Quattro aziende dopo 30 anni lasciano Confindustria: “L’associazione intenta solo a mantenere posizioni di privilegio”

BRINDISI – Arriva la  comunicazione ufficiale: Prefabbricati Pugliesi, Soave, Soavegel e Nicola Pantaleo SpA, aziende leader del territorio brindisino, dopo oltre trent’anni, abbandonano l’antica casa di Confindustria Brindisi per il mancato rispetto dei valori confederali. Si legge questo in un comunicato a firma delle quattro aziende.

“L’uscita della Prefabbricati Pugliesi, di Soave, di Soavegel e di Pantaleo, aziende che nell’associazionismo hanno creduto da oltre trent’anni – continua la nota – comporta un totale sguarnimento di rappresentatività delle maggiori aziende di proprietà del territorio. Non multinazionali o grande industria, ma aziende familiari storiche che rappresentano il cuore dell’iniziativa di impresa del territorio, che muovono con slancio e dinamicamente l’economia brindisina occupando la popolazione locale, sostenendo attività sportive, culturali e artistiche, e progetti cittadini e che in più di un’occasione sono intervenute nel sociale”.

Poi l’accusa del silenzio di Confindustria: “In tutto questo Confindustria Brindisi  – aggiungono -subisce in silenzio, passivamente e con la più totale inerzia la defezione delle sue primarie aziende, ben sapendo che manca di rappresentatività nei confronti delle stesse e delle altre che a breve formalizzeranno anche la loro cancellazione. Una Confindustria territoriale che ha a cuore il mantenimento di posizioni di privilegio e che solo a questi fini negli ultimi mesi ha compiuto in totale solitudine scelte strategiche che hanno portato ad una totale paralisi degli organi decisionali e rappresentativi dell’associazione, peraltro nel più grave periodo di emergenza vissuta”. Il riferimento è alla defenestrazione del presidente Patrick Marcucci, mandato via a maggio scorso. Un metodo che agli associati, che oggi abbandonano, non è piaciuto.

“Auspichiamo che Confindustria Nazionale possa e voglia intervenire per fare chiarezza e rimettere ordine in una situazione ormai insostenibile – affermano – Solo allora sarà possibile ripensare e nuovamente valutare l’adesione ad un progetto comune di associazionismo finalizzato alla valorizzazione delle aziende del territorio”.

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