Scoditti bis, le opposizioni: «Il sindaco ha fatto il suo tempo, si torni alle urne»

MESAGNE – Non si sono fatte attendere le riflessioni delle opposizioni sedute nel consiglio comunale mesagnese, guidato dal sindaco Franco Scoditti. I rappresentanti di Forza Italia, Nuova Italia Popolare, Nuovo Psi e ProgettiAmo Mesagne hanno affidato a una nota le proprie idee riguardo il rimpasto voluto dal primo cittadino per rilanciare l’azione amministrativa e affrontare con nuovo slancio l’ultima parte di legislatura. Le forze politiche approfittano del dato politico più evidente prodotto dal recente rimpasto: la probabile fuoriuscita dal perimetro della maggioranza dell’area facente riferimento all’ex assessore ai lavori pubblici, Gino Vizzino.

«La fuoriuscita dalla maggioranza del gruppo consiliare e politico dell’ex assessore Vizzino, certifica la rottura di quel patto con gli elettori contratto nel 2010 dalla composita ed eterogenea maggioranza di centrosinistra. Questo, in un paese normale, basterebbe a far desistere il sindaco Scoditti dal continuare un’esperienza di governo traballante fin dall’inizio, che ha spinto la nostra città nel baratro più profondo. In un paese normale, quando si rompe il contratto fra eletti ed elettori, si ridà voce ai cittadini. In un paese democratico, dove la sovranità popolare rappresenta il valore  fondante, altre scelte sarebbero incomprensibili, innaturali».

Le opposizioni, dunque, chiedono un ritorno immediato alle urne. La circostanza potrebbe verificarsi nel caso in cui Scoditti non dovesse ottenere la fiducia nel prossimo consiglio comunale, previsto per metà gennaio. Le forze politiche che hanno firmato la nota descrivono Mesagne come un paese in cui «i cittadini sono stati trattati come degli automi, sudditi di un potere cieco e sordo», e la politica locale come «un sistema cinico e spregiudicato che da un lato si maschera di imbarazzante perbenismo, dall’altro è affaccendato a compiere le manovre necessarie a recuperare fra le lobby di turno consensi per le prossime amministrative». Non proprio un idillio, insomma.

Tracciato il quadro a tinte fosche di cui sopra, gli oppositori di Scoditti entrano nel merito delle scelte operate dal sindaco per rilanciare l’azione del suo governo. «L’unica soluzione adottata per salvare una situazione oramai palesemente al capolinea è ancora una volta quella di coinvolgere in questa fallimentare esperienza amministrativa professionisti della società civile che, al di là delle proprie competenze, sono sicuramente inesperti rispetto ai compiti che andranno a ricoprire, andando pertanto ad aggravare lo stato di stallo pietoso della macchina amministrativa». Un altro nervo scoperto della maggioranza, sempre secondo le forze di opposizione, sarebbero i contrasti interni ai gruppi e ai partiti che la compongono che, negli anni, ne hanno sempre azzoppato la marcia. «Basti ricordare le aspre critiche provenienti da esponenti della maggioranza, come Pd e Sel,   che attraverso i propri rappresentanti, Molfetta e Matarelli per il partito di Vendola, furono lapidari parlando di un’esperienza di governo fatta di fallimenti e “marchi d’indecenza”. Anche se – continua la nota delle opposizioni – appare evidente lo “strano” marchio di fabbrica di Matarrelli nella composizione di questa nuova giunta, che sacrifica la De Guido per salvare Canuto, la cui gestione dell’assessorato al Bilancio è stata un vero e proprio fallimento».

Le riflessioni dei gruppi politici si concludono con un’inevitabile e piena bocciatura del rimpasto di fine anno. «Una scelta impropria, priva di qualunque credibilità che appare irresponsabile in un contesto politico generale deteriorato, in un momento storico dove vi sono segnali preoccupanti di insofferenza fra i cittadini che scendono nelle  piazze per esprimere tutta la propria rabbia per una politica incapace di dare risposte adeguate, una politica prigioniera di larghe intese e tecnicismi che rimane piccola e tristemente impopolare».

 BrindisiOggi

 

 

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