Raccoglie in mare una bottiglia di plastica e scopre una tartaruga appesa ad un amo

CAROVIGNO- Una bottiglia che galleggia vicino alla riva. Il desiderio di rimuovere il rifiuto dal mare e la scoperta. All’estremità della lenza legata all’oggetto di plastica c’era una tartaruga marina con la bocca infilzata da un amo da pesca. Un bagnante l’ha soccorsa a Brindisi ed ha chiesto l’intervento di Torre Guaceto.

Un fine settimana al mare, il suo mare. Era questo che aveva in mente Fernando Greco, brindisino residente a Treviso.
Al pomeriggio, l’uomo stava camminando sulla battigia del lido Oktagona e raccoglieva i piccoli rifiuti che le onde stavano portando a riva, come ogni volta che il vento di tramontana si abbatte sulla costa nord. Ad un certo punto, l’uomo ha notato una bottiglia di plastica che galleggiava. Ha deciso di prenderla.
Raggiunta, l’ha sollevata ed ha fatto la scoperta che per un attimo gli ha raggelato il sangue. Annodata all’oggetto di plastica c’era una lenza, all’estremità una piccola tartaruga sanguinante, si vedeva ancora l’amo che le stava lacerando la bocca. Il bagnante ha preso subito la Caretta caretta ed ha chiesto l’intervento degli operatori del centro recupero tartarughe marine di Torre Guaceto.
Intanto, ha allertato il proprietario del lido, qui è scattata la catena della solidarietà. L’imprenditore balneare ha ricontattato il personale del Consorzio di Gestione e chiesto cosa avrebbe potuto fare per dare il primo soccorso alla tartaruga in attesa del loro arrivo.
In quei minuti, entrambi gli uomini si sono adoperati affinché la piccola Caretta caretta stesse nelle migliori condizioni possibili.
Recuperata, la piccola è stata immediatamente trasportata presso il centro tartarughe di Torre Guaceto, qui, la veterinaria che si occupa degli animali della riserva ha rimosso l’amo che le stava tagliando la bocca e l’ha sottoposta a tutti gli accertamenti clinici del caso.
Fortunatamente la Caretta caretta è in condizioni stabili, ma se non fosse stato per l’intervento del bagnante, l’epilogo della sua storia sarebbe stato il peggiore. Sono innumerevoli le tartarughe che perdono la vita in mare a causa degli attrezzi da pesca, anche come questo, parte di un palangaro.
Spesso questi ami finiscono nei loro stomaci, la lenza a lungo andare provoca occlusione, anoressia e gravi lacerazioni dell’intestino, oppure si aggroviglia attorno al capo o alle pinne dell’esemplare provocandone lo strangolamento o l’amputazione dell’arto. In tutti i casi, l’animale muore.
Ma basta poco per salvare la vita di una tartaruga in difficoltà, basta chiamare Torre Guaceto e chiedere l’intervento del personale del Consorzio affinché l’esemplare venga salvato, il numero 335 523 0215.
“Mi preme ringraziare il signor Greco e il proprietario dell’Oktagona – ha commentato Rocky Malatesta, presidente del Consorzio di Torre Guaceto -, il loro senso civico ci ha permesso di strappare questo piccolo esemplare a morte certa. Ora la Caretta caretta avrà modo di riprendersi e starà al sicuro con noi fin quando non sarà pronta a tornare al mare. Invitiamo chiunque avvisti animali selvatici in difficoltà a chiamarci. Un gesto che dura un secondo fa la differenza tra la vita e la morte”.

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