BRINDISI- (Da Il7 Magazine) Tra il 1940 e il 1941 la città di Brindisi finì sotto il fuoco incrociato dei bombardieri inglesi. Oggi a testimonianza di quel tragico periodo fatto di morti e di macerie restano i numerosi rifugi antiaerei sparsi per la città, alcuni sono noti, altri non sono conosciuti ma nonostante questo hanno alimentato la fantasia delle persone che immaginano la città di Brindisi poggiata su di un groviglio di gallerie e cunicoli sotterranei. Anche Brindisi come tante altre città d’Italia ha conosciuto così l’orrore della guerra. Tra il periodi più difficili quelli tra novembre e dicembre del 1940 e tra gennaio, febbraio, marzo , aprile, novembre e dicembre 1941. In quei mesi si concentrarono i principali attacchi aerei. La posizione strategica e la presenza della base navale divennero gli obiettivi sensibili dei caccia bombardieri inglesi. Morirono centinaia di civili e l’unico modo per sfuggire agli attacchi divennero i rifugi e i ricoveri antiaerei scavati nelle viscere della città e di cui oggi si torna a parlare perché il Demanio ne ha trasferito la proprietà al Comune di Brindisi. Le testimonianze storiche raccontano che durante i giorni più difficili della guerra i vecchi rifugi furono sistemati rafforzando le armature, furono realizzate nuove uscite di sicurezza , in alcuni cunicoli furono realizzati impianti elettrici. Non sono, furono scavate anche nuove gallerie, due in via del Mare: “sono in muratura di tufo tenero locale e a struttura legata; sono bassi e talvolta con solo pianterreno”si legge sul Genio Civile. E ancora sempre sul Genio Civile si legge che altri tre sono realizzati in via Delle Legioni dove “voi sono abitazioni di operai che non hanno rifugi. Questo ufficio ne ha permesso di costruirne tre in questa zona: uno nello scalo di S.Apollinare. Esso può essere adottato per ottenere un ottimo rifugio antischeggie, offrendo un minimo di bersaglio al colpo diretto.[….] La capacità totale è di 300 persone circa”. Ma i rifugi, stando alle testimonianze storiche non furono realizzati solo nel centro storico ma anche nelle periferie. Secondo quanto scritto sui documenti raccolti nell’Archivio di Stato, furono realizzati dei ricoveri anche in via Osanna, angolo via Cappuccini, via Littoria e via Strabone. E ancora in via Giulio Cesare, via Orazio Flacco, Vico Lungo, via S.Vitp di fronte a Corte Delfino, via XV Novembre, via Ammiraglio Cagni, via Margherito da Brindisi e via Degli Uberti”. Nel centro urbano, invece, vennero sistemati i rifugi in piazza Vittoria, piazza Municipio, Largo Cavalerio, vico De’ Moricino, piazza Cairoli, vico Seminario, piazza delle Anime, Largo Martinez, corso Roma. Largo De’ Laviano, via F.Fornari, via Bari, Largo De Calò, via signore di Piemonte.
Tutti i brindisini conoscevano la collocazione dei rifugi perché allo scattare della sirena era lì che avrebbero dovuto cercare riparo dalle bombe e dalle mitragliette degli aerei inglesi.
I rifugi talvolta erano ricavati da androni di fabbricati, dalle cantine o dai depositi delle botteghe, altre invece erano stati realizzati scavando cunicoli e gallerie di diversa lunghezza nelle mura più antiche e solide della città. “ Accanto alle pareti di queste gallerie- spiega l’archeologo Danny Vitale- sono state trovate le mura messapiche di Brindisi”. Come nel caso del rifugio antiaereo alla base delle Colonne Romane. Qui per accedervi bisogna passare attraverso il Museo Archeologico della Fondazione Faldetta. Sulle mura di questa galleria sono stati trovati persino dei disegni raffiguranti degli uomini in divisa. “Questi disegni- spiega ancora l’archeologo Vitale- confermano la presenza di persone durante il periodo della guerra”. In questi mesi l’Agenzia del Demanio ha formalizzato il passaggio di cinque ex rifugi antiaerei al Comune di Brindisi: il ricovero antiaereo San Nicolicchio Salita di Ripalta, il ricovero antiaereo via Colonna Brindisi, l’ex ricovero antiaereo via Bastioni del Cristo e due ricoveri antiaerei in via Del Mare. Alcuni di questi ricoveri erano già conosciuti, altri sono saltati fuori durante i lavori di scavo e di manutenzione degli edifici. Ad esempio percorrendo via Del Mare, all’altezza dei bagni pubblici, vi sono due ingressi all’interno delle mura di cinta.
