
BRINDISI- Questioni ambientali in primo piano. Brindisi Bene Comune chiede alla sindaca la revisione delle autorizzazione (Aia) ad Enel dopo i dati allarmati sui tumori, mentre il consigliere di maggioranza Lino Luperti accusa la stessa sindaca di non essersi presentata per ben due riunioni a Roma convocate proprio sulla centrale Federico II. Il Comune di Brindisi avrebbe disertato per due volte la riunione a Roma sulla revisione Aia ad Enel, procedimento aperto già all’inizio dell’anno.
Luperti che in queste settimane ha un atteggiamento critico nei confronti della sua stessa maggioranza, ma in particolar modo con Angela Carluccio chiede spiegazioni alla sindaca sull’assenza. “Vogliamo conoscere le motivazioni di questa assenza- afferma Luperti- e se ci sono state rettifiche all’ultimo parere espresso da Comune e Provincia in merito al rilascio dell’Aia. Questo territorio va difeso”.
Il consigliere si riferisce alle richieste avanzate dai due enti locali all’inizio dell’anno .
Nel dettaglio. L’ex sindaco Consales e il presidente della Provincia Maurizio Bruno locali chiesero in primo luogo l’avvio della co-combustione di biomasse in filiera corta, mediante l’alimentazione non contemporanea su 2 sezioni termoelettriche, con una quantità di biomassa di almeno il 5 per cento dell’input termico, in sostituzione di una quota parte del carbone, per un quantitativo annuo non inferiore a 200mila tonnellate. Entro e non oltre 90 giorni dal rilascio dell’Aia.
Secondo punto. Enel deve installare, entro sei mesi, gli strumenti idonei e necessari per la misurazione delle emissioni di microinquinanti, sia organici, idrocarburi, policiclici aromatici, diossine e furani, policlorobifenili, sia metalli pesanti su tutte e quattro le sezioni dell’impianto.
Terzo punto. La calendarizzazione almeno annuale di campagne di misurazione conoscitiva delle ricadute emissive di polveri totali e Pm10 mediante deposimetri. Le precedenti misurazione che hanno riguardato metalli pesanti hanno mostrati valori di deposizione rilevanti in particolare in aree industriali. Si chiede l’estensione della misurazione anche ai PM2,5, ai microinquinanti organici ed inorganici.
Quarto punto. Installazione dei filtri a manica anche sui gruppi 1 e 2 per l’abbattimento delle emissioni di polveri totali.
Quinto punto. La riduzione del 20 per cento delle emissioni rispetto a quelli già rientranti nei limiti di legge, in quanto l’impianto si trova in area dichiarata a rischio di crisi ambientale.
Sesto punto. L’Enel deve attuare misure di compensazione da realizzare sul territorio in ragione del rilevante carico emissivo di anidride carbonica per il quale è autorizzato e di cui è responsabile. Nel 2013 la stessa società elettrica ha dichiarato un’emissione di 11.800.000 tonnellate di anidride carbonica. Pertanto le istituzioni chiedono un piano per la realizzazione e la gestione agronomica di una superficie boschiva nella provincia di Brindisi pari almeno a 100 ettari in cinque anni.
Settimo punto. Riduzione dei consumi della risorsa idrica del prelievo di acque sotterranee. Il gestore entro 3 anni dall’Aia dovrà prevedere la completa dismissione del sistema di emungimento delle acque di falda.
Ottavo Punto. Partecipazione al progetto Jonico salentino col Centro salute ambiente. Si tratta del finanziamento al progetto straordinario di ricerca su informazioni scientifiche utili tali da definire l’impatto delle sorgenti emissive sulle matrici ambientali e sugli indicatori sanitari che riguarda l’area Brindisi, Lecce e Taranto. Il finanziamento di 5milione 200mila euro verrà erogato da Arpa Puglia, Asl provinciali e Ares Puglia. Le istituzioni locali chiedono ad Enel oltre 2milioni di euro per sostenerlo, il 50 per cento del totale. In quanto lo studio presentato nel 2014 da questi tre enti hanno mostrato per le centrale di Brindisi la presenza di criticità in ordine alle patologie a breve latenza, cardio vascolari e respiratorie nell’area a rischio di crisi ambientale e nel comune di Brindisi.
A parte vi era il documento della Regione Puglia inviato al Ministero, l’ente di via Capruzzi esprime parere favorevole anche qui con delle prescrizioni. Si tratta di soli tre punti, dove non viene mai menzionata la riduzione del carbone né tanto meno si fa accenno alla conversione a gas di qualche impianto come invece più volte viene sbandierato da Bari. Nei tre punti si legge: siano ribadite e confermate le prescrizioni relative al trattamento delle acque di prima pioggia con nuove prescrizioni per le seconde piogge. L’avvio ad un nuovo riesame previa richiesta dalla Regione qualora dalla valutazione del danno sanitario vengano evidenziate criticità tali da rendere necessaria la revisione dei vincoli emissivi. E tutti i processi di lavorazione che comportano emissioni odorigene rispettino la legge regionale 7/99.
BrindisiOggi
Ma tutti gli pseudo ambientalisti di recente elezione che per la faida interna di potere sparano tutte queste richieste lo sanno che la centrale Enel e al minimo della produzione con addirittura valori di 320 mega e che ci sono serissimi rischi di chiusura a breve con ricadute per 1500 famiglie di lavoratori?
Avv. Carluccio, le vorrei fare una domanda che credo si stiano ponendo molti brindisini ( almeno quelli che ragionano con la propria testa e che NON hanno votato ne per lei e ne per alcuno): ma il sindaco di questa sciagurata città chi è ? Lei o questo tal luperti? Tanto per saperlo a solo titolo informativo, in quanto ci siate o non ci siate nessuno se ne accorge.