BRINDISI- Il premio Nobel Dario Fo, ieri pomeriggio, ha incontrato i ragazzi del dormitorio della Caritas. Il maestro, in città per una mostra ed uno spettacolo, tra un impegno ed un altro, ha accolto con estrema disponibilità la visita di questi giovani extracomunitari nella hall dell’Orientale. Pochi minuti per chiacchierare e raccontarsi un po’. I ragazzi hanno consegnato al maestro una lettera a nome della comunità di 160 giovani, provenienti da paesi lontani come l’Africa e l’Asia, che attualmente risiedono, tra mille difficoltà, presso il dormitorio di via Provinciale per San Vito. I giovani hanno voluto portare la loro testimonianza raccontando che se fossero stati nel loro paese di origine avrebbero riservato al maestro ben altra accoglienza. Questo il testo integrale della lettera che è stata accompagnata anche da due doni, un cappello ed un borsello, realizzati dai ragazzi.
“Carissimo Maestro Fo,
è una fortuna ed un onore oggi poterle rivolgere il nostro saluto ed accoglierla con infinito rispetto, così come i nostri nonni ed i nostri padri ci hanno insegnato. Siamo oltre 160 ragazzi e veniamo da 12 Paesi lontani, dall’Africa e dall’Asia Minore, e viviamo in questa città da tanto o poco tempo. Qui in Italia ci chiamano “immigrati” ma non abbiamo mai perso la consapevolezza di essere persone, testimoni della nostra terra d’origine.Quando alcuni buoni amici italiani, che noi consideriamo parte della nostra famiglia, ci hanno parlato di lei, ci hanno raccontato della sua arte e, con orgoglio di italiani, anche del suo Premio Nobel abbiamo potuto comprendere la sua importanza di uomo e di artista. Quando nelle nostre città e villaggi si riceve la visita di una persona così importante tutta la comunità è in festa. Oggi anche noi siamo in festa per lei anche se, nel cuore, insieme alla gioia di poterla accogliere c’è tutta la tristezza di non poterlo fare nella nostra “casa”. Avremmo voluto cucinare e farle assaggiare i cibi della nostra terra. Avremmo voluto cantare e ballare per lei le canzoni e le danze delle nostre tradizioni. Avremmo voluto invitarla nella nostra “casa” e festeggiare questa sua “visita” con tutti gli onori dovuti ad un padre che viene a far visita ai propri figli. Viviamo tutti in un “dormitorio” ormai affollatissimo, privo da anni di acqua calda e con i servizi igienici malridotti. Anche se qualcuno ha deciso che quel posto deve andar bene per noi, non possiamo invitarla in quella nostra “casa” perchè proviamo vergogna e per lei, per la sua sensibilità di uomo e di padre, sarebbe una sofferenza e non una gioia. Tutto ciò che possiamo fare è racchiuso in due piccoli oggetti, due doni per lei, che abbiamo confezionato con le nostre mani, La preghiamo di accogliere questi doni e portarli via con lei così potrà in futuro avere quel piccolo ricordo del rispetto e dell’affetto di tanti figli venuti da terre lontane. Oggi per noi lei è nostro padre che è venuto a trovarci. Per noi è una gioia. La ringraziamo per averci dato attenzione e gioia nel cuore.
Il Dio di tutte le genti sia sempre con lei e con le persone a lei care. Senta il nostro abbraccio, con infinito rispetto”
BrindisiOggi
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