Un altro rifugio, non contemplato tra quelli ceduti dallo Stato perché già di proprietà del Comune di Brindisi è quello a pochi metri dall’arco di Porta Lecce. Nelle mura si vede con chiarezza la porta d’accesso murata. “Era una galleria di pochi metri, non c’era molto spazio per muoversi- racconta il professore Giacomo Carito- del resto serviva solo a rifugiarsi. Dopo, finita la guerra, il Comune per racimolare denaro cominciò ad affittarli. Proprio quello in via Porta Lecce fu affittato a mio nonno, anche lui si chiamava Giacomo Carito, che da lì a poco aprì una bottega. Ho ancora con me il contratto di affitto”.
Oggi che i rifugi antiaerei tornano alla luce, il Comune si chiede come poterli utilizzare. Alcuni cunicoli sono stretti e lunghi appena qualche metro altri sono lunghi e si estendono attraverso diverse gallerie come nel caso del rifugio nei pressi di piazza Santa Teresa dove si dice che il groviglio attraversi lo spazio sottostante la piazza e raggiunga il castello Svevo che oggi si trova all’interno dell’arsenale della Marina Militare. In alcune città italiane la presenza di questi rifugi è stata trasformata in una occasione di turismo. A Napoli è possibile fare il giro della città sotterranea, così a Gravina di Puglia. I cunicoli sono diventati dei percorsi attraverso cui scoprire la storia della città. A Brindisi l’amministrazione valuterà con attenzione come si possa sviluppare questo progetto, dagli uffici tecnici spiegano che sarà necessaria una mappatura delle gallerie e una bonifica con tanto di messa in sicurezza delle aree prima di poter sviluppare un vero e proprio progetto. I rifugi antiaerei non sarebbero comunque gli unici cunicoli attorno ai quali sviluppare un percorso turistico, qualche anno fa durante i lavori in via Del Mare poco prima dell’hotel Approdo, sono state scoperte alcune gallerie, antichi camminamenti che collegano tra loro i diversi bastioni. Percorsi sotterranei che risalgono all’epoca di Carlo V. Alcuni di questi camminamenti sono stati già ritrovati ai piedi dell’ex bastione poi demolito, conosciuto come lo Spuntone a pochi passi dal parco giochi sempre in via Del Mare.
Lucia Pezzuto per Il7 Magazine
Bellissimo articolo. Complimenti per il vs giornale. Potrebbe essere un nuovo e piccolo percorso turistico, magari per solo alcuni dei tratti sotterranei, ed il progetto chiamarsi” Brindisi bellica” o “Brindisi sotterranea “….
Ottimo articolo ,sarebbe bello vedere anche qualche foto dei bombardamenti con i danni causati.In una foto,pubblicata qualche anno fa da Ag.Brindisi mi e’ parso di vedere mio padre sulle macerie di via S.Aloy,dove abitava.Grazie.
La prossima settimana sul Il7 Magazine sarà pubblicata un’intervista ad una donna brindisina sopravvissuta ai bombardamenti e le foto di quella terribile notte del 7 novembre del 1941. Troverà il giornale in edicola giovedì sera, domenica, invece, potrà leggerlo anche su BrindisiOggi. Grazie e continui a seguirci.
Lucia Pezzuto
Brava Lucia, ottimo articolo
Mimmo