– BRINDISI- Lo aveva incontrato e minacciato prima a palazzo Nervegna erano le 15,30 circa, voleva le carte della malattia di suo figlio che aveva consegnato al sindaco che gli avrebbe promesso un posto di lavoro (così ha riferito), poi la sera lo ha seguito sotto casa, lo avrebbe anche chiamato “Mimmo” ma lui non si sarebbe voltato, successivamente si era allontanato restando per qualche ora in un circolo al rione Commenda, infuriato è tornato in viale Belgio dove era parcheggiata l’auto di Consales, la rabbia ha preso il sopravvento e con della carta e della plastica che aveva in macchina ha dato fuoco con un accendino sulle ruote.
Tutto ripreso dalle telecamere. Gli agenti della Digos, diretti dal vice questore Vincenzo Zingaro, ricostruiscono il pomeriggio e la sera del 3 novembre scorso quando viene incendiata l’auto del sindaco di Brindisi e identificano e arrestato il presunto attentatore Alessandro D’Errico, 39 anni brindisino. Tanti tasselli che alla fine si sono incastrati tanto che l’uomo non ha potuto che confessare tutto. I poliziotti hanno visionato ben 20 telecamere da palazzo Nervegna al quartiere Bozzano, e controllato i tabulati telefonici.
D’Errico è finito ai domiciliari per atti persecutori aggravati qundi per stalking e per danneggiamento aggravato.
“sei buono solo a chiedere voti durante le elezioni… sei un pezzo di m….ti faccio vedere io….., ed ancora, avrei fatto bene ad ucciderti l’altra volta…prima o poi te la farò pagare”. Questa la minaccia che D’Errico avrebbe fatto al sindaco nel pomeriggio del 3 novembre, l’uomo si sarebbe recato intorno alle 15,30 a Nervegna aveva con se un bastone e aveva fermato Consales. A riportare le frase è stato il vigile urbano che era di turno.
L’uomo sarebbe stato incastrato dal suo abbigliamento, in particolar modo da un cappello bianco e lo scalda collo, poi ritrovati nella sua abitazione.
Lo stesso Consales aveva fornito agli investigatori alcuni elementi , aveva detto il nome dell’uomo anche se sbagliato. Ma solo grazie al lavoro investigativo gli agenti sono riusciti a trovare elementi di prova.
D’Errico ha riferito di aver approfondito la sua conoscenza con Consales durante la campagna elettorale quando si era impegnato per lui. “Mi sono impegnato con i sindaco perché gli ho trovato un garage dove abbiamo installato un comitato elettorale, ubicato a Sant’Elia. Il proprietario me lo ha affittato per 300euro, pagate dal sindaco. Mi ero impegnato perché lui mi ha promesso di trovarmi un posto di lavoro perché ero disoccupato”.
Il 39enne ha più volte contatto Consales al telefono, più volte era andato a trovarlo : “Mi diceva che si stava impegnando per trovarmi un posto. Alla fine ha cominciato a rinviare gli appuntamenti. Gli ho anche consegnato dei documenti di mio figlio che attestavano la sua patologia come supporto a trovare lavoro”.
D’Errico dice che il pomeriggio del 3 si era recato a Nervegna proprio per chiedere al sindaco la restituzione di quei documenti.
L’uomo disoccupato è padre di tre figli.
Consales ha detto di aver conosciuto il 39enne quando era giornalista, di averlo incontrato presso un comitato elettorale, poi lui sarebbe andato più volte a trovarlo illustrandogli la sua situazione famigliare, e il sindaco avrebbe risposto dicendogli che avrebbe chiesto l’ intervento dei servizi sociali. Incontri prima pacifici poi trasformati in minaccia, tanto che una volta-avrebbe raccontato Consales- D’Errico si sarebbe presentato con una pistola nascosta sotto il giubbotto.
D’Errico ha confessato di aver incendiato l’auto al sindaco, ma ha anche detto che non avrebbe voluto distruggere la vettura ma solo danneggiare le ruote.
Il procuratore capo della repubblica di Brindisi Marco Dinapoli ha parlato di un gesto isolato mosso da un movente personale, di un uomo che ha visto mancare le sue aspettative per il lavoro. “Nessuna organizzazione criminale- ha detto Dinapoli si è trattato di un gesto isolato”.
La scorta, di quarto livello, per il momento al sindaco resta. Il provvedimento è stato assunto dalla prefettura in sede di comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza, “Si tratta di una scorta di quarto livello- ha spiegato oggi in conferenza stampa il questore Gentile- adottata dopo non solo l’incendio all’auto dei sindaco, ma anche per alcune vessazioni che aveva avuto in passato, quando già a gennaio 2014 ho assunto il provvedimento di ammonizione nei confronti di un disoccupato brindisino che durante un incontro a palazzo Nervegna aveva gettato dell’alcool sulla scrivania e aveva minacciato di darsi fuoco. Lo stesso sindaco ha raccontato di aver ricevuto altre minacce”.
Foto Gianni Di Campi
Lucia Portolano
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