Rapporto Legambiente per la Commissione d’Inchiesta: “Bonifiche mai avviate e impianti per i rifiuti fermi”

BRINDISI- Dal caos del ciclo dei rifiuti alle bonifiche mai avviate, ed ancora alla mancanza degli impianti. Sono questi i temi che Legambiente porta all’attenzione della Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti che in questi giorni è impegnata in Puglia in una indagine conoscitiva del territorio .

Il rapporto stilato da Legambiente mira a raccontare al livello nazionale l’emergenza rifiuti ed inquinamento della Puglia.

In particolare per il territorio brindisino Legambiente fa un’analisi molto dettagliata di quelle che sono le emergenze.

Brindisi è uno dei 50 siti d’interesse nazionale su cui si scontano ritardi quasi ventennali, dicono,  basti pensare che Brindisi è stato inserito nel programma nazionale di bonifica dal ministero dell’Ambiente nel 1998. Ma non si vede alcun tipo di avanzamento.

“Il problema- ha sottolineato il presidente regionale di Legambiente Francesco Tarantini- è che la regione ha stanziato appena un milione e mezzo di euro per le bonifiche non considerando che si tratta di un budget esiguo rispetto al numero dei siti inquinati sui quali operare”.

Proprio oggi, tra l’altro la commissione parlamentare d’inchiesta sta visitando il sito di Micorosa, luogo dove sono stati smaltiti oltre 30 anni fa un milione di metricubi di fanghi tossici delle lavorazioni del Petrolchimico dell’Eni. Veleni rimasti su quei terreni mai bonificati a due passi dal centro abitato.

A questo poi si aggiungono i problemi legati al ciclo dei rifiuti che resta in perenne emergenza.

“Altri territori sono andati avanti basti vedere la Campania-  dice il presidente Tarantini –  Fino a chè la politica non bloccherà lo strapotere dei  signori delle discariche  il ciclo dei rifiuti pugliese non svolterà mai. Ma per far questo serve la volontà politica”.

I numeri parlano di almeno 105 siti ex art. 12, ossia siti da bonificare, ma non ci sarebbero  le risorse economiche per farlo.

Il presidente della regione Puglia Michele Emiliano, nella sua ultima visita brindisina, aveva annunciato il commissariamento di tutte le Oga affidandole a dei subcommissari e la rivoluzione del ciclo dei rifiuti  con un’impiantistica pubblica. Ed infine ridisegnando la legge regionale.

Sul commissariamento delle Oga, Legambiente dissente: “Così non si faranno passi in avanti- dice il presidente Tarantini- anzi si potrà solo destabilizzare il sistema, per non parlare del fatto che sarà difficile che una sola persona riesca ad imporre ai tanti singoli comuni la propria volontà”.

Altro problema del territorio, in particolare di quello brindisino, è la mancanza degli impianti per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti.

“Abbiamo un impianto di compostaggio fermo da due anni- racconta  il geologo, Franco Magno- un impianto sul quale sono stati effettuati due interventi. Ma non è mai entrato in funzione. Abbiamo ancora un’ordinanza di luglio 2013  che parla di inquinamento odorifero e perdita di percolato”.

“ L’impianto di Cdr poi- prosegue Magno- che poteva produrre CSS ( combustibile solido secondario prodotto da lavorazione dei rifiuti) manca della caratterizzazione da 1 a 60 cm di profondità. Mai fatta. Se ne sarebbe dovuto occupare il consorzio Asi, visto che ricade nell’area sin. Una grande perdita, se si pensa, che il CSS è prodotto di materiale recuperabile e consentirebbe di abbattere notevolmente la Tari. Sarebbe bastato darlo anche in gestione ad una società in house come la Multiservizi”.

Vi è solo un dato positivo ed è quello legato ai comuni ricicloni . Se in Puglia la raccolta differenziata è in calo con il 32% rispetto ad una media nazionale che è del 47%. Vi sono almeno 14 comuni brindisini che superano la soglia minima del 40%.

Lucia Pezzuto

 

 

 

 

1 Commento

  1. Da questi sapientoni in giacca e cravatta, che nella loro vita avranno “bonificato” solo la polvere dei loro lindi uffici, dovremmo ascoltare ancora suggerimenti?? La vera bonifica và fatta al loro interno!

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