Rapina, tentata estorsione e ricettazione, resta in carcere un 43enne

FASANO- Rapina, tentata estorsione e ricettazione, resta in carcere un 43enne. Confermata l’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di  Onofrio Margaritondo. Rigettata dal Tribunale di Lecce in funzione di Giudice del Riesame, l’istanza formulata dalla difesa dell’indagato che aveva chiesto la revoca o in subordine l’attenuazione della misura cautelare. L’uomo è indagato in relazione ai reati di porto e detenzione in luogo pubblico di armi comuni da sparo, rapina aggravata, tentata estorsione aggravata, ricettazione.

I fatti riguardano il raid compiuto la notte del 2 agosto scorso dall’indagato e da altri complici in contrada Matarano di Fasano. Sul conto di Onofrio Margaritondo, gli elementi a carico si fondano sulle plurime e concordanti dichiarazioni rese dalle parti offese nonché dagli accertamenti compiuti dai Carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di Fasano, che hanno consentito l’individuazione di numerose tracce dei delitti perpetrati dagli indagati. Tali elementi fattuali, avvinti da un percorso logico ricostruttivo, convergono unicamente a rendere il Margaritondo gravemente indiziato dei reati dei quali è accusato. I fatti sono stati ricostruiti dettagliatamente sulla base della denuncia sporta dalle parti offese e dalle ulteriori dichiarazioni integrative. Il Margaritondo era presente unitamente ai correi vicino al Bar Royal, ha partecipato con gli altri ad assalire e picchiare la parte offesa provocandogli ferite lacero contuse in varie parti del corpo, nonché tumefazioni al volto. Tali aspetti sono stati anche cristallizzati dai frammenti fotografici estrapolati dalle riprese delle videocamere di sorveglianza del bar. Nella circostanza il Margaritondo era vestito un pantaloncino di colore azzurro, una polo di colore rosso e un marsupio sistemato a tracolla sulla parte sinistra del fianco, la stessa tenuta indossata due ore dopo allorché verrà ripreso da altre telecamere di sorveglianza nei pressi della villa abitata dalle parti offese.

Un “raid” in piena regola quello effettuato dagli indagati all’interno della villa, nella quale vi erano 11 persone tra le quali due minori, tutti fortunatamente illesi, ad eccezione di un maggiorenne, colpito più volte al capo con il calcio della pistola.

Una vera e propria scorribanda armata annunciata dal potente rombo di motore di un’autovettura di grossa cilindrata. Il capofamiglia nell’udire il rumore intuendo probabilmente l’imminente pericolo, aveva iniziato ad urlare a tutti i presenti di rifugiarsi dentro casa o di fuggire. Mentre le persone trovavano rifugio, le tre autovetture presenti nello spiazzo antistante venivano incendiate. In tale contesto il gruppo armato si è anche appropriato, dopo aver frantumato il vetro posteriore della Peugeot, di una valigia con all’interno effetti personali, un computer i documenti e la somma contante di 2.500,00€. Nel gruppo degli assalitori anche Margaritondo Onofrio, sottoposto alla misura dell’obbligo di dimora. Nell’esaminare la vicenda il Collegio pertanto ha concluso che la custodia cautelare in carcere è adeguata in relazione alla gravità dei fatti e alla negativa personalità dell’indagato, pertanto ha rigettato l’istanza di riesame proposta, confermando l’ordinanza emessa dal GIP di Brindisi il 7 agosto 2019.ù

BrindisiOggi

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*