Reportage a Torre Guaceto: cosa c’è dietro gli incendi

CAROVIGNO- (da il7 Magazine) Otto chilometri di costa tra calette incontaminate, lunghe distese di sabbia, e tratti di falesia argillosa. Al centro la torre saracena che  dall’alto permette di tenere sotto controllo  tutta la riserva naturale di Torre Guaceto,  sia quella marina che terrestre. Un’oasi naturale  protetta lungo il litorale tra Brindisi e Carovigno. Da qualche anno è stato attrezzato anche un lido nella zona di Penna Grossa, ma viene smontato a fine stagione, e in autunno all’orizzonte si vede solo una lunghissima lingua di arenile bianco che fa contrasto con il mare celeste cristallino.

Una bellezza di questo territorio troppe volte macchiata da attentati incendiari e atti intimidatori che hanno colpito non solo la riserva, ma anche coloro che gravitano intorno al consorzio che la gestisce. Da maggio ad ottobre Torre Guaceto è stata  minacciata da almeno sei incendi.

Da meno di un mese è stato nominato presidente del consorzio Pietro Tafaro. Il sindaco di Carovigno, Carmine Brandi,  a cui spetta la nomina del presidente, ha puntato su un prefetto. Tafaro è stato anche prefetto della provincia di Brindisi, andato da qualche anno in pensione. Dopo le dimissioni a settembre dell’ex presidente Giovanni Epifani, l’assemblea dei soci della quale fanno parte Comune di Carovigno, Comune di Brindisi e Wwf ha dovuto eleggere una nuova guida. L’amministrazione di Carovigno ha indetto un bando pubblico per la nomina, sono state presentate quattro candidature, una fuori tempo massimo, ma la scelta è caduta sull’ex rappresentate di governo. Una nomina esterna e istituzionale.

E’ dicembre, c’è ancora qualche turista da queste parti. Scattano delle foto, qualcuno è sdraiato su un telo a godere il sole.  Un uomo con un binocolo guarda tra i canneti e la palude, spera di catturare con lo sguardo qualche volatile raro.  Una coppia è in bicicletta.

Prima di arrivare alla torre, cuore e simbolo della riserva naturale, si percorre una strada che costeggia la statale, qui possono passare solo i mezzi autorizzati. Proprio dove inizia il boschetto dei lecci ci sono i segni dell’ultimo incendio, quello del 22 ottobre, che ha bruciato ettari di macchia mediterranea. E’ tutto nero, il fuoco ha devastato alberi e piante. Questa è la zona A della riserva, quella in cui l’accesso è previsto solo a piedi e in bicicletta, dall’alba al tramonto. Una settimana prima altre fiamme hanno rotto il silenzio della riserva. Quello che resta sono tronchi carbonizzati, chiome scure, e terra nera.  Il fuoco è divampato all’al di là della statale,  in un canneto che si trova nel sito di importanza comunitaria nella zona agricola.  Da queste parti sono in molti a credere che dietro il fuoco ci sia la mano di qualcuno. Interessi privati  che girano intorno alla riserva. La natura  qui è stata troppe volte minacciata dalle fiamme,  vittima degli interessi economici.

“Non abbiamo dubbi che gli ultimi due roghi siano dolosi – afferma Alessandro Ciccolella, direttore del consorzio di gestione di Torre Guaceto – qualcuno ha raggiunto la riserva con il chiaro scopo di creare un danno. Non credo si tratti però della mano di un piromane. E’ qualcuno che ha altri scopi”.

Passeggiando tra la riserva si notano ancora i residui dell’incendio di agosto. Macchie nere e aride che  stroncano le distese di verde. Pian piano la vegetazione sta ricrescendo. “Ci voglio mesi prima che rispuntino le piante verdi”, spiega uno degli operatori.

In estate ci sono stati altri incendi ma hanno interessato per la maggior parte aree private e  terreni agricoli, l’origine di questi potrebbe essere addebitata ad altro. Secondo le ipotesi avanzate dal direttore, molto spesso potrebbero scaturire dalla  gestione agricola.

Oltre al mare, le spiagge e i boschi, ci sono i campi di ortaggi e di pomodori, ma anche uliveti.  Ben quattro aziende agricole hanno aderito al marchio di Torre Guaceto per i loro prodotti. Qui si produce il pomodoro fiaschetto di Torre Guaceto, ma anche l’olio. Oltre alle aziende più grandi ci sono anche decine di agricoltori che gestiscono i loro campi. Il tutto ricade nella gestione del consorzio. “Ci siamo ritrovati con i terreni nella riserva – dice Mario Di Latte, un imprenditore agricolo – ma questa rappresenta una grande occasione per noi. I nostri prodotti possono usufruire del nome di Torre Guaceto ormai famoso anche all’estero ”.

