Quel rudere nel parco Cesare Braico, sassaiole, droga e qualcuno rischia pure di cadere

BRINDISI-  (Da Il7 Magazine) Spaccio di droga, sassaiole, giochi pericolosi e qualcuno rischia anche di cadere, questo e molto altro continua ad accadere nel rudere che si trova all’interno del parco Cesare Braico di Brindisi dove nessuno si preoccupa della messa in sicurezza. Si dice che solo che accade una tragedia ci si pensa, ebbene, qui la tragedia la si sfiora ogni giorno. Qualche settimana fa un uomo  raccontava di avere avuto una brutta  disavventura, si era intrattenuto più del previsto all’interno del parco ed era stato preso di mira da un gruppo di ragazzi che dall’alto del vecchio rudere lanciavano sassi. “All’improvviso sono stato travolto da una pioggia di pietre. Non capisco perche’ abbiano reagito così. Vi dico soltanto che se una di quelle pietre, scagliate con inaudita violenza, mi avesse colpito, sarei finito in ospedale. Qualche Santo in paradiso mi ha protetto perche’ fortunatamente non mi hanno colpito. Ma per qualche centimetro soltanto. Ho fatto in tempo a prendere il mio zainetto e a correre via- racconta- Vorrei che si sapesse che ci sono in giro questi gruppetti di ragazzini stupidi, li vedo spesso nel Braico all’interno dell’edificio ormai in rovina ex-Avis. A me è andata bene ma la prossima volta qualcuno potrebbe farsi male sul serio”. Ma se qualcun avesse ancora dubbi , sempre qualche settimana fa, in un gruppo facebook , “Brindisi per sempre”, sono state postate alcune foto che ritraggono gruppi di ragazzi seduti su quel che resta del cornicione della struttura pericolante. Senza dimenticare che nel 2017 proprio quel rudere fu teatro di un bruttissimo episodio di violenza: un 12enne fu vittima di abusi sessuali proprio tra quelle stanze dell’orrore. A distanza di tempo nulla è cambiato, il rudere ha ancora quell’aspetto spettrale, un ammasso di spazzatura, calcinacci, estremamente pericoloso soprattutto se si considera che il parco è frequentato da bambini, studenti e amanti del fitness all’aria aperta. Nel corso degli anni si è tentato di murare gli ingressi ma evidentemente non è stato sufficiente. Oggi che il problema si ripresenta il sindaco di Brindisi, Riccardo Rossi, davanti alla richiesta di adottare una qualche misura per metterlo in sicurezza risponde: “Non è competenza del Comune, l’edificio è della Asl che ne ha la responsabilità”. L’edificio in questione ricade in ogni caso all’interno di un parco comunale. A questo si aggiunge che la vecchia struttura pericolante, un tempo presidio sanitario per le vaccinazioni, nel giugno 2013 è stato concesso in comodato d’uso gratuito proprio al comune di Brindisi per 30 anni. Protetto da vincolo ope legis in quanto bene di interesse storico con più di 50 anni, di autore non vivente e di proprietà di ente pubblico. I giardini, invece, nascono come parco del Sanatorio antitubercolare, inaugurato nel 1936 e dismesso nel 1972; l’imponente edificio è attualmente occupato dall’Istituto Professionale di Stato per i Servizi Alberghieri e della Ristorazione Sandro Pertini. Il Parco è dedicato a Cesare Braico, medico, eroe garibaldino e, dopo l’Unità, deputato di Brindisi nel primo Parlamento italiano. Il rudere, quindi, che sorge affianco all’istituto scolastico, è tutto ciò che resta di quel presidio sanitario, qui qualche anno fa il Comune di Brindisi  emise una ordinanza di abbattimento. Ordinanza mai rispettata. Era il 7 febbraio 2012 quando il commissario straordinario del Comune di Brindisi, Bruno Pezzuto, firmò una lettera di diffida indirizzata alla Asl di Brindisi. In questa lettera il commissario Pezzuto descriveva il rudere di proprietà della Asl ma in comodato d’uso all’amministrazione come un edificio in “gravissimo stato di precarietà” che costituiva “un pericolo per la incolumità dei frequentatori”, che era “indispensabile rimuovere ogni pericolo causato sia dalle presenza della struttura, in grave stato di degrado, che dal materiale rinveniente dai crolli della stessa”. Per questo motivo si diffidava “la direzione generale della Asl a provvedere con la massima urgenza alla messa in sicurezza del fabbricato e dell’area perimetrale, ovvero di provvedere alla demolizione della struttura stessa”. Nell’anno successivo, nel 2013, il Comune otteneva tutta l’area in comodato d’uso. Per abbattere il rudere e riqualificare l’area all’interno del Parco è necessario investire molte risorse, risorse che al momento non ci sono. Ma il Ministero dell’Interno, qualche anno fa,  ha adottato una incisiva azione di contrasto ai luoghi degradati .  Il 19 dicembre del 2018  è stato firmato dai ministri dell’Interno e dell’Economia e delle Finanze decreto interministeriale che disciplina la ripartizione del Fondo per la sicurezza urbana. Le risorse del Fondo potevano essere utilizzate tra le altre cose per la messa in sicurezza e riqualificazione delle aree degradate connotate da una maggiore incidenza di fenomeni criminali e da particolari rischi per la tutela della sicurezza urbana, e ancora interventi urgenti dei sindaci per la messa in sicurezza d’ufficio degli immobili abbandonati o sgomberati,  che rappresentino un pericolo per l’incolumità pubblica e per prevenire o eliminare gravi pericoli che minacciano la sicurezza urbana. A disposizione c’erano 2 milioni di euro per il 2018 e 5 milioni per ciascuno degli anni 2019 e 2020. Ovviamente a quei fondi il Comune di Brindisi non ha mai avuto accesso. In ogni caso il sindaco insiste nel dire che dovrebbe essere la Asl a farsene carico.

Lucia Pezzuto per Il7 Magazine

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