Scu, confiscati i beni del clan Bruno

TORRE SANTA SUSANNA- Dopo che il 19 febbraio scorso la Cassazione ha rigettato il ricorso arriva la confisca per beni del clan Bruno di Torre Santa Susanna. Questa mattina i carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Brindisi, alla guida del colonello Alessandro Colella,  hanno eseguito un provvedimento di confisca definitiva dei beni mobili e immobili, per un valore di 5 milioni di euro, nella disponibilità del gruppo criminale facente capo ad Andrea Bruno di Torre Santa Susanna gravitante nell’ambito del clan della sacra corona unita “Rogoli–Buccarella–Campana”. Si tratta della confisca di due aziende agricole già sottoposte ad amministrazione controllata,  di diversi terreni, mezzi agricoli e autovetture.bruno_andrea

Il dispositivo è stato emesso dal Tribunale di Brindisi – sezione penale Ufficio misure di prevenzione – a seguito della conferma pronunciata il 19 febbraio scosro dalla Corte Suprema di Cassazione, che ha rigettato il ricorso proposto dagli espropriati.  I beni dei Bruno entrano nella totale proprietà dello Stato. Andrea Bruno è  stato condannato a 26 anni di carcere per associazione mafiosa, armi, droga ed estorsioni.

Il boss della Scu torrese è stato arrestato nel 2011 durante l’operazione Canali, contrada in cui si trovano le sue aziende agricole. Con lui in manette altre dieci persone. Bruno fuggì alla cattura, ma dopo due mesi insieme ad altri due indagati,ritenuti i luogotenenti dell’organizzazione, fu trovato in un trullo in contrada Cocolicchio a Fasano.

Si trattò di una vasta operazione dei militari, coordinata dal pm  della Procura di Brindisi Milto De Nozza,  nella quale finirono nel mirino alcuni politici locali, anche se i nomi non sono mai stati resi noti. Il clan Bruno aveva alcuni interessi per la realizzazione di un parco eolico per il quale avrebbero ottenuto l’appoggio di qualche politico.

 BrindisiOggi

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