Scuole in autogestione, gli studenti: “Le istituzioni non ci ascoltano”- video interviste

Snim 2024

BRINDISI- Scuole autogestite, giornate di riflessione e confronto dai tagli all’istruzione al caro libri, dall’edilizia scolastica ai trasporti pubblici. Il decreto-scuola, denominato “l’istruzione riparte”, approvato lo scorso 9 settembre dal Consiglio dei ministri e adesso in Parlamento per la conversione in legge, è considerato dagli studenti “assolutamente insufficiente”. Da qui la convinzione che una presa di posizione forte possa in qualche modo scuotere la politica.

In attesa della mobilitazione nazionale del 13 dicembre i ragazzi delle scuole superiori,  qui a Brindisi, hanno intrapreso i loro percorsi di mobilitazione.

Ogni giorno così hanno deciso di approfondire un tema specifico tra le rivendicazioni che presentano all’amministrazione comunale: oggi puntano  i riflettori sulla questione del caro libri.

“Ogni anno gli studenti di tutto il paese si ritrovano a sostenere spese esorbitanti per acquistare libri di testo- dicono- Sempre più spesso le case editrici cambiano edizione per indurre all’acquisto di libri di prima mano e non esiste un sistema strutturato di investimento che accompagni lo studente durante tutto il periodo della sua formazione, slegandolo dalle condizioni economiche della famiglia di provenienza, permettendogli così una totale emancipazione e contrastando la dispersione scolastica (nella nostra provincia a uno dei tassi più alti, 21%).

Quello del costo dei libri è quindi la prima barriera d’accesso allo studio”.

Ora la proposta degli studenti, esposta già lo scorso  11 ottobre al vice sindaco, Enzo Ecclesie, è un progetto di comodato d’uso comunale.

“Questo- spiegano- comporterebbe l’interessamento di tutti gli istituti superiori della città, e può essere finanziato senza il dispendio di troppe risorse, reindirizzando i soldi dei “buoni scuola” (unico strumento oggi presente per aiutare le famiglie in difficoltà economiche, ma che si rivela essere misero in confronto alle spese da affrontare e per il quale non vi è alcun rintracciamento circa l’effettivo uso che viene fatto della somma)”.

“Il sistema del comodato- proseguono gli studenti-  a nostro avviso allargherebbe di molto la sfera dei beneficiari e renderebbe sicuramente minore il problema, portando una rapida soluzione a uno dei più grossi problemi delle famiglie italiane riguardo l’accesso all’istruzione pubblica”.

Oggi siamo stati nell’istituto superiore Carnaro e nell’ istituto superiore De Marco Valzani di Brindisi, vi proponiamo le interviste ai rappresentanti degli studenti Marco Saracino , Marika Facecchia e Carlo Cerignola.

Lucia Pezzuto

AVG Teorema

1 Commento

  1. Forza ragazzi.
    Vediamo se voi ce la fate.
    E’ difficile, lo sapete.
    I soldi servono per altre spese, lo sapete.
    Bisogna comprare pistole e fucili nuovi, lo sapete.
    Anzi, no, questo forse non lo sapete.
    Nell’anno che sta per passare abbiamo, no .. hanno speso circa 3 miliardi e mezzo in armamenti!
    Ai militari piacciono le pistole e le bombette nuove. Del resto anche io, tanti anni fa.. ma tanti, feci lo sciopero della fame perchè non mi volevano comprare il fucile a piombini invece della comunissima pistola a capsule.
    E vogliamo che i nostri generali e soldatini non abbiano il meglio del meglio?
    Suvvia, che sarà mai se una cinquantina di quei 3500 milioni sono stati sottratti alla Pubblica Istruzione???
    Ma non finisce qui.
    All’aviazione i famigerati F35.
    E alla marina? Niente? Non sia mai: 12 navi da combattimento nuove di zecca. A ognuno il suo giocattolo.
    Per i libri c’è tempo.

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