BRINDISI – (da Il7 Magazine) Uno squilibrio dei conti pari a 29milione di euro da ripianare in 10 anni. Il Comune di Brindisi ha scelto la strada del pre dissesto avendo calcolato per quest’anno almeno 10milioni di uscite che non sono coperte dall’entrare. Parte il conto alla rovescia: entro il 30 dicembre il consiglio comunale dovrà approvare un piano credibile di riequilibrio da inviare alla Corte dei Conti altrimenti si rischia il default. La maggioranza Rossi ha scelto infatti la strada del pre dissesto, in caso contrario sarebbe dovuta tornare a casa con lo scioglimento del consiglio. L’Ufficio Bilancio ha avuto tre mesi di tempo per redigere il piano, ma allo stato attuale il documento non è ancora pronto. Si attendono le relazione dei dirigenti dei vari assessorati. Al momento ne sono state consegnate 4 su 7. Si tratta delle relazioni che ciascun ufficio è chiamato a fare, nelle quali deve specificare i servizi offerti, le spese sostenute e le entrate. Non solo, ma ciascun dirigente deve indicare anche le proprie proposte di tagli. Perché è ovvio che il programma di riequilibrio deve prevedere minori spese per far tornare in conti a posto. I tempi per l’approvazione sono davvero ristretti. Facendo due calcoli, tolte le festività, l’Ufficio finanziario ha tre giorni per concludere il piano. Dopo di che dovrebbe passare in commissione, e finire in consiglio comunale per la votazione, con il chiaro rischio che non ci sia alcun confronto con le parti sociali come invece era stato precedentemente annunciato. La maggior parte dei tagli è prevista per i servizi sociali, che incidono maggiormente nelle casse comunali. Dal colpo di mannaia non sarà esclusa la BrindisiMultiservizi, la società a totale capitale pubblico, alla quale si ipotizza l’eliminazione di alcuni affidamenti con un taglio almeno di 250mila euro. La BMS incide per il 10 per cento sulle spese del Comune. Allo stato attuale c’è un serrato confronto tra l’ufficio Bilancio e l’amministratore unico della società Palasciano, che non avrebbe ancora consegnato tutti i dati per il bilancio. Le tensioni sarebbero soprattutto sul contratto per la gestione parcheggi, per i quali il Consiglio comunale votò una suddivisione dell’introito per il 60 per cento al Comune e il 40 per la società. In discussione sono le modalità e i tempi in cui Multiservizi deve versare questi soldi all’ente. Al momento all’assessore al Bilancio, Cristiano D’Errico, sono pervenute solo quattro relazioni con relative proposte di tagli. Provvedimenti drastici che vanno dalla chiusura degli asili nido, alla soppressione del trasporto ai disabili, alla revoca delle convezioni con le Università di Bari e del Salento, riduzione del gettone di presenza dei consiglieri sino all’eliminazione del servizio pulizie alla Multiservizi da far svolgere ai Lavoratori socialmente utili attualmente in forza dell’amministrazione comunale. Nello specifico hanno consegnato le proprio relazioni il dirigente dei Servizi sociali Costantino Del Citerna, dei Lavori Pubblici Fabio Lacinio, del Patrimonio Casa Gelsomina Macchitella e degli Affari generali Angelo Roma.
Servizi sociali: chiusura dei 5 asili nido comunale con la trasformazione in asili privati. Al momento il Comune ha 5 asili nido, uno gestito direttamente e gli altri appaltati. Il contratto è di un milione 600mila euro oltre iva, le rette corrisposte dai genitori dei bambini ammontano a 430mila euro annui, il Comune percepisce un fondo regionale di 150mila euro. “L’ipotesi se pur in controtendenza rispetto alla logica regionale e nazionale – scrive Costantino Del Citerna – è quella di non garantire più il servizio come amministrazione comunale ma di concedere a terzi i beni che attualmente ospitano gli asili con l’obbligo di attivare asili privati”. Il Comune risparmierebbe così un milione di euro all’anno. Ma lo stesso dirigente mette in evidenza che il personale attualmente alle dipendenze del gestore privato potrebbe perdere il posto di lavoro. Eliminazione rimborsi spese mediche. Eliminazione rimborsi affitti per chi percepisce il reddito di cittadinanza.
