BRINDISI- Discarica a cielo aperto all’interno del parco Cillarese. Inerti, scarti edilizi, copertoni e persino amianto abbandonati a ridosso della diga, all’ interno del parco appena inaugurato. E’ la scoperta fatta dagli agenti di polizia municipale di Brindisi nell’ambito di alcuni controlli. L’accesso libero al parco a quanto pare favorisce l’inciviltà di qualcuno che durante la notte si introduce nell’area verde e inquina senza remora. “Il problema- ha detto Teodoro Nigro, comandante della Polizia Municipale- è l’accesso alle auto. Questi incivili si introducono con le vetture attraverso l’ingresso parallelo a quello principale. Domani chiederò al sindaco di poter chiudere la strada forse così riusciremo a mettere un freno”.
Un vero peccato se si pensa che il parco del Cillarese è particolarmente apprezzato e frequentato da intere famiglie. Un percorso nel verde per i bambini che possono divertirsi in totale libertà.
All’interno sempre del parco, gli agenti su segnalazione di alcuni cittadini, hanno anche sorpreso due senza tetto, con regolare documento d’identità, che si accampati sotto le architravi del viadotto della SS.379, all’interno di strutture fatiscenti, resti edilizi di alcuni ruderi, fino a qualche tempo fa utilizzati da alcuni cittadini extracomunitari, ed in attesa di essere rimossi.
BrindisiOggi
Il Parco Cillarese è una bella struttura messa recentemente al servizio dei cittadini. Ci sono voluti però 11 anni per realizzarlo (i lavori, avviati nel 2002, dovevano essere ultimati entro il 2004 ); probabilmente sarà stato speso anche molto di più di 1.200.000 euro stanziati all’inizio. Ma così vanno spesso le cose a Brindisi, e in Italia. L’impegno maggiore per l’amministrazione comunale sarà ora quello di curare e difendere il parco. Strano che ci si renda conto, a poche settimane dall’inaugurazione, che vi sono accessi secondari e che qualcuno già li utilizza per trasformarlo in una discarica. A dire il vero, a pochi metri dal verde e dai laghetti , oltre un cadente muro di cinta, fa anche bella mostra il capannone della vecchia SACA, con le sue mura diroccate e le coperture del tetto corrose (probabilmente in eternit). Resteranno forse lì per lungo tempo, a memoria della storia industriale di Brindisi, una storia con frequenti chiusure e poche inaugurazioni.
Ci vuole un impianto di videosorveglianza e una vigilanza continua!