Protesta sotto il tribunale per il figlio conteso

BRINDISI – Anticipata al 22 febbraio la data della prossima udienza nel processo d’appello del caso di Francesco Cellie e di suo figlio,  uno dei tanti bimbi contesi in Italia. Francesco è di Tuturano e la sua storia è approdata anche a Canale 5 perché da mesi lotta per l’affidamento definitivo del suo bambino e venerdì presso il Tribunale dei minori di Taranto si terrà l’udienza per vagliare la legittimità dell’opposizione presentata dai suoi legali che chiedono che il minore venga ascoltato sì in un ambiente protetto ma che questo non sia una casa famiglia lontano dal padre e dai suoi affetti. Francesco, promotore del “movimento spontaneo contro Erode” invoca il supporto di altri padri nella sua situazione per una manifestazione pacifica e silenziosa davanti al tribunale il giorno del processo. 

La sua è una storia difficile di battaglie legali e appelli alla società civile che sta facendo il giro dell’Italia, anche grazie ai media nazionali. A Natale aveva già esposto la sua problematica con uno sciopero della fame in piazza a Brindisi, ha chiesto una raccolta firme e l’aiuto della senatrice Gallone e pochi giorni fa aveva giusto sventato il pericolo del “Saint Valentine’s day”. Così lo aveva soprannominato Francesco Cellie. Il 14 febbraio, giorno degli innamorati, infatti, “si e’ consumata una dura ennesima battaglia nel nome dei bambini – spiega lo stesso padre -. Su ordinanza del Tribunale di Taranto, che si sta occupando del caso di mio figlio, i “custodi” sarebbero dovuti venire a prendere il mio bimbo per portarlo in una casa famiglia, luogo deputato a un ascolto sicuro dicono i giudici. Per fortuna grazie alla battaglia legale e al coraggio di mio figlio che si sta opponendo con tutte le sue forze, San Valentino è passato e lui è ancora con me”. Come tante coppie purtroppo anche quella di Francesco Cellie è scoppiata e a fare le spese è ancora una volta il piccolo. Senza entrare nel merito delle ragioni, umane e legali, di fatto c’è, come spiega il padre, che il piccolo starebbe perdendo la serenità dei suoi anni e da sette mesi non andrebbe a scuola. Arcangelo vive con il padre e la nonna, e il suo cucciolo di cane, a Tuturano dal 24 agosto 2012, e ora il tribunale lo vorrebbe in una casa famiglia per consentire agli assistenti sociali e gli psicologi di ascoltarlo nella piena serenità ed evincere dove è meglio che venga affidato, sempre nel bene e nell’interesse del minore. “Non mi chiedo più di chi sia la colpa, me la prendo io che ho sbagliato rapporto. Ma una cosa è certa non è colpa di mio figlio però lo vorrebbero rinchiudere, nonostante lui stesso ha sempre detto di essere felice e di stare bene con me e gli amici che si è fatto qui da quando sta a casa mia – racconta Francesco – purtroppo per questa situazione non può andare a scuola: lui è iscritto a Massafra e il suo vecchio istituto non ha rilasciato il nulla osta per poterlo iscrivere altrove, ho pregato le Orsoline di prenderlo con loro per proseguire gli studi, ma ovviamente non possono perché mancando il nulla osta non potrei regolarmente iscriverlo e loro permettere la regolare copertura assicurativa. Per fortuna grazie alle Acli e Giocart continua nel doposcuola il pomeriggio. Ma è ovvio che non è la stessa cosa”. Certo che non è la stessa cosa, per un bambino il diritto allo studio è vitale come il diritto a vivere con i propri coetanei le esperienze quotidiane, e sicuramente tutto questo avrà un’influenza su di lui che lo segnerà per tutta la vita. “La soluzione sarebbe portarlo ogni giorno a scuola a Massafra e tornarlo a prendere. Ma come tutti per vivere anche io devo lavorare, per fortuna che non sono un dipendente perché altrimenti sarei già stato licenziato da tempo, ma da imprenditore questa situazione mi sta comunque impoverendo sempre di più” ha detto ancora Cellie. Una situazione simile a molti altri padri in Italia che al di là dei giudizi morali su chi abbia torto o ragione nella coppia sta assumendo un’ampiezza tale da essere ormai considerato un fenomeno che non può più passare inosservato.

“Io e Arcangelo abbiamo visitato la casa famiglia dove vorrebbero portarlo e devo dire che è anche una bella struttura, con la piscina e un parco, ci lavorano brave persone e i ragazzini che ci sono sembrano anche felici. Ma ha le sbarre alle finestre, come un carcere. Chi mi spiega che ha fatto mio figlio per essere richiuso? Semmai dovrei essere io il colpevole da rinchiudere. Continuiamo ad avere paura ma non ci fermiamo e stiamo procedendo nel segnalare il caso alla Corte Europea dei diritti umani di Strasburgo” ha concluso Cellie.

Carmen Vesco

2 Commenti

  1. Sono sconcertato …. Ogni volta che sento notizie del genere è come se venissi proiettato in un possibile incubo nel quale può finire ognuno di noi; ogni bambino …. Non è possibile che vi sia una tale insensibilità ….. Vi sono bambini che veramente andrebbero sottratti ai genitori, ma nessuno fa niente, mentre poi accadono queste cose ….. Ora sono nonno di due bellissime bimbe …. , ma è pazzesco pensare che come nonno non avrei nessun diritto di vederle, qualora si lasciassero, non essendo sposati …. Occorre combattere per ripristinare il buon senso in questo schifoso mondo ….

  2. Innanzitutto ringrazio voi amici giornalisti per la voce che state dando ad uno dei casi “piu’ strani d’Italia” sia per il vostro impegno personale che per la vostra sensibilita’ ad uno dei problemi che sta devastando MILIONI di persone… Fortunatamente sono affiancato da tanti fratelli e sorelle che mi stanno sostenendo consci pure del fatto che non possono ignorare l’URLO DISPERATO DI UN BAMBINO…. Egli e’ figlio di chiunque di loro ed in moltissimi vorrebbero venire sui tribunali a protestare. Di fatto siamo stati io e il mio avvocato, il buon LORENZO Iacobbi del foro di Taranto che da sempre, (nonostante tutto) ci siamo detti fiduciosi nell’avere la GIUSTA Giustizia, perche’ crediamo ancora nello Stato e le sue leggi. Devo a lui infatti tanta forza psicologica (MI STANNO MASSACRANDO, e soprattutto stanno permettendo a chi sta perpretando ogni forma di cattiveria contro di me, di DELINQUERE AD OLTRANZA!) NEL BENE SUPREMO DEL MINORE, Formula abusata da tanti… Firmato Un padre che e’ fiero di esserlo. Grazie Carmen.

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