Lavori Pubblici: Eliminazione del trasporto studenti Scolabus nella zone rurali con un risparmio di quasi un milione di euro. In questo anno scolastico si contano 80 alunni che usufruiscono del servizio. Eliminazione del servizio Scuolabus per ragazzi disabili in sostituzione del quale il Comune potrebbe dare a ciascuna famiglia 100 euro al mese per i 9 mesi di scuola. Eliminazione del bus navetta gratuito in via Spalato, lasciando il servizio con il costo di un euro a corsa. Eliminazione dell’affidamento del servizio di 7 autisti di Multiservizi per la mobilità interna dell’amministrazione comunale, in sostituzione dei quali sarebbe utilizzato personale interno. Servizio pulizie degli uffici comunali e delle delegazione da far svolgere ai lavoratori socialmente utili attualmente stabilizzati eliminando il contratto con Multiservizi.
Organi istituzionali, Affari generali: Interruzione della convenzione con l’Università di Bari (di 250mila euro e attualmente ) e recesso dalla convenzione con l’Università del Salento ( 372mila euro). Riduzione del gettone di presenze dei consiglieri comunali con la riduzione delle commissioni consiliari per una spesa che ad oggi ammonta a 250mila euro all’anno. Riduzione delle quote associative alle varie associazioni come Apulia Film Commission, Torre Guaceto, Autorità idrica Pugliese, IPRES, associazione nazionale Ufficio tributi italiani, Anusca, Infocamere, Associazione italiana del Consiglio dei comuni, Rai abbonamenti speciali. Taglio del 50 per cento delle attività culturali e turistiche per le quali ora sono stati stanziati oltre 400mila euro.
Patrimonio e Casa: Possibile restituzione graduale degli immobili all’Arca nord, con una progressiva dismissione. Il Comune ha preso in gestione 243 alloggi per i quali paga un canone annuo di oltre 300mila euro, ma non recupera le spese per almeno l’80 per cento degli affitti.
Queste elencate sono le proposte della parte tecnica e burocratica, ma la decisione finale spetterà alla politica che dovrà assumersi la responsabilità delle scelte. Critica l’opposizione. “Questo ritardo è grave – afferma la consigliera comunale Carmela Lo Martire, ex assessore al Bilancio – ad oggi la maggioranza non ha le idee chiare. La politica non si è ancora espressa e c’è il rischio che ci sia un appiattimento sulle decisioni proposte dalla parte burocratica. Questi tagli creano pregiudizio soprattutto per le fasce più deboli e un serio rischio di posti di lavoro come nel caso degli asili nido. Si rischia che non ci sia più il tempo utile per esaminare nel merito e fare scelte a favore dei cittadini”.
Lucia Portolano
pur lodevole lo sforzo della cronista, nel prevedere la riduzione di spese che alcuni dirigenti intendono adottare nel quadro di rientro della situazione amministrativa dell’Ente e delle società partecipate, resta la premessa obbligatoria e prioritaria al problema. Ma il piano pluriennale di riassetto finanziario chi lo redige? Ma giusto per citare qualche esempio non è forse a seguire il risultato degli incontri con le commissioni consiliari, o con le organizzazioni dei settori produttivi e sociali la presentazione del suddetto piano? Ma come fanno questi signori consiglieri a continuare a perpetrare la illegittima procedura, usata nell’adozione assembleare recente della delibere del bilancio di previsione 2019, del rendiconto 2018, dell’assetto di bilancio in assenza di parere da parte del Collegio dei Revisori nei prescritti termini? Ed allora, anche il provvedimento di contenimento delle spese relative al piano pluriennale di dissesto finanziario, è illegittimo ove approvato entro il 31 dicembre 2019 da poichè non risulta depositato in aderenza alla norma e regolamento di contabilità nei termini obbligatori il parere dell’Organo di Revisione Contabile. Questa Amministrazione è alle pezze e tuttavia non è auspicabile la terza gestione commissariale sol che si voglia dare visibilità agli atti adottati in detto periodo che certamente saranno a breve richiamati e con essi le vere responsabilità che hanno contribuito in maniera determinante allo stato di default del Comune ed aziende partecipate.
Brindisi 20/12/2019 Franco Leoci
Proposte indecenti, di persone che hanno le tasche piene di soldi, professionisti che fanno i politici, percepiscono lauti stipendi e nn possono capire i disagi e i sacrifici di chi ha mezzi limitati e soprattutto nn gliene importa niente di capire. Del resto hanno dimostrato quanto valgono con la storia della bomba. Tutti a casa!
Ma chi l’ha votato questo sindaco incompetente? Poveri noiiii…
Mi sembra così strane che, a farne le spese, siano i servizi pubblici. Addirittura proporre una retta di €100 per le famiglie che necessitano di trasporto per i figli diversamente abili. Che vergogna. Dovevamo essere la città più ricca del sud Italia, invece… Che amarezza!!!
Mi chiedo: se questa è la situazione di Brindisi che è una piccola città di provincia, che cosa sta realmente succedendo in altri comuni del Meridione ben più grandi, popolosi ed importanti?