BRINDISI- (Da Il7Magazine) Riaprono le scuole, dal 24 settembre a Brindisi tutti in classe tranne gli studenti disabili che restano a casa per mancanza di insegnanti di sostegno ed assistenti scolastici. Ancora una volta la scuola diventa un privilegio per molti ma non per tutti. Se molti pensano che la Dad , la didattica a distanza, durante il lockdown sia stato per gli studenti un esperimento mal riuscito, soprattutto per i ragazzi diversamente abili, dovrà ricredersi perché il peggio deve ancora arrivare. Mercoledì prossimo proprio quegli studenti speciali, con particolari disabilità, che speravano di rivedere presto compagni ed insegnanti saranno costretti a restare a casa perché la scuola non è in grado di garantire la presenza degli insegnanti di sostegno e degli assistenti scolastici. Una delusione che pesa il doppio dopo i lunghi mesi trascorsi a casa. Ancora una volta a questi ragazzi sarà negato il diritto allo studio. Tanta l’amarezza anche nelle parole dei genitori che in qualche modo dovranno spiegare ai figli il perché non è consentito loro frequentare regolarmente le lezioni. “Ho un bimbo autistico che deve frequentare la terza elementare- racconta mamma Alessandra- voi non avete idea di cosa ha significato per lui la classe. Non è facile integrarsi quando si ha una simile patologia, eppure con l’aiuto di tutti, gli insegnanti, gli assistenti e soprattutto i compagni ci siamo riusciti. Ma ora ogni giorno, ogni mese trascorso lontano dalla scuola è un passo indietro che facciamo. Non potete capire la mia disperazione”. Per Alessandra e suo figlio i mesi di lockdown sono stati molto duri, il venir meno della scuola ha gettato suo figlio nell’isolamento ed ora la speranza era quella di poter recuperare rientrando in classe con i compagni. “La scuola ci ha detto che al momento non ci sono insegnanti di sostegno- racconta- quanto prima ci faranno sapere. Intanto mio figlio resta a casa mentre i suoi compagni saranno in classe. Lui passa le ore a disegnare ed è felice quando mostra ai compagni i suoi disegni. Ora immaginate la sua delusione”. Facendo un rapido esame, non è una novità che ad inizio di anno scolastico gli istituti non siano pronti ad accogliere anche i ragazzi con disabilità. Accade ogni anno, infatti, che a causa di lungaggini burocratiche questi studenti speciali siano costretti ad adeguarsi ai tempi necessari per la nomina degli insegnanti o degli assistenti scolastici. Nei casi più fortunati questo problema si risolve ne giro di qualche settimana ma nei casi peggiori il problema permane per l’intero anno scolastico perché un solo assistente scolastico deve occuparsi di più alunni costringendo così i ragazzi a frequentare la scuola a giorni alterni, in ogni caso in base alla disponibilità dell’assistente. “Quest’anno, mi ha comunicato la scuola- dice una mamma di una ragazza di 16 anni, disabile al cento per cento- che mia figlia frequenterà le lezioni una settimana in presenza ed una in video lezione. Ora ditemi come devo fare? Chi può seguirla quando è in casa? Io lavoro, come faccio?”. A questo si aggiungono le misure anti Covid che evidentemente la scuola non riesce a garantire per studenti particolarmente fragili. “Infatti mi hanno detto che forse è anche meglio che resti a casa- riferisce la mamma della giovane- mi a figlia è un soggetto fragile. Quindi per loro è una responsabilità in meno avere una persona a rischio nella scuola. Poi parlano di integrazione”. Sul fronte della sicurezza il Miur dedica un lungo capitolo delle misure anti Covid . La ripresa delle attività deve essere effettuata in un complesso equilibrio, scrive il Miur nel Piano della Scuola 2020/2021, tra sicurezza, in termini di contenimento del rischio di contagio, benessere socio emotivo di studenti e lavoratori della scuola, qualità dei contesti e dei processi di apprendimento e rispetto dei diritti costituzionali alla salute e all’istruzione. Centrale, pertanto, sarà il ruolo delle singole scuole, accompagnate dall’Amministrazione centrale e periferica e dagli Enti Locali, nel tradurre le indicazioni nello specifico contesto di azione, al fine di definire soluzioni concrete e realizzabili. In ciascuna Regione l’organizzazione dell’avvio dell’anno scolastico sarà articolata, in primo luogo, con la istituzione di appositi Tavoli regionali operativi, insediati presso gli Uffici Scolastici Regionali del Ministero dell’Istruzione. Compito dei Tavoli regionali, attraverso un confronto costante, sarà quello di monitorare le azioni poste in essere dalle Conferenze dei servizi a livello territoriale e dai diversi attori coinvolti nell’organizzazione delle attività scolastiche. Inoltre, a livello provinciale, metropolitano e/o comunale, si organizzeranno apposite Conferenze dei servizi, su iniziativa dell’Ente locale competente, con il coinvolgimento dei dirigenti scolastici, finalizzate ad analizzare le criticità. Tutti gli interventi straordinari che si rendessero necessari per assicurare la soluzione di criticità emerse in vista dell’avvio dell’anno scolastico, e che non siano già previsti, dovranno trovare adeguata copertura finanziaria. Per ciò che concerne le misure contenitive, organizzative e di prevenzione e protezione da attuare nelle singole istituzioni scolastiche per la ripartenza, si fa esclusivo rinvio al Documento tecnico del CTS del 28 maggio 2020 e ai successivi aggiornamenti, allegati alle linee guida. In esso, in particolare, si prevede che il distanziamento fisico (inteso come 1 metro fra le rime buccali degli alunni), rimane un punto di primaria importanza nelle azioni di prevenzione. Il CTS, almeno 2 settimane prima dell’inizio dell’anno scolastico, aggiornerà, in considerazione del quadro epidemiologico, le proprie indicazioni in merito all’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale per gli alunni e per gli insegnanti. In merito alla disabilità e all’inclusione scolastica, nelle linee guida possiamo leggere che priorità irrinunciabile sarà quella di garantire, adottando tutte le misure organizzative ordinarie e straordinarie possibili, sentite le famiglie e le associazioni per le persone con disabilità, la presenza quotidiana a scuola degli alunni con Bisogni educativi speciali, in particolar modo di quelli con disabilità, in una dimensione inclusiva vera e partecipata. Per alcune tipologie di disabilità sarà opportuno studiare accomodamenti ragionevoli, sempre nel rispetto delle specifiche indicazioni del Documento tecnico del CTS, di seguito riportate: “Nel rispetto delle indicazioni sul distanziamento fisico, la gestione degli alunni con disabilità certificata dovrà essere pianificata anche in riferimento alla numerosità, alla tipologia di disabilità, alle risorse professionali specificatamente dedicate, garantendo in via prioritaria la didattica in presenza… Non sono soggetti all’obbligo di utilizzo della mascherina gli studenti con forme di disabilità non compatibili con l’uso continuativo della mascherina. Per l’assistenza di studenti con disabilità certificata, non essendo sempre possibile garantire il distanziamento fisico dallo studente, potrà essere previsto per il personale l’utilizzo di ulteriori dispositivi. Nello specifico in questi casi il lavoratore potrà usare unitamente alla mascherina chirurgica, fatto salvo i casi sopra menzionati, guanti in nitrile e dispositivi di protezione per occhi, viso e mucose. Nell’applicazione delle misure di prevenzione e protezione si dovrà necessariamente tener conto delle diverse disabilità presenti”.
Lucia Pezzuto per Il7 Magazine
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