BRINDISI- Indubbiamente il Negroamaro Wine festival 213 è stato un buon successo. Bastava percorrere le strade del centro storico di Brindisi nelle serate dal 7 all’11 giugno per rendersene conto: migliaia di persone, in gran parte giovani, provenienti anche da altre province, sono state allietate da numerosi complessi musicali e stuzzicate con i vini ed i prodotti migliori della nostra terra.
Sarebbe però anche utile, a conclusione del Festival, disporre di dati più completi. Quelli, ad esempio, relativi al costo dell’iniziativa per l’amministrazione comunale, ci auguriamo compensati dai ritorni di immagine per la città e crescita degli affari per le 100 imprese partecipanti . Ci saranno da valutare poi anche le condizioni di strade ed edifici pubblici e le spese necessarie per ripristinare pulizia, igiene, normalità. In ogni caso, lo ripetiamo, il Negroamaro Wine Festival 2013 è stata un successo. C’è da rammaricarsi soltanto che in un periodo di tempo ristretto siano stati concentrati due eventi importanti, quando l’estate è ancora tutta da venire. Partiranno infatti il 12 giugno dalle banchine del lungomare 100 imbarcazioni per la XVIII Regata Internazionale Brindisi – Corfù.
La crisi del settore industriale e del porto commerciale consentono infatti all’economia brindisina poche chance per riprendersi, tra queste ci sarebbe appunto lo sviluppo di una moderna agroindustria associata ad attraenti proposte di turismo balneare e gastronomico. Dovrebbero muoversi in questa direzione, con convinzione e continuità, gli amministratori locali ed gli imprenditori privati . Anche i giovani dovrebbero crederci di più, dando vita in questi settori ad imprese cooperative, avvalendosi di sovvenzioni e contributi regionali, nazionali e comunitari per l’imprenditoria giovanile.
Chiuso il Festival del Negroamaro, chi volesse farsi ancora una passeggiata nel centro di Brindisi, avrebbe infatti di fronte a sé uno spettacolo meno esaltante, anzi desolante. Gran parte delle attività commerciali sui due corsi principali e nelle strade adiacenti, alcune con una lunga storia alle spalle, sono scomparse. Le serrande sono abbassate. Dietro le vetrine si possono scorgere solo pavimenti sporchi e tracce di antiche attività. La crisi commerciale non è solo conseguenza della limitazione del traffico e della delocalizzazione di numerose attività commerciali negli ipermercati e nei quartieri periferici della città. Ha inciso certamente di più la prolungata crisi dell’economia economia nazionale ed internazionale .
In questo contesto di difficoltà e disagi diffusi si può spiegare l’intensa partecipazione di giovani al Festival del Negroamaro. In molti di loro c’era la voglia di affogare tristi pensieri in uno o più bicchieri di vino. Domani è un altro giorno, forse peggiore, quindi: carpe diem , spendi gli ultimi spiccioli e dormici su!! Prima o poi, se le cose non cambieranno, sarai costretto anche tu a salutare questa cara città e fuggire, verso altri lidi, senza guardarti troppo indietro….
Giuseppe Antonelli
Quello che tutti noi brindisini ci auguriamo è che sia stato solo l’inizio. Inizio di avvenimenti culturali e turistici di alta qualità che hanno messo in risalto le bellezze della nostra città spesso oscurate da una generazione che sta per trascorrere. Sarebbe bello lasciare ancora rivivere il tragitto tracciato dal “wine festival” almeno per tutto il periodo estivo.
ma effettivamente paragonare i nostri giovani a ubriaconi è eccessivo. sa da quanto non si vedevano così tanti giovani tutti in un posto?
brindisi non è morta ed è sbagliato che qualcuno voglia dare quasta immagine
Penso che questi considerazioni e questo “distruttivismo” non vada neanche più preso in considerazione.
L’articolo a mio parere non meritava neanche un commento e non capisco come la redazione abbia permesso di criticare una cosi bella manifestazione del quale io non ricordi precedenti.
E non solo… l’umiliazione dei giovani , paragonati a ubriaconi che affogano la disoccupazione e la depressione della città in un bicchiere di negramaro.
Il bello della democrazia è che ognuno può esprimere la propria opinione, condivisibile e non condivisibile. La redazione di BrindisiOggi pubblica tutti commenti salvo quelli diffamatori o contenenti parole offensive. Non facciamo censura, nè di notizie nè di opinioni.
