BRINDISI – L’associazione ‘Non Una Di Meno’ di Brindisi aderisce alla giornata di mobilitazione nazionale per il ritiro del disegno di legge Pillon in materia di separazione e affido e promuove un incontro pubblico, sabato 10 novembre prossimo, alle ore 17.30 a palazzo Granafei-Nervegna, nella sala Università.
L’appello alla mobilitazione per il ritiro del Ddl Pillon è partito da D.i.Re, la rete dei centri antiviolenza e delle case rifugio, che con una petizione ha già raccolto 100.000 firme, fatto proprio dal movimento ‘Non Una Di Meno’ e condiviso da associazioni di donne, sindacati, organizzazioni del terzo settore, reti di servizi come il CISMAI (Coordinamento italiano dei servizi contro il maltrattamento e l’abuso all’infanzia), ordini professionali, ecc.
Il Ddl Pillon pretende, in forza del patto di governo tra Lega e M5S, di modificare le norme vigenti e imporre un modello di famiglia unico, astratto e ideologico che mira a ristabilire il controllo pubblico sui rapporti familiari e nelle relazioni attraverso interventi disciplinari, con una limitazione inaccettabile dell’autonomia personale dei/delle singoli/e.
“Obbliga alla mediazione e vìola il divieto previsto dall’art. 48 della Convenzione di Istanbul che la esclude nei casi di violenza domestica. Inoltre, aumenta le disuguaglianze tra chi può permettersi di pagare la mediazione e chi no, perché non è previsto il gratuito patrocinio per i non abbienti. Impone ai/alle minori la ripartizione paritaria dei tempi da trascorrere con ciascun genitore e la doppia domiciliazione/residenza, lede quindi il diritto dei minori alla stabilità, alla continuità e all’espressione delle loro esigenze e volontà. Obbliga i genitori con figli minori a redigere un piano genitoriale che tra l’altro deve indicare la misura e le modalità con cui ognuno contribuirà al loro mantenimento diretto. Cancella l’assegno di mantenimento in favore dei figli e dà per scontato che ciascun genitore sia nella condizione di dare loro, pari tenore di vita creando una disparità di trattamento in base al tenore di vita di ciascuno. Introduce il concetto di alienazione parentale, teoria non comprovata, che presupponendo la manipolazione di un genitore obbliga il minore a frequentare proprio quello oggetto di rifiuto, impedendogli di esprimere il suo rifiuto, avversione o sentimento di disagio. Spesso accade proprio in casi di violenza assistita”.
Nell’incontro su tutto ciò e molto altro, dialogheranno con il movimento ‘Non Una Di Meno’, dove confluisce la pluralità delle esperienze di lotta contro la violenza maschilista e di genere, operatrici ed operatori del diritto e referenti della rete di servizi. L’incontro è aperto alla cittadinanza.
BrindisiOggi
“Impone ai/alle minori la ripartizione paritaria dei tempi da trascorrere con ciascun genitore”. Questo è un errore del ddl Pillon. I tempi devono poter essere differenti nel caso, ad esempio, che un genitore lavori e l’altro no, neppure in sede di convivenza. ” Introduce il concetto di alienazione parentale, teoria non comprovata, che presupponendo la manipolazione di un genitore obbliga il minore a frequentare proprio quello oggetto di rifiuto, impedendogli di esprimere il suo rifiuto, avversione o sentimento di disagio” Il concetto di alienazione genitoriale va bene, esistono casi in cui il minore rifiuti un genitore senza che vi sia un fondato motivo (vedi violenza).