LECCE- Le rivelazioni di Carmine Schiavone, cugino del boss dei Casalesi Francesco, contenute nelle sessantatré pagine di verbale, su come i rifiuti tossici dal nord Italia siano arrivati in Puglia e nel Salento non sembrano preoccupare la DDA di Lecce. Lo dichiara lo stesso procuratore Cataldo Motta che cerca di ridimensionare l’allarmismo diffusosi in questi giorni .
Schiavone parla di “zona infettata da rifiuti tossici”, zona in cui la Camorra ha messo piede con l’aiuto della malavita locale. “C’erano gruppi che operavano con noi e con i siciliani”, si continua ancora a leggere nella deposizione. Quanto ai guadagni, pare che i rifiuti che venivano occultati attraverso imprese del clan in scavi abusivi e la loro successiva gestione riuscissero a garantire al clan “un compenso di 7-10 milioni (di lire, ndr) l’ettaro”.
A questi racconti si aggiungono anche quelli del pentito leccese Silvano Galati , ex esponente della Sacra corona unita, ritenuto vicino al clan “Cucurachi”, agli inquirenti parla di rifiuti sepolti nelle campagne salentine .
Territori avvelenati da rifiuti tossici che solo a pensarci mettono i brividi se solo fosse vero , diciamo se fosse vero perché dalla DDA Cataldo Motta invita a “non seguire i fantasmi e ad abbassare i toni di un allarmismo creato soprattutto dai media”.
Quella che vi proponiamo è la video intervista realizzata al procuratore della DDA di Lecce questa mattina al termine della conferenza stampa sui 15 arresti eseguiti dalla Guardia di Finanza di Brindisi.
BrindisiOggi
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