Lucia Portolano
QUESTI SONO SPECCHI PER LE ALLODOLE…
BRINDISI CHE REGALA UNA COLONNA ROMANA A LECCE…, CHE DISTRUGGE UN TEATRO DI VALORE INESTIMABILE PER METTERCI SU UN PALAZZO ORA FATISCENTE…., BRINDISI, ORA CONSIDERATO ALL’ESTERO, L’AEROPORTO DI LECCE…CHE SI FA SOFFIARE DA BARI ANCHE LE MUTANDE…
LA CITTA’ LA FANNO GLI ABITANTI E GLI AMMINISTRATORI..UNA CITTA’ CHE HA VENDUTO I SUOI PATRIMONI NATURALI ALL’INDUSTRIA PESANTE GRAZIE AGLI AMMINISTRATORI COLLUSI, SENZA SCRUPOLI, CON UNA PERCENTUALE DI TUMORI CHE FORSE NESSUNO ANCORA NE HA CONCEPITO LA GRAVITA’!!!. UNA CITTA’ DOVE I SUOI FIGLI MIGLIORI, DIMENTICATI, LAUREATI LE DANNO LUSTRO ALL’ESTERO. BRINDISI DOMINATA DA PERSONAGGI INCIVILI CHE USANO L’ILLEGALITA’ COME UNICA FORMA DI VITA.
POTETE ORGANIZZARE ANCHE IL FESTIVAL DI CANNES, A ME BASTEREBBE CAMBIARE IL SENSO CIVICO DELLA CITTA’.
ma se non vi piace perchè non fate fagotto e andate via.
ho riscoperto il gusto di passeggiare per le strade del centro ,naturalmente bisogna fare ancora tanta strada,ma i cambiamenti repentini sono sinonimo di fallimento.per troppo tempo non si è fatto niente a me sta bene così e…. chi ben comincia eè a metà dell’opera.
viva brindisi e i brindisini
il problema di Brindisi come al solito sono i troppi Brindisini rimasti.
Sempre i soliti pressapochisti e nullatenenti, che non guardano all’eccellenza, ma esaltano la mediocrita’.
Cosa volete ottenere, se neanche guardandovi allo specchio siete capaci di fare autocritica e mettervi in discussione.
Dovreste unirvi, quei pochi dai buoni propositi (parlo dei giovani) e rimboccarvi le maniche.
Good Luck!
Il dibattito che si è sviluppato intorno all’articolo di Giuseppe Antonelli è avvilente perchè dimostra che a Brindisi ogni valutazione e analisi che sia fuori dagli schemi viene identificata come pessimismo e catastrofismo.
Mi chiedo se coloro che hanno messo in evidenza la negatività di questo articolo vivono in questa città e come?
Sicuramente l’iniziativa è positiva e lo riporta anche l’articolo di Antonelli sopratutto quando riporta la grande affluenza di gente nel centro della città, forse troppa,quando generalmente i nostri corsi sono quasi deserti e sono più le macchine che per sola sfida continuano a sfilare per corso Garibaldi.
Sicuramente è positiva la promozione dei nostri prodotti, ma generalmente siamo di fronte a prodotti di alta qualità gia conosciuti nei mercati nazionali ed esteri atraverso i canali specialistici di settore, ma sicuramente fuori dalle disponibilità del reddito medio del nostro territorio, mentre i prodotti più abbordabili, in termini di prezzi, sono stati allocati nelle zone più decentrate della manifestazione.
Alla fine vi è una domanda nell’articolo alla quale nessuno ha voluto dare risposta è riguarda gli effetti economici di media e lunga durata che questa iniziativa porterà al territorio.
Sicuramente artigianato e turismo potrebbero essere volani di sviluppo locale insieme all’agricoltura, ma bisogna avere il coraggio di sostenere attività che non sono gia nei mercati nazionali ed internazionali e sostenere attività giovanili che sicuramente non hanno i mezzi per sostenere i costi di marketing e pubblicità.
Infine ha ragione Giuseppe quando illustra la situzaione dei nostri negozi al centro, vuoti e decadenti, il caso più eclatante il locale ex UPIM in corso Umberto.
Sicuramente aree di parcheggio gratuite o a costo fisso come quello di via Del Mare, insieme a iniziative poco costose con l’esibizioni di giovani artisti e esposizioni di prodotti locali rivingorirebbero la nostra economia.
Sono perfettamente daccordo con il sigr cosimo…di esempi analoghi da fare ce ne sono infiniti!!
