Revocata la convenzione con l’Asl, l’Avis interrompe le raccolte di sangue in provincia

BRINDISI – Cinque. Cinque sono le dita di una mano, cinque sono i sensi cinque sono le stelle del movimento di Beppe Grillo e degli hotel di gran lusso. Cinque sono anche gli appuntamenti con la donazione del sangue organizzati dall’Avis di Brindisi, in giro per la provincia, tra il 25 e il 27 aprile, cancellati a causa della revoca che garantiva all’associazione le risorse utili all’organizzazione degli eventi: Carovigno, San Donaci, Oria, Ceglie Messapica e Torchiarolo, per un totale stimato di circa 300 sacche di sangue non raccolte e, quindi, non disponibili nei frigoriferi dei reparti delle strutture sanitarie della provincia.

La notizia della revoca della convenzione è arrivata il 13 aprile scorso da Bari, dal Crat, il coordinamento regionale per le attività trasfusionali, un ente a metà tra il politico e il tecnico che decide le strategie da perseguire in Puglia in merito alla raccolta e allo smistamento del sangue nelle Asl del territorio. L’Asl di Brindisi, due anni or sono, aveva proposto alle associazioni che si occupano della sensibilizzazione al problema della donazione del sangue, una convenzione che trasferisse ai volontari tutti gli oneri dell’organizzazione delle raccolte a fronte del trasferimento di risorse utili a sostenere i costi che gli appuntamenti richiedono.

Organizzare un simile evento, infatti, richiede uno sforzo non da poco: bisogna reclutare il personale medico, infermieristico e tecnico che proceda agli esami necessari e ai prelievi, noleggiare le apparecchiature, comprare il materiale sterile da usare, garantire una colazione decente ai donatori che si svegliano la domenica mattina presto e si recano a stomaco vuoto, affrontando lunghe code prima di potersi sottoporre al prelievo. Questi aspetti, ante convenzione, erano tutti a carico dell’Asl che impiegava le proprie risorse umane, economiche e materiali per supportare il lavoro dei volontari. Analizzando la situazione, stante le difficoltà di gestione dei tanti appuntamenti di raccolta serali e festivi, i vertici Asl hanno pensato di risolvere un’impasse che stava mettendo a rischio il servizio proponendo a tutte le associazioni del territorio attive in questo settore una convenzione che trasferisse gli impegni organizzativi di queste donazioni ai volontari.

L’unica a sottoscrivere il patto fu l’Avis, vista probabilmente la mole di appuntamenti, donatori e sacche di sangue annue che riesce a sostenere. Il rapporto così declinato fra azienda e associazione di volontariato ha funzionato nel migliore di modi per due anni, tant’è che la convenzione, di durata annuale, era stata rinnovata due volte senza apportare modifiche sostanziali al regolamento, sintomo del buon funzionamento del sistema messo in piedi dai responsabili Asl che avevano avanzato la proposta a tutti i volontari del sangue. La doccia fredda è arrivata qualche giorno fa quando il Crat, riunitosi per redigere uno schema di convenzione tipo da adottare in tutte le realtà della regione, non è riuscito a trovare seduti intorno a un tavolo tutti i protagonisti necessari alla buona riuscita della riunione, dovendo, così, revocare immediatamente l’accordo stipulato tra azienda sanitaria locale brindisina e Avis provinciale.

Solo considerando i 5 appuntamenti saltati tra il 25 aprile e oggi, domenica 27, si parla di, secondo alcune stime redatte in base alle passate raccolte, circa 300 sacche di sangue in meno a disposizione degli ospedali della provincia. “Ciò di cui ha davvero bisogno il mondo è più amore e meno scartoffie”, diceva l’attrice del secolo scorso Pearl Bailey. In questo caso si potrebbe sostituire la parola “amore” con “sangue”. Il risultato non sarebbe poi molto diverso.

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