BRINDISI- Torna l’appuntamento con il Teatro, dopo il gran successo con “Sogno di una notte di mezza estate”, al Verdi di Brindisi, venerdì 26 e sabato 27 ottobre, va in scena lo spettacolo “Senza confini. Ebrei e zingari” con Moni Ovaia. Un lungo cammino in parallelo tra la storia degli ebrei e quella dei Rom. «Per duemila anni – spiega l’artista – ebrei e Rom sono stati popoli senza terra, hanno mostrato al mondo che si può essere popolo senza bisogno di confini, burocrazia, eserciti, barriere e proprio per questa loro proposta straordinaria sono stati destinati allo sterminio. Poi qualcosa è cambiato: gli ebrei sono entrati nel salotto buono, hanno scelto una terra da abitare, una nazione. I Rom invece no, e quindi su di loro gravano ancora pregiudizi e discriminazione». Moni Ovadia conduce da tempo una battaglia contro le discriminazioni etniche e il razzismo. Nello spettacolo muove dai crimini subiti dagli ebrei e arriva presto ad associare a questo popolo quello di Rom e Sinti che, forse, hanno sofferto persecuzioni ancor più crudeli e lontane nel tempo. Questo recital, fatto dei ritmi incalzanti delle sonorità zingare e barzellette ebraiche, vuole così dar voce soprattutto al “popolo degli uomini” (in lingua romanes Rom significa “uomo”) che fatica a trovare vera accoglienza in Europa. La musica e il teatro civile provano allora a scardinare conformismi e manifestare la dignità di ogni singolo essere umano e di ogni gente. Sul palco il cantore di Filippopoli e la “Moni Ovadia Stage Orchestra” – di cui fanno parte anche musicisti Rom di nazionalità rumena – portano in scena la loro cultura e la loro gente. Un’opera teatrale originale e senza confini fatta di memorie e di grandi emozioni.
BrindisiOggi
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