Ho trascorso troppi anni a Brindisi per non ricordare anche altre feste ,forse meno spettacolari ma ugualmente dense di cultura:la festa dell’uva, le sfilate a cavallo a carnevale,le regate marinare, ecc. Tutto ciò era organizzato a “buon prezzo”,non veniva contrapposto o sminuiva l’importanza dello sviluppo industriale, della rivitalizzazione del centro cittadino, della crescita dei traffici marittimi. Detto ciò,la mia breve riflessione sottolineava inizialmente,senza remore, il grande successo del Negroamaro Wine Festival, indicava poi , sia pur sommariamente, le reali opportunità di crescita economica ed occupazionale per i giovani nell’agroindustria e nel turismo gastronomico, ricordava infine situazioni persistenti e diffuse nella nostra città di crisi e disagio giovanile . Che tutto questo possa essere liquidato da qualcuno come il “solito lamento “ è segno evidente di difficoltà a cogliere stimoli alla discussione e al miglioramento .
o Riunire e riavvicinare tre manifestazioni importanti quali lo Snim, il Negramaro wine festival e la Brindisi Corfù e se possibile anche un torneo di golf è una cosa che ci è un po attento alla pianificazione turistica o del marketing territoriale chiedeva da tempo. Doveva essere un segnale! Un segnale importante della vivacità di un territorio agli operatori turistici internazionali e nazionale, alle aziende a tutte quelle persone che oggi guardano alla Puglia, ma in maniera particolare al “Salento” come una destinazione importante. Importante perchè chi ha scelto di venire in Puglia in queste settimane si è sentito parte di un qualcosa di sicuramente unico e particolare. Il Negramaro sviluppato all’interno della vecchia città medioevale è la risposta vera a chi non ha ancora compreso che proprio l’unicità di un tessuto cittadino, con i suoi colori e le sue storie è la vera risposta all’appiattimento dei grandi centri commerciali. Ma siamo Brindisini…pronti a lodare tutto quanto avviene a 30km da quì e dire peste e corna di noi, non per migliorale o aggiustare il tiro, a volte solo per un malcelato segno di bastian contarietà……o per pura ignoranza! La città post industriale, ammesso che un giorno si potrà vederla comincia da queste cose, Brindisi investe su stessa sulla sua storia che non è e non può essere la passeggiata sui corsi
Non entro nel merito dell’intervento
-basta leggerlo-
ma rilevo soltanto che questa città si “esalta”
-e forse andrebbero tolte le virgolette-
e lo facilmente quando è abindolata.
Senza scomodare il “panem et circences”
-che pure era il modus operandi di una ben nota amministrazione (finita poi come tutti ben sanno)-
direi che, appunto, è atavica la “ubriacatura”
-talora pure reale e non metaforica-
di fronte a cose e/o persone che fanno “fumo”.
Ad esempio ricordo a me stesseo quanti concittadini STRAVEDEVANO per il Brindisi di Salucci
(ed anche qui: è noto l’epilogo):
ebbene, non solo non si sono “ravveduti” ma
ANCOR OGGI in tanti eloggiano quella Società
(tutto l’entourage, “padrini” politici inclusi) e quasi ne hanno nostalgia.
O mi sbaglio?
come al solito,….. il solito brindisino , che come hanno detto altri non sanno che vedere il bicchiere che mezzo vuoto. Un passo alla volta, io credo invece che stiamo sulla buona strada se non ci facciamo prendere dal solito autolesionismo/invidia che ci ha sempre contraddistinto
Mio dio che pessimismo! È stato un grande successo e questo bisogna limitarsi a dire,senza andare ogni volta a trovare i lati oscuri di un evento che vale molto di più dei soldi spesi dall amministrazione comunale.Certo eventi del genere si possono organizzare solo una volta all anno,per il resto devono essere i privati a ingegnarsi.Dire che farsi una passeggiata a Brindisi da domani sarà deprimente non mi sembra un atteggiamento che possa aiutare questa città a riemergere,dobbiamo essere per primi noi brindisini a crederci e a parlare bene della nostra città,per fare una immagine positiva e attrattiva,e da questo articolo ho avuto la sensazione di quella stantia abitudine di piangerci addosso.Brindisi è bella sempre e comunque,cerchiamo di trasmetterlo agli altri.
Mi dispiace davvero tanto constatare che, come sempre, non siamo assolutamente capaci di vedere il bicchiere mezzo pieno. Non riusciamo a cogliere il lato positivo delle cose. Non è’ possibile che ci deve essere sempre un però. Brindisi e’ bella e può farcela ha bisogno solo di persone positive!
La solita zappa sui piedi…Sono assolutamente convinto della bontà dell’intervento però la visione pessimistica contenuta non permette di certo di migliorare l’evento,qualora c’è ne fosse bisogno.Godiamoci questi giorni!Il fatto di concentrare tutti gli eventi in un periodo pre estivo può essere anche un’azione di marketing…Far parlare di una città ancora fuori da certi circuiti è più semplice in un periodo destagionalizzato.Saliremo la china un passo alla volta.Ci vuole un po’ di fiducia.