BRINDISI- Avevano scavato un foro dal quale fuggire, era nascosto dietro un mobiletto, ma la polizia penitenziaria scopre tutto e manda all’aria l’evasione di alcuni detenuti dal carcere di Brindisi.
Avevano progettato tutto nei minimi particolari, un foro scavato nella parete della cella tanto da grande da poter ospitare un uomo e permettergli la fuga. Lo avevano occultato dietro un mobile dove erano custoditi gli oggetti personali. È probabile che nel piano ci fosse anche un palo pronto a dare l’allarme appena qualche agente si fosse avvicinato alla stanza
Dalle indagini effettuate è emerso che dal carcere di via Appia sarebbero dovuti fuggire esponenti di spicco della criminalità brindisina. Ma il piano è stato bloccato dai poliziotti della penitenziaria dopo una minuziosa attività di indagine. La scoperta della tentata evasione risale a fine maggio ma la notizia è stata diffusa solo oggi per la delicatezza dell’intera operazione.
“Purtroppo sono tanti gli atti con cui giornalmente i poliziotti penitenziari si devono confrontare per evitare evasioni, suicidi, episodi di violenza- scrive il segretario nazionale Sappe Pilagatti– il tutto in un contesto drammatico, fatto di sovraffollamento della popolazione detenuta, di carenza di personale della polizia penitenziaria che a mala pena riesce a coprire i posti di servizio più delicati e sensibili delle carceri, nonché grande fatiscenza delle strutture”.
Il sindacato autonomo polizia penitenziaria interviene dopo anche l’arresto di due poliziotti a Bari. “Purtroppo come i fatti di questi giorni confermano- continua Pilagatti– anche nella polizia penitenziaria ci possono essere mele marce però non bisogna mai fare dell’erba un fascio come generalmente si tende a fare, poiché ogni giorno migliaia di uomini e donne con coscienza , responsabilità ed onestà fanno un lavoro maledettamente difficile in un contesto di degenerazione che non ha eguali”.
Lucia Portolano
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