CAROVIGNO – Convalidato il fermo di indiziato di delitto a carico Vito Braccio 36 anni e Alessandro Muscio 38enne, entrambi di Brindisi, accusati della rapina alla gioielleria Lanvin di Carovigno. I fatti sono accaduti lunedì poco dopo le ore 19.15. I due avevano fatto irruzione, travisati, di cui uno armato di pistola, all’interno della gioielleria dove era presente solo il padre 75enne del titolare che è stato immobilizzato mediante l’uso di fascette di plastica da elettricista. Durante l’azione criminosa, è entrata nella gioielleria la moglie del 75enne che, accorgendosi di quanto stava accadendo, ha inveito contro i malviventi costringendoli a fuggire a piedi. La donna, infatti, ha tentato di inseguirli, uno dei due è inciampato cadendo per terra, perdendo parte della refurtiva. L’altro rapinatore ha bloccato una Fiat Grande Punto condotta da un 22enne di Carovigno, al quale ha intimato di scendere e sotto la minaccia dell’arma e dopo esservi salito si è dileguato. Subito sono state attivate le ricerche della vettura dotata di localizzatore satellitare. Sono state attivate tutte le pattuglie presenti in zona che si sono poste all’inseguimento, e in un contesto di sinergia investigativa con l’effettuazione di posti di blocco e controlli, l’autovettura dei fuggitivi è stata individuata parcheggiata a Brindisi Piazza Zandomeneghi. In quell’area, il personale del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale e della Compagnia di Brindisi hanno proceduto all’individuazione e al fermo di Braccio , nel mentre tentava di allontanarsi dalle palazzine popolari del quartiere Sant’Elia. Quando è stato bloccato, il suo atteggiamento è apparso alquanto sospetto, l’uomo era agitatissimo e subito sono emersi numerosi elementi di contatto nell’arco temporale immediatamente precedente la consumazione della rapina con il complice, Alessandro Muscio. Nell’ambito dell’attività investigativa effettuata dai reparti impegnati nell’attività investigativa su Brindisi, nel cassone di una motoape parcheggiata nelle adiacenze dove è stato fermato uno degli indagati è stata rinvenuta la refurtiva asportata nella gioielleria, 17 orologi di varie marche e un anello da donna. Nel corso delle verifiche, è stata rinvenuta l’arma con cui è stato perpetrato l’evento delittuoso, una pistola scacciacani occultata nella tromba delle scale al quarto piano dello stabile popolare di via Cremona del quartiere Sant’Elia. L’arma era stata occultata sotto un sacchetto di pellet sul pianerottolo ove si accede al terrazzo. Nel prosieguo delle attività è stato rintracciato il complice Alessandro Muscio, sul conto del quale sono stati raccolti una serie di elementi di responsabilità riguardo alla rapina, non ultime le escoriazioni che presentava sulle mani a seguito della caduta sull’asfalto allorquando è stato inseguito dalla madre del titolare. Pertanto, a seguito degli elementi probatori riscontrati, entrambi sono stati sottoposti a fermo di Polizia Giudiziaria, perché gravemente indiziati del reato di rapina nella gioielleria e dell’autovettura Fiat Grande Punto utilizzata per la fuga. La refurtiva recuperata è stata restituita al legittimo proprietario.
BrindisiOggi
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