BRINDISI – Da una parte il Comune che chiede il pagamento dell’Ici allo Iacp per le case popolari, dall’altra lo Iacp che chiede al Comune il pagamento del canone degli alloggi delle case parcheggio. È scontro tra i due enti. L’Amministrazione comunale rivendica 12 milioni di euro di canoni Ici mai versati dall’Istituto autonomo per le case popolari, l’assessore al Bilancio Carmela Lomartire nei giorni scorsi aveva annunciato di aver “concluso la prima fase di recupero dei canoni Ici”, ma lo Iacp come risposta ha inviato una una nota con la quale chiede 2,1 milioni di euro per i canoni degli alloggi utilizzati come case parcheggio.
Dopo la richiesta del Comune, l’ente delle case popolari ha deciso di richiedere i soldi dovuti, così come già prevedono alcune sentenze. Nella nota riporta tutte le convenzioni stipulate tra le due amministrazioni dal 1999 al 2009. Dal 1999, le convenzioni stipulate prevedono la concessione di 98 alloggi al quartiere Sant’Elia (in via Cellini, Fani e piazza Raffaello), si aggiungono nel 2003 altre 36 case, altre 20 nel 2006 e 7 nel 2009. Per un totale di 2,1 milioni di euro. Per rientrare nei conti il Comune durante la fase di commissariamento aveva intrapreso un percorso con il commissario straordinario Iacp Michele Lastella per giunger ad un accordo transattivo. Ma dopo la richiesta dei 12 milioni di euro di Ici, tra i due enti ormai è braccio di ferro.
“Nonostante gli impegni assunti – scrive Iacp al Comune– ad oggi alcun importo è stato rimesso a favore del nostro ente. Si prega di voler rimettere, entro quindici giorni, la somma di 2,1 milioni di euro”. Chi dovrà pagare per primo? Il Comune è obbligato a sborsare i canoni, visto le convenzioni esistenti. Come ente morale i beni invece dello Iacp non sono pignorabili. A questo si aggiunge che l’Istituto ha costruito le case per venir incontro alle emergenze abitative in quegli anni.
Brindisioggi
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