L’azienda di Di Latte ha una produzione biologica, la passata del pomodoro fiaschetto di Torre Guaceto e il suo olio ormai viaggiano per l’Europa. Ma anche gli agricoltori hanno un’idea ben precisa sugli incendi. “Io vivo qui da anni – aggiunge Di Latte – non c’è niente di nuovo. Non sono i primi episodi. Per molti la riserva viene vista come una fonte di guadagno con il lido attrezzato ed altre attività. Una cosa è certa non sono gli agricoltori ad avere interessi di questi tipo”.

Nelle politiche di gestione del consorzio è previsto l’ampliamento della riserva sia a nord che a sud con l’inclusione di nuove aree agricole.

Allargando però i confini  si prevedono due nuovi accessi con due nuove aree parcheggio, differenti dalle precedenti. E il tema dei parcheggi a Torre Guaceto è questione molta calda,  dopo la chiusura del vecchio parcheggio privato al quale non è stata più rinnovata l’autorizzazione perché ricadente in zona agricola. Tra proprietario e Comune di Carovigno c’è un contenzioso giudiziario.

Lo stesso Comune nella primavera scorsa ha indetto un bando pubblico per la gestione dei parcheggi. I  privati vincitori hanno individuato delle aree e pagato un fitto.

“Gli unici interessi che possono girare intorno alla riserva – spiega l’ex presidente del consorzio  Giovanni Epifani – sono i parcheggi.  Il resto delle attività è gestito direttamente dall’ente”.

 Epifani ha dato le dimissioni da presidente del consorzio il 27 settembre scorso:  “troppe pressioni mediatiche”, ha riferito.  Nel frattempo  è stato nominato assessore alla Polizia municipale del Comune di Carovigno.

Ma gli incendi nel tempo non hanno interessato solo canneti e macchia mediterranea. C’è altro fuoco sospetto che non è escluso sia legato alla riserva.

Prima della lunga scia estiva, il 29 aprile scorso furono bruciate le auto di un ingegnere dell’ufficio tecnico del Comune di Carovigno Leonardo Scatigna. Le due auto era parcheggiate nel cortile della sua villetta a Torre Santa Sabina.

Scatigna è il dirigente del Suap (sportello unico attività produttive), l’ufficio che  rilascia le autorizzazioni ai privati per l’esercizio delle attività. In quei giorni erano passate dalle sue mani alcune richieste che riguardavano proprio Torre Guaceto. Non è detto che ci sia un collegamento.

Tra gli atti intimidatori negli ultimi tempi se ne aggiunge un altro: qualcuno il 22 dicembre scorso ha tentato di dare fuoco all’auto della moglie del sindaco di Carovigno. La vettura, una Citroen C3, era parcheggiata sotto la casa del primo cittadino. Non si hanno dubbi sull’origine dolosa del rogo.

Non si esclude nulla, e le vicende legate a Torre Guaceto finiscono nell’inchiesta condotta dai carabinieri.

Proprio qualche settimana fa il sindaco Brandi ha autorizzato una nuova area di accesso alla riserva, in merito ad una vecchia proposta fatta dall’ex presidente Epifani. Si tratta di una porta d’accesso dove sarà realizzato parcheggio e una postazione di front office, nell’area vicino al Meditur.

“Ho accetto di buon grado questo incarico – afferma il neo presidente Tafaro- dobbiamo valorizzare questa ricchezza del nostro territorio. Il mio primo atto sarà quello di cercare di affrontare la problematica delle porte d’accesso alla riserva. Di recente il sindaco di Carovigno ha dato il via libera ad un’area. Questo è un passo importante,  si è messo un punto fermo. Ma ci sono tanti altri progetti”.

1 Commento

  1. A me sembra che il problema di Torre Guaceto e sfuggito di mano da un bel pezzo di tempo (il ripetersi degli incendi )dolosi nella riserva, dura da decenni.Da chi e perche?.Comunque volevo amche fare qualche suggerimento disinteressato per i contestati parcheggi. fateli dove volete ma fateli bene.E scandaloso lasciar parcheggiare veicoli amotore inquinanti sula terra nuda senza fosse di raccolta di idrocarburi,oli mineralilasciati daiveicoliche dopo essere passati rendono il terreno imroprio alla coltivazione agricola.scusate la lunghezza dellàrticolo.

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