BRINDISI – Finanziamenti triennali trasformatisi in biennali per i Centri Risorse per le Famiglie. Queste sono le ricadute dei tagli del Governo sulle Regioni che comportano a cascata sforbiciate qua e là sugli altri enti. Come le Provincie e i servizi che erogano. I contributi triennali previsti per i Centri che offrono mediazione e supporto alle famiglie, e a chi nel corso della propria vita incontra difficoltà di varia natura, finiranno a luglio e potrebbero non riceverne altri. Il Centro della Provincia di Brindisi, se non dovesse cambiare la situazione dunque, potrebbe chiudere nei prossimi mesi e la stessa sorte potrebbe toccare anche agli altri della regione.
Per tale ragione i Centri Risorse per le Famiglie di Lecce, Taranto e Foggia hanno i rappresentati della Provincia di Brindisi, nel meeting organizzato da quest’ultima, sul tema: “Quale futuro per i Centri Risorse Famiglie delle Province di Puglia?”.
Insieme ai vari del settore Politiche Sociali delle quattro province che vi hanno preso parte erano stati invitati anche il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola e l’assessore regionale, Elena Gentile, che però non erano presenti e in loro rappresentanza non vi era alcun altro. Una preoccupazione in più per chi lavora nei Centri Risorse Famiglie e per chi di questi centri ha bisogno, perché potrebbe far pensare a una scelta già conclamata da parte del Governo Regionale.
“Sarebbe necessaria una strategia comune tra Governo centrale e Regione per venire incontro alle necessità di questi centri familiari. Purtroppo, invitati a partecipare le parti istituzionali in causa, Regione e assessorati, non sono intervenute e non hanno, almeno in questo caso, ascoltato l’istanza del territorio, ma l’auspicio è che si possa trovare in un futuro prossimo un momento di incontro e confronto” ha detto la dirigente del settore della Provincia di Brindisi, Fernanda Prete. “La grave situazione economica nazionale – ha aggiunto – sta incidendo particolarmente sul futuro dei Centri che funzionano ed erogano servizi alle famiglie che rischiano l’estinzione. Questo avrà ricadute negative sulle fasce più deboli della popolazione che non potranno più contare sui servizi di mediazione sociale, familiare, scolastica, penale. In quest’ultimo caso – ha specificato per concludere – le magistrature rimarranno prive di una consulenza importantissima, quella di mediazione familiare”. Una garanzia che sarà concessa ancora una volta solo a chi potrà permettersela, ovvero le famiglie più ricche, che hanno la possibilità di rivolgersi a privati.
Car. Ve.
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