BRINDISI- (Da Il7 Magazine) Attenzione pericolo. Possibilità di onde di piena improvvise anche per manovre su opere idrauliche. È pieno di questi cartelli lungo Fiume Grande. L’ultimo si trova a ridosso della strada principale che taglia la zona industriale di Brindisi, a circa dieci metri dalla foce del fiume che va a finire in mare. La parte finale del corso d’acqua costeggia l’ingresso di Basell (una delle società del Petrolchimico). Su un cartello si legge anche che questa zona rientra nel parco regionale Saline Punta della Contessa, che appare una grande contraddizioni visto che a pochi metri c’è il Petrolchimico e qualche passo più avanti l’ex centrale Edipower. Si è in piena area industriale. Seguendo il corso del fiume si arriva al mare: una grande insenatura di fronte ai vecchi impianti di Brindisi nord. È qui che è prevista la realizzazione di una vasca di colmata che dovrebbe contenere 700mila metricubi di sedimenti provenienti dal dragaggio che l’Autorità di sistema portuale vorrebbe fare nei fondali di Costa Morena e Sant’Apollinare. Una vasca di rifiuti nel mare, cementificando questo angolo del tratto di Costa Morena. Sul posto è assolutamente evidente come il fiume sfocia attraverso un canale, ma nello stesso l’acqua arriva da più parti e c’è il rischio, così come sollevato dall’Autorità di bacino e dallo stesso assessore comunale all’Urbanistica Dino Borri, di una strozzatura della foce. La colmata potrebbe bloccare il deflusso e creare allagamenti. Ipotesi segnalata già nella situazione attuale attraverso i numerosi cartelli. Un rischio già previsto e calcolato in quanto questa area è considerata nel Piano stralcio di bacino idrogeologico a “pericolosità geormorfologica molto elevata e a pericolosità geormologicamente elevata, inoltre ad alta pericolosità idraulica in presenza proprio della foce di Fiume Grande”. Il corso dell’acqua sorgiva, che all’altezza di Basell ha una portata rilevante, è costeggiato da un canneto, che poi diventa più spesso alla foce, ad un certo punto si è creato anche uno stagno proprio perché l’acqua in questa zona non è riuscita a defluire e a incanalarsi nel percorso artificiale che è stato creato dall’uomo e sul quale punta l’Autorità di sistema per superare risolvere le problematiche di strozzatura della foce. I tecnici dell’Autorità portuale infatti propongono di risolvere la questione creando un canale che segni il percorso del letto del fiume così da superare la colmata. Ma il progetto non convince l’architetto Borri. Ed è bastato poco per creare uno stagno proprio allo sbocco in cui dovrebbe essere costruita la vasca. Questa zona ormai è diventato luogo frequentato dai Cavalieri d’Italia, una specie protetta di uccelli che viene a nidificare da queste parti. Ce ne sono tanti la mattina, comunemente conosciuti come trampolieri. Percorrendo a ritroso il fiume ad un certo punto l’acqua non si vede più, è nel suolo tra i canneti. È primavera e non piove da tempo. Si è in pieno parco naturale Saline Punta della Contessa dove ci sono due laghi costieri ed improvvisamente spunta uno spettacolo che non ti aspetti. All’ombra della centrale a carbone Federico II e ai piedi del Petrolchimico due numerosi stormi di fenicotteri rosa.
Da una parte c’è un gruppo di piccolini che vengono sorvegliati da un fenicottero più grande (forse la madre), dall’altra invece con lo sfondo del camino di Cerano c’è un gruppo di adulti, bianchi e con le striature rosa. Da qualche anno vengono avvistati da queste parti. Una specie protetta e rara, che è solita stare nelle saline.La danza dei fenicotteri rosa è uno dei più bei regali della natura.Ma nel cielo si avvista anche un falco di palude che vola basso in cerca della sua preda e alcuni aironi sono poggiati nell’acqua. Laghi costieri, acqua delsuolo e fiume Grande come la teoria dei vasi comunicanti sono legati tra loro. Intanto è atteso nel mese di maggio l’esito della Via (valutazione di impatto ambientale) che l’Autorità di sistema portuale ha richiesto per la realizzazione della vasca di colmata. L’Autorità di bacino, anche se fuori i limiti di tempo previsti, ha evidenziato “la necessità che l’ente proponente valuti attentamente la possibilità di individuare altre zone della costa meno esposte a queste pericolosità. Solo in caso di motivata impossibilità ad individuare un altro sito per la cassa di colmata, allora l’intervento potrebbe risultare compatibile con le previsione e le prescrizioni”.
Queste ultime prevedono che vengano ridotti i gradi di pericolosità geomorfologica e idrica attualmente esistenti. E visto la conformazione e la situazione attuale queste prescrizione appaiono difficilmente attuabili. Da parte sua l’Autorità portuale risponde che non può esserci un sito alternativo, come per esempio la colmata di Capobianco (quella della Brindisi Lng per intenderci) perché questa non garantisce la giusta volumetria ed è esposta a moti ondosi esterni, oltre ad avere maggiori vincoli paesaggistici. Ma sulla volumetria necessaria ci sono molti interrogativi. Non si è mai fatta la caratterizzazione del fondale per capire di quanto materiale si stia parlando, non è chiara infatti la composizione e quindi quanto sedimento inquinato c’è. Perché solo questo andrebbe in vasca. Eppure nella variante del piano regolatore portuale si stabilisce che prima di qualsiasi opera bisognerà procedere alle caratterizzazioni. Inoltre qualcuno ha sollevato anche una questione di opportunità in quanto in una delle relazioni consegnate dall’Autorità portuale al Ministero si legge che “la vasca è prevista per i sedimenti del dragaggio del porto di Brindisi e degli altri porti dell’Autorità di sistema”. Come per dire che nel caso arriveranno i rifiuti anche di Bari, Manfredonia, Barletta e Monopoli.
Lucia Portolano per Il7 Magazine
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