa per sensibilizzare gli imprenditori sull’argomento. Solo qualche settimana fa aveva organizzato ad Erchie un dibattito sulla legalità con gli studenti.
I carabinieri sono da tempo a lavoro per ricostruire tutti i tasselli. Ormai Margheriti ha ricevuto ogni genere di minaccia. La sua famiglia è spaventata, il timore che qualcuno possa fargli del male ormai è più che fondato.
Lucia Portolano
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