
BRINDISI- Quando una manciata di minuti può fare la differenza tra la vita e la morte ma soprattutto quando anche una conoscenza minima delle manovre di primo intervento possono salvare una vita. E’ quello che è accaduto ad una bimba di soli 23 mesi salvata da una manovra di disostruzione delle vie aree praticata in estremis dal presidente della società sportiva Olimpia Mesagne che pur puro caso si è trovato al posto giusto nel momento giusto. E’ accaduto domenica sera, 18 agosto, a Torre Lapillo ma quell’emozione, quella scarica di adrenalina è ancora viva nelle parole di Alberto Facecchia, 70 anni di Mesagne, che oggi può raccontare con un sorriso questa storia. “La guardavo a qualche metro di distanza, aveva uno sguardo strano, continuava a tossire e si sforzava nel deglutire. Ho capito subito: la piccola stava soffocando e io dovevo fare qualcosa”. Nel panico della gente così Alberto Facecchia, presidente dell’Olimpia Mesagne e dirigente della Mens Sana, ha salvato la vita di una bimba di appena 23 mesi. Alberto Facecchia, mentre la gente era in preda al panico, con calma e lucidità, le ha praticato la manovra di disostruzione e il massaggio cardiaco, facendo si che la piccola tornasse a respirare. La storia , fortunatamente, è una di quelle a lieto fine, qualcuno dirà che evidentemente “non era destino”, ma in realtà il coraggio, la determinazione e soprattutto la conoscenza hanno avuto un ruolo fondamentale. “Domenica sera ero a Torre Lapillo con amici, la bambina era in piedi e stava mangiando. Io mi trovavo a circa cinque metri di distanza. Improvvisamente ha cominciato a vomitare -racconta Facecchia- Più di qualcuno ha pensato che stava solo avendo un rigurgito. Nessuno si era reso conto di quello che stava accadendo e ne avevano capito la gravità”.
Alberto Facecchia è una persona che lavora molto con i bambini e con i ragazzi, è abituato ad osservarli con attenzione e neppure per un attimo ha sottovalutato quanto stava accadendo alla piccola.
“Io vedevo che la piccola masticava a vuoto, allora ho capito che c’era qualcosa che non andava nella deglutizione. Quindi mi sono avvicinato subito e l’ho presa in braccio- racconta- Solo il papà della piccola continuava a mantenere il sangue freddo, la mamma della bimba , invece, si stava disperando. Così io ho subito avviato le pratiche per la disostruzione delle vie aree”.
Si chiama manovra di Heimlich è una procedura d’emergenza di disostruzione delle vie aeree. Più precisamente, questa particolare manovra è considerata una tecnica di primo soccorso che si deve mettere in pratica in caso di rischio di soffocamento causato da un’ostruzione delle vie respiratorie. La manovra di Heimlich , caratterizzata dall’esecuzione di quelle che si definiscono come spinte o compressioni addominali, prende il nome dal medico che per primo la descrisse nel 1974. Da allora, la manovra viene utilizzata con successo contro il soffocamento causato dalla presenza di corpi estranei nelle vie aeree, benché vi siano alcune limitazioni al suo uso riguardanti soprattutto lattanti e neonati.
“Essendo piccolina l’ho poggiata sulle mie ginocchia e ho cominciato a darle i cinque colpi, fatti bene, sulla schiena- dice Alberto Facecchia- Ma la bambina non dava molti segni di miglioramento. Continuava a non reagire. Poteva essere una convulsione ed io non vedevo niente di buono. Nel frattempo si accalcava tutta la gente intorno. Persone che dicevano di aver fatto il corso per la disostruzione ma nessuno poi aveva avuto il coraggio di prenderla e aiutarla. Io, a quel punto, ho chiesto a tutti di allontanarsi e chiamare il 118. Intanto continuavo ad attivarmi . Era semi buio , così ho provato a girarla . La bimba mi guardava con sguardo assente. A quel punto ho provato ad aprirle la bocca, cercando di vedere se aveva qualcosa che potessi rimuovere con le dita. Però lei stringeva i denti e in pratica mi stava tagliando le dita. Del resto è l’istinto di conservazione , ma notavo che dentro non c’era nulla , quindi doveva essere qualcosa più infondo”. La piccola, quindi, sembra non reagire e lo sguardo si perde. Alberto capisce che la situazione sta diventando critica e che ogni secondo è prezioso. Anche in quel caso non si scoraggia e tenta il possibile.
“La situazione stava diventando difficile e lei era cianotica. Così ho cominciato a farle il massaggio cardiaco cercando di stare attento, perché era una bimba troppo piccola. I massaggi non potevano essere pesanti. Io però continuavo a massaggiarla e ad aprirle la bocca”. Poi finalmente accade qualcosa, l’insistenza di Alberto viene premiata. “Nel proseguo del massaggio all’improvviso sono schizzati fuori due, tre pezzettini di pastina dalla bocca e dal naso. Allora si è creata un po’ di area e nel frattempo è arrivata l’autoambulanza. La bambina così è stata portata all’ospedale di Lecce per controlli ma fortunatamente oramai stava bene”. Gli operatori sanitari hanno detto che l’intervento era stato provvidenziale , si sono complimentati.
“E’ stato un momento terribile, la bambina aveva gli occhi rivolti all’indietro. Pochi secondi in cui abbiamo temuto il peggio ma io non potevo farmi prendere dal panico- dice- Ci vuole sangue freddo non basta aver fatto il corso se poi ci si lascia prendere dalle emozioni. Parlando con alcune persone molte hanno ammesso che pur sapendo praticare le manovre non se la sentivano di intervenire. Bisogna attivarsi, bisogna intervenire”.
Alberto Facecchia è abituato a mantenere il sangue freddo e ad intervenire, tra l’altro, per sua stessa ammissione, non è neppure la prima volta che salva la vita a dei bambini.
“Occupandomi i sport , io sono abituato ad essere sempre pronto. Il corso di disostruzione dovrebbe essere obbligatorio per tutti. Poi, ai genitori bisognerebbe ricordare che i bambini non devono mangiare quando sono in movimento, specialmente i piccolini. Bisogna stare sempre in allerta- dice- Io sono un nonno, ho due nipotini e sono abituato a controllarli. Pensate un po’ se non sono attento”.
Facecchia con gli altri dirigenti della sua società sportiva un anno fa hanno seguito il corso per la disostruzione delle vie aree e in palestra si sono dotati di ben due defibrillatori.
“E indispensabile e necessario che tutti si attivino almeno per quanto riguarda il primo intervento. Io sono presidente dell’Olimpia Mesagne e dirigente della Mens Sana, mi occupo di basket . Abbiamo molti ragazzi e bambini, per questo un anno fa tutti abbiamo fatto il corso BLSD. E’ stata una nostra idea perché con i ragazzi che giocano ci si aspetta di tutto”.
Lucia Pezzuto per Il7 Magazine
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