BRINDISI- Ricostruire le alterne vicende della chimica a Brindisi richiederebbe molto tempo e spazio; forse qualcuno prima o poi vi si dedicherà, avendo disponibilità di entrambi. Come testimone, qualificato dall’ aver operato per oltre 20 anni all’interno del Petrolchimico, ed altri 20 nelle aziende chimiche circostanti, avevo iniziato ad accingermi in questa ardua impresa. Poi altri impegni, la gran mole di documenti da spulciare e complicata ricerca dei testimoni, mi hanno indotto a sospendere il lavoro ed infine a rinunciare. Avevo tuttavia già scritto alcuni capitoli. Il primo riguardava la “posa della prima pietra”, avvenuta nel lontano 8 Marzo 1959.
Io ero lì, non ero il solo, eravamo oltre 5000. C’erano i più alti esponenti del Governo dell’ epoca, il presidente del Consiglio dei Ministri, Segni, il ministro per il Mezzogiorno, Pastore, i vertici della Montecatini, con il testa il presidente Farina e l’ amministratore delegato Giustiniani. C’ erano tutte le autorità locali, i sindaci, i presidenti, i notabili vari. C’ era infine una gran folla di cittadini e paesani , festante, accalcata, piena di speranze .
Era una bella giornata, si sentivano i primi effluvi della primavera, alcuni, tra i più giovani, nell’attesa che arrivassero le autorità, attesa che fu piuttosto lunga, pensarono bene di fare il bagno nel mare prospiciente Fiume Grande, più o meno nel punto dove qualcuno tanti anni dopo avrebbe voluto realizzare l’impianto della British Gas. Molti altri, invece, pensarono fosse più conveniente invadere i campi circostanti il palco della cerimonia, coltivati in gran parte a carciofeto, per anticipare con i mezzi di fortuna, e a proprio vantaggio, il tempo della raccolta.
Quando finalmente tutte le autorità furono sul palco, iniziarono i discorsi: parlarono prima i notabili locali, poi il Presidente della Montecatini, poi il ministro per il Mezzogiorno ed infine il presidente del Consiglio.
Quasi tutti, con molta enfasi, decantarono l’importanza del futuro stabilimento Petrolchimico: avrebbe avuto 29 impianti di produzione, prodotto 700 mila tonnellate di materie plastiche e altri prodotti chimici, occupato 5500 persone. Sarebbe stato non soltanto il più grande stabilimento della Montecatini (che a quel tempo ne contava solo in Italia circa 50) ma anche il più grande Petrolchimico di Europa. C’era un clima di gran festa, non ricordo neppure un contestatore, un fischio isolato, solo applausi calorosi, convinti.
Il ministro Pastore, ad un certo punto, rivolgendosi a noi studenti dell’ Istituto Tecnico Industriale, inaugurato quell’anno come sezione distaccata dell’ ITIS di Taranto, disse : “… e voi giovani studenti sarete i protagonisti in questa grande fabbrica; dove sarà prodotta la plastica, un nuovo materiale che sarà impiegato ovunque…...”.
Noi eravamo orgogliosi dell’ autorevole citazione; anche perché a quei tempi l’ iscrizione all’ ITIS era considerata anche a Brindisi una scelta di ripiego, per coloro che avevano il pallino della tecnica o non avevano i mezzi per proseguire con gli studi universitari. Eravamo contenti ma anche confusi, non capivamo infatti bene cosa c’entrasse la nostra futura specializzazione in telecomunicazioni ( era l’unica allora istituita nell’ ITIS ) con la plastica.
Lo avremmo compreso ancor meno cinque anni più tardi quando, appena diplomati, ci ritrovammo quasi tutti disoccupati, con il più grande Petrolchimico di Europa ormai in marcia, ma questo era un tema dei capitoli successivi … Ad un certo punto, intorno alle 13.00, i discorsi finirono. La prima pietra con pergamena fu posta nella posizione assegnatale e alla folla straboccante il piazzale in terra battuta realizzato per l’occasione fu dato un beneaugurante saluto. Qui cominciò il bello!! Le corriere, che sin dal primo mattino avevano trasportato gratuitamente gente dai comuni della provincia e dalla città, con innumerevoli tragitti, al termine della cerimonia partirono per le loro destinazioni di origine senza fare più ritorno. La moltitudine di cittadini rimasta a terra, stanca ed accaldata, cercò affannosamente di intercettarne qualcuna, tra le rare che tornavano .
Molti fra noi giovani studenti dell’ Industriale, più veloci di altri, riuscimmo a salire su una di queste, che si riempì fino all’inverosimile, tanto da inclinarsi su un lato. Arrivarono i pochi vigili rimasti sul luogo ed invitarono tutti a scendere…. , si presero una montagna di improperi e, dopo un po’, facendo finta di niente, si allontanarono impotenti . L’autista , poveretto, era disperato; da un lato non voleva partire per motivi di sicurezza, dall’ altro desiderava rientrare quanto prima nel suo comune di residenza; dentro di sé certamente malediva di aver deciso, tra i pochi, di tornare indietro sul piazzale per effettuare un secondo viaggio. Alla fine, pregato o minacciato da più parti decise di partire. Gli lasciammo giusto lo spazio per agire sul volante. Così, lentamente, l’ automezzo si diresse verso il centro cittadino. Dal lunotto posteriore vedevamo ancora una gran folla agitata, delusa, correre da un lato all’ altro di Fiume Grande alla ricerca di un mezzo di trasporto, disperdendo sul terreno gran parte dei carciofi arraffati nei campi nel primo mattino, mal custoditi in contenitori di fortuna .
Gli eventi ed i sentimenti popolari di quella giornata, racchiusi tra gli inni trionfali della posa della prima pietra, il saccheggio delle risorse naturali (furono solo carciofi in quella occasione) e l’ affannosa rincorsa per un posto a seder, sembrarono anticipare, come in una grottesca metafora, quella che sarebbe stata negli anni a venire la nascita, lo sviluppo e la crisi del “ più grande petrolchimico di Europa” .
Questa fu la mia personale esperienza , e fu anche quella di tanti altri giovani pieni di speranze come me. La stampa nazionale ed internazionale il giorno successivo celebrò però l’evento in modo diverso .
Il Times di Londra: ” Lo stabilimento di Brindisi avrà un’importanza notevole sull’ economia locale e del Sud Italia ed imprimerà un formidabile incremento al traffico portuale .. “. Il New Digest : ” la Montecatini sta costruendo uno dei maggiori impianti petrolchimici di Europa, se non addirittura il più grande “. Enterprise: ” Cosa rappresenta per Brindisi l’ installazione di un tale complesso ? Anzitutto una rottura con il passato : il lavoro fornito dalla Montecatini sta creando una nuova generazione di maestranze rotte alle tecniche più moderne .. “.
Solo qualche giornale del nord Italia, più critico e meno entusiasta, titolò: “ Brindisi, un’altra cattedrale nel deserto“. Nessuno riuscì tuttavia a prevedere che il deserto ,dopo alcuni decenni, oltre a sopravviverle intorno, avrebbe anche largamente invaso la cattedrale .
Giuseppe Antonelli
La descrizione, quasi poetica, di quella giornata induce il lettore quasi al sogno.Il deserto descritto alla fine rende, ancora una volta, paradossale la realtà.
P.S. Un vero peccato che ha rinunciato al suo, iniziale, progetto!!