Ausiliari dell’ospedale in stato d’agitazione: «Norme contrattuali non rispettate, inapplicata la clausola sociale»

BRINDISI – Lavoratori della SanitaService in agitazione. La Cgil Funzione Pubblica ha indetto lo stato di agitazione in seguito alla mancata applicazione di alcune norme contrattuali da parte dei vertici aziendali che avrebbero prodotto un danno ai dipendenti che, da anni, prestano servizio nella società in house dell’Asl di Brindisi. «L’assunzione del personale di SanitaService – spiega Antonio Macchia, segretario provinciale della Cgil Fp – è avvenuta in un momento storico molto delicato. Ciononostante il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, ha inteso delineare le linee guida di quelli che sarebbero stati i presupposti su cui fondare tali assunzioni: la legge in materia impone  alla Regione Puglia, alle aziende, agli enti e alle società strumentali, come nel caso della SanitaService, di prevedere nei rispettivi “bandi di gara, negli avvisi e, in ogni caso, nelle condizioni di contratto per l’affidamento di servizi, l’assunzione di personale già utilizzato dalla precedente impresa o società affidataria dell’appalto, nonché la garanzia delle condizioni economiche e contrattuali già in essere».

Secondo la Cgil, questo non sarebbe avvenuto, arrecando un danno consistente ai dipendenti. «La SanitaService, in totale disprezzo delle indicazioni poste dal governo regionale, non ha tenuto conto che il personale lavorava alle dipendenze dell’Asl di Brindisi da oltre 10 anni, attraverso società esterne cui veniva affidato l’appalto, ovvero non ha dato seguito alla continuità dell’impiego, non adottando una corretta applicazione della clausola sociale, in termini professionali, giuridici ed economici». Insomma, la SanitaService, al momento di assumere i suoi dipendenti, li avrebbe inquadrati come personale privo di esperienza o quasi, non riconoscendo la continuità derivante dal servizio prestato nelle stesse strutture Asl, per conto di ditte esterne, nel passato prossimo la costituzione della società in house. In più, secondo la Cgil, i lavoratori non avrebbero goduto, come legge prevede e come avvenuto nelle società in house delle altre Asl regionali, di alcuna progressione orizzontale.

«È opportuno sottolineare, inoltre, che tali ingiuste penalizzazioni dei dipendenti hanno permesso alla SanitaService di chiudere l’esercizio del 2012 con un utile civilistico di oltre 800mila euro e l’esercizio del 2013 con un aumento di utile pari circa 850mila euro. Appare difficilmente comprensibile come si possa produrre tanto utile in un’azienda che eroga servizi essenziali negli ospedali, non investendo o investendo poco sulle risorse umane, eludendo norme contrattuali: oltre al danno, la beffa».

BrindisiOggi

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