BRINDISI – 43 anni senza Franco Fanuzzi. Ne è passato di tempo da quell’8 maggio 1974 in cui l’allora presidente della gloriosa Brindisi Sport perse la vita stroncato da un infarto durante un soggiorno a Roma per motivi lavorativi, eppure la sua memoria rimane viva per tutti gli appassionati di calcio e, in particolar modo, della maglia con la V. Non solo perché a lui è dedicato l’impianto di via Benedetto Brin, stadio in cui il Brindisi disputa le gare interne del suo campionato, ma soprattutto per la sua lungimiranza, per il suo amore verso questa città e per aver regalato a tutti i tifosi un pò di sano calcio, coronato dagli anni d’oro della Serie B.
Ripercorrere la storia del commendator Fanuzzi fin da quando decise di farsi carico di tutti i debiti della Polisportiva Brindisi Sport (che navigava in Serie D, nel totale anonimato) è cosa da niente, soprattutto grazie all’aiuto degli almanacchi e delle testimonianze di chi, quegli anni, gli ha vissuti in prima linea, in piedi sui gradoni a sostenere quelle squadre costruite splendidamente dal “presidentissimo”.
“Fanuzzi era una persona generosa e disponibile, ma aveva la capacità di incutere terrore ai suoi giocatori solo guardandoli, soprattutto per la sua stazza – racconta Tonino Carriero, amico e “braccio destro” del commendatore durante gli anni della sua presidenza. “Non guardava in faccia nessuno e dopo ogni errore prendeva i dovuti provvedimenti, ma è proprio per questo suo modo di fare che si è tolto molte soddisfazioni sia nel panorama lavorativo che nel panorama calcistico”.
Il Brindisi infatti, sotto la sua gestione, assaporò grande calcio: la Serie C, che pareva la massima aspirazione per una città di appena 70.000 abitanti (era questo il numero di persone, allora), era troppo stretta per le sue ambizioni che lo spinsero, nella stagione 1971-1972, a costruire una squadra indimenticabile che, sotto la guida di Luis Vinicio, stravinse il campionato, approdando in B.
“Di Vincenzo, La Palma, Sensibile, Cantarelli”, iniziava la gloriosa formazione che in molti ricordano a memoria ancora oggi, commuovendosi al solo pensiero. Ma non furono solo loro gli eroi che vestirono la maglia con la V quell’anno: impossibile dimenticarsi di Dino “Bleck” Cremaschi (a cui è intitolata la tribuna dello stadio Fanuzzi), Brugnerotto, Giannattasio, Tomy, Castelletti, Renna, Mazzei, Girol e Ferrari. E come loro, tutto il resto di un gruppo vincente rimasto negli annali del Brindisi.
Nemmeno gli anni tra i cadetti, poi, dopo la promozione, furono all’insegna dell’anonimato: un Brindisi ancor più rinforzato terminò la prima stagione alle spalle delle prime, mentre nella seconda arrivò addirittura a toccare la vetta, sognando ad occhi aperti. Una serie di sconfitte, però, portarono la squadra a essere immischiata nella lotta per non retrocedere fino a quando, in quel tragico 8 maggio, dopo la trasferta di Brescia, Fanuzzi morì, lasciando sbigottiti e quasi in lacrme giocatori, tifosi e tutti i cittadini.
Fanuzzi ha dato tanto a questa città, e non solo nell’ambito sportivo: da costruttore edile, è sempre stato al centro dell’attenzione distinguendosi per la sua grande generosità e per la grande passione che ha messo in tutto ciò che ha brillantemente guidato.
“Quando tornava da Roma – prosegue Tonino Carriero, svelandoci alcuni suoi aneddoti – era solito andare di fronte al Bar Olimpia, il suo covo insieme al Central Bar, dove ogni domenica mattina distribuiva i biglietti omaggio a chi li cercava, simbolo di quanto generoso fosse anche nei confronti della sua tifoseria, che amava tantissimo”. Ma non solo, perché non mancavano certo gli incentivi ai giocatori in vista delle partite da vincere obbligatoriamente: “Non si è mai tirato indietro e, per le partite decisive, era solito fissare dei premi in caso di vittoria. E per chiunque, non vincere diventava molto molto difficile…”
Per questi motivi, dimenticare una figura così storica come la sua, è impossibile. E nel giorno dell’anniversario della sua scomparsa, è doveroso un ulteriore ricordo alla sua persona. E una domanda sorge spontanea: chissà cosa ne penserebbe di un Brindisi relegato in un campionato di Promozione..
Antonio Solazzo
Commenta per primo