CAROVIGNO – Dichiarazioni false alterate per fatture di operazioni inesistenti e mediante anche documenti contabili occultati, evadendo così al Fisco – stando agli accertamenti della Finanza – 2milioni di euro e Iva per 600mila euro. Finisce sotto la lente di ingrandimento la società Rete Servizi srl di Carovigno operante nel settore dei rifiuti, la stessa finita nell’operazione Hydra dei carabinieri lo scorso 23 ottobre. Tre persone sono state denunciate per reati tributari. I finanzieri hanno eseguito un sequestro preventivo di disponibilità finanziarie per un ammontare di oltre 60mila euro e di 15 automezzi, strumentali all’attività di impresa, per un valore complessivo di oltre 310mila euro.
L’indagine è iniziata parallelamente a quella dei carabinieri. Dopo gli arresti di lunedì scorso, oggi, arrivano anche i sequestri alla società Reteservizi di Leobilla.
I finanzieri della compagnia di Ostuni, nel quadro dell’azione svolta a contrasto delle più gravi forme di evasione e frode fiscale, hanno eseguito una complessa attività di polizia economico-finanziaria nei confronti di una società di Carovigno, operante nel settore della raccolta e smaltimento dei rifiuti e di ulteriori tre società cosiddette “cartiere”, ovvero prive di struttura imprenditoriale ed aventi quale unica finalità quella di emettere fatture per operazioni inesistenti.
Gli accertamenti delle Fiamme Gialle avrebbero consentito di rilevare che gli amministratori delle società controllate avrebbero occultato al fisco materia imponibile per un valore complessivo di circa 2 milioni di euro ed evaso Iva per oltre 600 mila euro. Come? Attraverso, secondo gli investigatori, tre società ‘satelliti’ che avrebbero avuto la mansione di emettere fatture false.
Complessivamente, le indagini hanno consentito di individuare e denunciare all’Autorità giudiziaria tre persone ritenute dagli investigatori responsabili di reati tributari, perpetrati attraverso la presentazione di dichiarazioni fraudolente alterate sia dall’utilizzo di fatture relative ad operazioni inesistenti che mediante l’occultamento di documenti contabili.
Conseguentemente, sulla base dei riscontri investigativi operati dalle Fiamme Gialle, il Gip del Tribunale di Brindisi – su proposta della locale Procura della Repubblica – ha emesso un provvedimento di sequestro preventivo finalizzato al recupero delle imposte evase nei confronti della società e dei tre soggetti denunciati.
BrindisiOggi
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