BRINDISI- Anche Brindisi in prima linea per lo sciopero nazionale del Gruppo Eni indetto domani dalle segreteria nazionali dei sindacati.
“Siamo costretti ancora una volta ad incrociare le braccia, perché sono forti le preoccupazioni che derivano da una testardaggine da parte del Management Eni e da un intollerante menefreghismo del Governo che, nonostante tutti i riscontri negativi avuti (i quali meriterebbero una più approfondita discussione), continuano a perseguire la strada della “svendita di Versalis alla SK Capital- dicono le Segreterie Territoriali della FILCTEM-CGIL, FEMCA-CISL E UILTEC-UIL di Brindisi- Abbiamo la necessità di far comprendere al Governo e al neo Ministro dello Sviluppo Economico Calenda quanto sia più che mai necessario che ci sia una garanzia, attraverso la cassa Depositi e Prestiti, per un mantenimento degli asset produttivi ed occupazionali nel settore. Tra l’altro le Segreterie Nazionali hanno già indirizzato una missiva al Presidente Renzi, chiedendo un incontro per poter esporre al meglio le nostre ragioni”.
Intanto le RSU delle Aziende Versalis, Enipower, Syndial e BSG, hanno sottoscritto l’Accordo per la regolamentazione dello Sciopero che prevede non solo le comandate del personale ma anche gli assetti impianti. Si è convenuto di confermare gli assetti degli scioperi precedenti, che oltre a garantire gli aspetti di sicurezza e di salvaguardia degli impianti, influiscono in maniera rilevante sulla produzione e quindi sui “guadagni” delle aziende.
BrindisiOggi
Mentre da un lato assistiamo alla farsa, alle pagliacciate ed alle insensate commedie dei candidati, dei loro peones e delle loro comparse e vallette e leggiamo le loro inconcludenti e farneticanti proposte per una Brindisi che non esiste e che mai esisterà ( non pessimismo ma realtà incontrovertibile dei fatti), dall’altro canto si consuma, sotto gli occhi di noi tutti e nell’indifferenza generale, l’ennesimo dramma occupazionale. Dramma figlio e conseguenza di uno sviluppo industriale malaticcio, assistenzialista , statalista, corrotto e non programmato. Finita l’epoca delle vacche grasse ( lo Stato imprenditore spendaccione e ladro) e sopraggiunta l’era della concorrenza feroce ed implacabile,i grandi carrozzoni pubblici che ormai vedono avvicinarsi l’ora del “redde rationem” innanzi al tribunale ( senza appello) dell’economia di mercato, vanno a colpire le parti deboli, le zone dove ben sanno che il popolo MAI si ribellerà e MAI avrà il coraggio di scendere in piazza per fargliela pagare. E Brindisi rappresenta egregiamente questa parte d’Italia: la parte che prende le batoste, stà zitta, al massimo guaisce ma poi torna , come un cane fedele, a leccare la mano che l’ha bastonata : la mano della politica.