Scuole chiuse, migliaia di docenti in piazza: lo sciopero riesce

BRINDISI – Scuole chiuse, migliaia di docenti in piazza: lo sciopero riesce.

Come mai era accaduto in passato, lo sciopero generale indetto per la giornata di oggi è stato forse il più partecipato e condiviso.

sciopero scuola bariIl merito di un simile successo sarebbe da addebitare disegno di legge con cui  il Governo Renzi prevede di cambiare il mondo della scuola: un esempio fra tutti, escludendo la collegialità di docenti e dirigenti per la programmazione del POF (Piano di offerta formativa), che sarebbe ad esclusivo appannaggio del dirigente scolastico.

Le piazze italiane si sono infiammate di striscioni e slogan, ma soprattutto con la partecipazione attiva di docenti e studenti: unico caso dal 2008, nei cortei contro il ddl Buona Scuola, sono scese unite come una volta, sette sigle sindacali che si occupano di istruzione.

Lo sciopero è talmente riuscito che la stragrande maggioranza degli istituti scolastici della provincia di Brindisi non hanno aperto perché l’adesione ai cortei si preannunciava già massiccia.

Scuole materne, primarie, medie inferiori e superiori: tutti uniti contro la Buona scuola renziana.

scuola-scioperoDiverse le città che hanno visto l’invasione di docenti e studenti: Roma, Milano, Torino, Bologna, Palermo, Parma e Bari, dove si sono radunati in 20mila da Puglia, Basilicata e parte della Calabria.

“La partecipazione è stata massiccia, e non solo da un punto di vista numerico – ha dichiarato Rosa Savoia, delegata CGIL per la Scuola – ma soprattutto per la partecipazione attiva: oggi abbiamo vissuto una bellissima giornata di democrazia. Tra di noi non c’erano né squadristi, né gente che non crede nella scuola italiana, anzi: eravamo tutti uniti perché crediamo nelle norme per una scuola democratica.”

“Questo disegno di legge nasce su un presupposto sbagliato, basato sull’accentramento dei poteri nelle mani di un dirigente/manager, che deve decidere tutto da solo, senza più condividere con i docenti. – aggiunge la Savoia – Manca la collegialità, spirito tangibile che in questo disegno di legge è latitante. Si lede quello che è il lavoro di squadra, quel team per cui l’istruzione italiana è conosciuta e si distrugge il principio di democrazia da sempre parte integrante della nostra scuola. E non siamo solo noi a lamentarci delle prospettive: molti erano oggi i dirigenti che hanno deciso di scioperare accanto ai propri docenti, segno che questo tipo do impostazione non sta bene nemmeno a loro.”

I cortei sfilati nelle principali città italiane sono la dimostrazione della mancanza di condivisione di un disegno di legge che non collabora con la scuola. “Guardandoci oggi negli occhi, ci siamo detti che la storia è appena iniziata, e se non avremo le risposte che chiediamo, allora insisteremo, coinvolgendo nelle nostre proteste anche le famiglie degli studenti: tutto questo si fa per dare alle future generazioni una garanzia di scuola democratica.”

Agnese Poci

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