INTERVENTO/ Faccio una premessa, doverosa, da uomo e giornalista. Prima di scrivere qualsiasi cosa, lettera o articolo, ho sempre fatto i conti con la mia coscienza, con un senso etico che( senza presunzione) credo mi abbia sempre accompagnato e caratterizzato.
Probabilmente, qualche volta avrò sbagliato e sbaglierò, ma mai in “ cattiva fede”, semmai in uno scenario non proprio facile per il sottoscritto, la mia famiglia, in una vicenda legata( come risaputo) a quella che stanno da tre anni circa sopportando i colleghi e amici della Partecipata in House della Provincia di Brindisi Santa Teresa.
A qualcuno che, probabilmente, non ha ancora capito, o fa finta di non capire ( ma, ne sono sicuro, sono pochi, visto i riconoscimenti avuti da più parti sulla mia professione di giornalista umile ma molto attento alle vicende della mia città e del territorio), mi sento di dire : ho sempre portato avanti la mia professione, nel rispetto soprattutto degli altri, ma in primo luogo della verità e di quella libertà di espressione che dovrebbe essere patrimonio di tutti.
Si, la mia professione di giornalista, soprattutto una passione, coltivata da quando ero ragazzo, con il sogno di lavorare in qualche giornale o redazione. Una professione che mi ha visto raccontare e commentare cose positive e negative, le eccellenze del territorio, ma purtroppo anche drammi occupazionali, incongruenze e ambiguità di una politica spesso lontana e assente dalle esigenze e reali problematiche della comunità.
Dicevamo, la vicenda della Società Partecipata Santa Teresa che, diciamo così, doveva entrare nella mia vita. Da giornalista, che in questi mesi e’ stato sempre accanto ai lavoratori raccontandone la rabbia, le angosce e preoccupazioni; ma, anche e soprattutto, da lavoratore che sa cosa vuol dire perdere diritti e serenità.
Umilmente, ma ripeto, senza presunzione, ho cercato di trasmettere agli amici e fratelli della Santa Teresa, in questi mesi drammatici, la voglia di andare avanti, di combattere, di non perdere mai il senso della speranza e della dignità. Già, proprio il sottoscritto, vittima di una politica assente o strafottente( fate voi), di un lavoro perso perché ex amministratori provinciali e dirigenti, da un giorno all’ altro, hanno deciso di chiudere una Società Partecipata con attività importanti e un bilancio sano( la Brindisi Pubblici Servizi Provinciali, messa in liquidazione nel novembre 2010). Una brutta vicenda, paradossale, che ha danneggiato soprattutto la mia famiglia, ma non togliendo la forza di andare avanti, reagire.
Una vicenda che ha visto, prima del 2010, il passaggio di 7 lavoratori dipendenti della BPS transitare nella Santa Teresa, salvaguardando in tal modo il posto di lavoro, visto che già si parlava di una non proroga dei Piani di Impresa e quindi di una chiusura della Partecipata. Tutti transitati alla Partecipata che ora sta attraversando un momento altrettanto drammatico, tranne uno , il sottoscritto, messo in Cassa Integrazione già a luglio 2010.
Per non farla lunga…. Ammortizzatori sociali sino a febbraio 2012, poi…. Il dramma, limato solo da una grande dignità e una professione che mi aiuta ad andare avanti e rendermi utile per la città e il territorio. Giornalismo a parte( libero e sempre corretto, anche nei riguardi di chi ha chiuso occhi ed orecchie sulla mia vicenda , qualcuno ha poi posto tuttavia scuse abbastanza tardive), entrato nel dimenticatoio, tra incontri sindacali e politici inutili, un licenziamento irregolare, sino ad una vicenda giudiziaria che( attraverso un risarcimento economico, ma per il momento solo sulla carta) mi da ampiamente ragione.
Ma una vicenda che non e’ ancora chiusa, andrò avanti( anche da solo) sino a che mi sorreggeranno forze fisiche e morali. Per un senso di giustizia, e non certo per risentimenti o vendette personali nei riguardi, tra l’ altro, di personaggi con i quali posso sempre confrontarmi, senza paura e dalla parte della ragione.
Ecco perché, rivedo le mie angosce e preoccupazioni per il futuro nei lavoratori della Santa Teresa. Ma con quel senso di dignità , orgoglio e forza di volontà, che voglio continuare a trasmettere. Lavoratori, padri di famiglia che, come il sottoscritto, vivono nell’ incubo di perdere una Cassa Integrazione e di conseguenza anche il lavoro.
Una vicenda che ha delle responsabilità, causata soprattutto da un Governo nazionale che non ha avuto praticamente pietà neanche di altre Partecipate, come ad esempio l’ Alba Service di Lecce. Dall’ altra parte, sul versante locale e regionale, una politica apparsa a volte inconcludente e sin troppo arrendevole.
In questi giorni, gli amici della Santa Teresa si ritrovano senza stipendi e ammortizzatori sociali, in un “balletto” di competenze tra Regione Puglia e Ministero non più accettabile. Un ulteriore danno, ostacolo, mentre la Provincia e la dirigenza della Partecipata pensano a portare in porto un Piano Industriale che possa garantire futuro e stabilità occupazionale.
Ed allora, quali altri ostacoli devono subire questi lavoratori che nelle scorse ore, per l’ ennesima volta, sono saliti sul tetto della Provincia? Deve succedere “l’ irreparabile”, tra due, tre anni, avremo la stessa situazione?
ORA BASTA…parole che mi vengono dal cuore, dall’ animo di un uomo e giornalista che vuole bene alla propria città , alla gente che vuole solo lavorare ed essere serena. Mi rivedo, purtroppo, nei lavoratori della Santa Teresa, pensando alle angosce, agli incubi, alla forte preoccupazione portata anche di fronte ai propri cari.
Ma, al contempo, mi sento di dire : “ andiamo avanti in tutti i modi, combattiamo, con la giusta politica e quel Sindacato che non deve perdere mai unità di intenti e compattezza”. Brindisi Pubblici Servizi – Santa Teresa, due storie parallele che hanno minato rapporti, creato anche rancori e polemiche.
E, chissà, ritrovarci insieme, in una strada fata solo di serenità e speranza, elementi che, per quanto mi riguarda, continuano ancora a sussistere.. Forse, anche la mia storia un giorno finirà.
Ferdinando Cocciolo
ANDATE AVANTI A TESTA ALTA E CON DIGNITA’ NON ARRENDETEVI MAI.