Rapina gioielleria dell’Ipercoop, quattro in manette , identificati dal dna

BRINDISI- Assaltarono la gioielleria Follie d’Oro all’interno dell’Ipercoop di Brindisi alle 9.45 del mattino, armati di fucile a canne mozze e mazze ferrate. Seminarono il panico tra le decine di clienti che affollavano la galleria e li minacciarono con le armi portando via quasi 300mila euro di preziosi. Era il 3 dicembre del 2014 ed è stata per Brindisi una delle rapine più violente ed efferate a cui si sia assistiti.

DSC_0009 (1)Per questa rapina finiscono oggi in manette, dopo due anni di indagini, quattro giovani brindisini: Christian Ferrari, 23 anni, Francesco Colaci, 23 anni, Antonio Di Lena, 29 anni, e Angelo Sinisi, 29 anni, quest’ultimo già recluso in carcere per altri reati.DSC_0014

L’operazione è stata condotta congiuntamente dalla polizia e dai carabinieri che sin dal primo momento hanno avviato le indagini acquisendo elementi utili sul luogo del crimine e nella vettura, una Alfa Romeo Giulietta rubata a Carovigno, utilizzata per la fuga e ritrovata qualche ora dopo nelle campagne alla periferia della città.

DSC_0019 (1)A bordo dell’auto, ovviamente rubata, furono trovati i passamontagna, i guanti ed i vassoi dei preziosi oltre alle mazze ferrate utilizzate per spaccare le vetrine.

Contestualmente gli investigatori acquisirono le immagini delle telecamere di video sorveglianza del centro commerciale, tanto le interne quanto le esterne.

Determinanti per le indagini le tracce organiche lasciate dai rapinatori sui guanti e su di un passamontagna oltre a tracce ematiche trovate all’interno della vettura che lasciavano presupporre il ferimento di uno dei quattro rapinatori.SINISI Angelo, classe 1987

Dai reperti organici furono estratti due distinti dna che successivamente furono comparati con quelli di due dei sospettati, ossia Ferrari e Colaci.

Ma la conferma della loro partecipazione alla rapina e della presenza anche di Di Lena e Sinisi arrivò casualmente qualche mese dopo da un’intercettazione ambientale operata durante le indagini per l’omicidio Tedesco.

In una intercettazione a carico di Andrea Romano, all’epoca dei fatti latitante, gli investigatori scoprono che Romano si lamenta per il trambusto causato da chi aveva messo a segno la rapina all’Ipercoop. Romano in primis si lamenta del fatto che i quattro non avessero chiesto il suo permesso per agire e per aver di conseguenza scatenato sul territorio le forze dell’ordine rendendo più difficile la sua latitanza. In questa intercettazione Romano fa chiaramente i nomi di tutti e quattro.

DSC_0033Gli elementi così raccolti dagli investigatori diventano schiaccianti anche a seguito di ulteriori intercettazioni, al gip, Maurizio Saso, non è rimasto altro che procedere all’ordinanza di arresto a carico di Ferrari, Di Lena, Sinisi e Colaci, su richiesta dei pm Daniela Chimienti e Milto De Nozza. Le indagini sono state condotte sotto la guida del tenente colonnello dei carabinieri Alessandro Colella, ed il dirigente della squadra mobile Alberto Somma.

I quattro sono accusati di rapina in concorso, porto e detenzione di armi, ricettazione di armi e di auto. A proposito dell’auto gli investigatori sospettano che alla guida della vettura vi fosse un quinto elemento ad oggi non identificato.

“ Si tratta di giovani emergenti della criminalità organizzata- ha sottolineato il procuratore capo, Marco Dinapoli, durante la conferenza stampa di oggi- Un gruppo di giovani rampanti che si distinguevano per spregiudicatezza ed efferatezza”.

Lucia Pezzuto

 

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*