
BRINDISI- Romano contro Mele e il Pd di Carovigno. Il consigliere regionale ribatte alle dichiarazioni di Mimmo Mele e dei democratici di Carovigno, che gli avevano esplicitamente detto che non poteva dare lezione di morale ed etica a nessuno. Proprio lui no. Ma Romano non se la tiene.
“ Se c’è qualcuno che deve chiedere scusa- afferma Romano- non a me ma a tutti quelli che credono nel Pd e che dall’atteggiamento del Pd di Carovigno si sono sentiti offesi, sono quelli che credevano di usare il Partito democratico come una proprietà privata e a vantaggio dei propri obiettivi personali. La mia contrarietà all’accordo che tanto ha fatto discutere è nota a tutti da tempo. Si tratta infatti di una posizione che ho avuto modo di ribadire più volte, pubblicamente, in occasione di comizi nelle piazze. Ero contrario all’apparentamento al ballottaggio, ed ero contrario all’ingresso del Pd in giunta. Purtroppo, però, registro che da allora le cose sono addirittura peggiorate e che nel Pd di Carovigno, di cui ho fatto bene a chiedere il commissariamento, i valori sono stati davvero smarriti”.
Romano invita a non tirare in ballo la criminalità “con l’intento di creare suggestioni nell’opinione pubblica.”
“Io e il segretario Emiliano- aggiunge il consigliere democratico- la criminalità l’abbiamo affrontata davvero e sul campo: Emiliano da magistrato e io sul piano politico. Entrambi ci siamo sempre schierati in prima fila contro la Sacra Corona. Ma questa è un’altra storia. Quello che deve ricordare chi oggi parla di droga e prostitute è che in questo caso specifico bisogna parlare anche di corruzione tra i motivi per cui ci si oppone all’accordo”.
Per Romano ognuno può fare quello che vuole nella vita privata ma non nel partito si sono delle regole non scritte. “Per fortuna – conclude il capogruppo Pd – la nostra presa di posizione ha portato un risultato: il Pd correrà da solo, con i suoi valori che, anche se a Carovigno stanno vacillando per colpa di qualcuno, saranno presto recuperati grazie alla passione di tanti altri. Questo avverrà con buona pace di quanti possono frequentare e fare quello che ritengo più giusto nella loro vita privata. In quella pubblica, però almeno nel Partito democratico ci sono delle regole non scritte che riguardano il nostro patrimonio culturale, etico e politico, che a nessuno è permesso violare”.
BrindisiOggi
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