BARI – Un accordo che vale 28 i milioni di euro. Le risorse in questione arrivano dal progetto in programma a Brindisi dopo l’intesa firmata oggi a Bari, presso la sede della Presidenza della Regione Puglia, tra l’ente pubblico e l’azienda farmaceutica multinazionale con uno stabilimento nel capoluogo messapico nella zona ex Punto Franco, la Sanofi Aventis. L’accordo prevede il potenziamento della produzione di “Telcoplanina”, molecola della famiglia delle “Rifamicine”.
«L’investimento totale previsto sarà di oltre 28 milioni di euro, di cui 8 milioni e 400mila concessi dalla Regione. Solo in nuovi macchinari – annunciano da Bari – saranno investiti 22 milioni. In ricerca e sviluppo andranno oltre 2 milioni di euro: con il progetto di ricerca approvato oggi, l’azienda prevede di svolgere attività per lo sviluppo di tecnologie per l’incremento di produttività dei microrganismi produttori di sostanze citotossiche, in modo da permettere la produzione di grammi di composto da utilizzare nella ricerca».
Paroloni scientifici a parte, il dato più importante, banalmente, è la volontà di investire nel territorio da parte di un’azienda importante come la Sanofi Aventis: a suggellare l’accordo, ieri, a Bari, è intervenuto l’amministratore delegato della sezione Italia dell’azienda, Arturo Zanni. L’intesa segue quella firmata lo scorso 8 giugno, quando fu siglato un accordo di programma da oltre 20 milioni di euro, 5 milioni e 600mila dei quali finanziati dalla Regione, per la realizzazione di un impianto per la produzione di “Spiramicina” nello stesso stabilimento del polo produttivo messapico.
L’impianto brindisino, infatti, è specializzato nella produzione di antibiotici ed è in grado di raggiungere quote di produzione fino a 100-150 tonnellate annue del principio attivo. Per Loredana Capone, assessore regionale allo sviluppo economico, in visita presso gli stabilimenti baresi di un’altra industria farmaceutica, la Merck Serono, l’interesse per la Puglia mostrato da questo settore produttivo è un importantissimo fattore di crescita. «Si tratta di un fatto molto rilevante – ragiona l’assessore – perché consente di occupare capitale umano qualificato che altrimenti cercherebbe opportunità fuori dalla Puglia e dall’Italia».
L’assessore Capone, poi, snocciola alcuni dati sul settore farmaceutico che fanno da puntello al suo ragionamento. «Il distretto farmaceutico costituisce il 38% delle esportazioni pugliesi. È un distretto che, per il 95%, impiega i lavoratori con contratti a tempo indeterminato; è il distretto che ha in assoluto più personale diplomato e laureato e un’altissima percentuale di donne». Fatte queste premesse numeriche, Loredana Capone lancia un appello al governo, affinché non si lasci scappare aziende come la Sanofi e altre operanti nello stesso comparto produttivo.
«Abbiamo investito molto in questo settore, considerandolo strategico. Lo abbiamo fatto perché siamo convinti che possa migliorare le prospettive di vita dei nostri cittadini e possa sempre più occupare i nostri migliori professionisti. Queste grandi imprese noi le finanziamo con le risorse europee. È chiaro che se il governo dovesse insistere nell’escludere le grandi imprese dal nuovo quadro comunitario, perderemmo questa grande opportunità su cui oggi possiamo contare, stretti alla gola dal Patto di Stabilità. Le grandi imprese che abbiamo in Puglia hanno fatto investimenti per 400 milioni di euro. La Regione ha firmato 43 contratti di programma. Diciamo a loro che devono andare all’estero dove potranno essere più incentivate? Io penso che tutto lo sforzo debba essere fatto qui».
BrindisiOggi
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