BRINDISI- La pioggia non blocca la protesta dei No al Carbone che questo pomeriggio si sono ritrovati davanti ai cancelli della centrale Edipower a Brindisi. Non erano in tanti, con gli ombrelli in mano hanno esposto le ragioni per le quali la centrale non andrebbe riconvertita bensì chiusa. “Chiudere e bonificare” questo chiedono i No al Carbone, questo chiedono anche gli altri ambientalisti che li hanno affiancati in questo pacifico sit-in, da Greenpeace Lecce e Bari, a Friends’Bike e Rinascita Civica.
“Il nuovo piano industriale di A2A è inaccettabile- dicono- prevede infatti il riavvio degli impianti per bruciare insieme al carbone anche 75.000 tonnellate di Ecoergite, prodotta da oltre 100.000 tonnellate di rifiuti”.
L’alternativa quindi sarebbe la chiusura, per i lavoratori invece, il cui futuro è tutt’ora incerto, i No al Carbone suggeriscono il reimpiego.
L’Edipower, intanto lo scorso 15 aprile, ha presentato al Ministero dell’Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare e agli Enti locali competenti la richiesta per poter anticipare i lavori per lo smantellamento dei Gruppi 1 e 2 della centrale di Brindisi Nord.
Il tentativo di A2A è quello di accelerare i tempi, affinchè lo smantellamento riceva il via libera in tempi più rapidi, senza dover attendere la conclusione dei procedimenti autorizzativi riguardanti la conversione della centrale in assetto di co-combustione e alla costruzione dell’impianto di produzione di Ecoergite presentato da A2A Ambiente.
Il progetto di riconversione, presentato lo scorso anno, prevede la Via , una nuova Aia, la dismissione e lo smantellamento dei gruppi 1 e 2 che non vengono più utilizzati dal 2005, e l’utilizzo di un solo gruppo da 300 megawatt di potenza, dei due attualmente attivi, per la co – combustione di carbone adaro e di combustibile alternativo, in particolare del risultato della lavorazione del Cdr e del Css, frazione secca del ciclo dei rifiuti, che verrà impiegato per il 10%.
Così mentre l’A2A prevede la trasformazione del Cdr e del Css in combustibili idonei ad essere bruciati nei forni di una centrale termoelettrica, i No al Carbone lottano per la chiusura definitiva.
Tutto questo mentre i lavoratori Edipower scrivono :“Prima di chiedere la chiusura dell’impianto Edipower/A2a, si pensi a un piano occupazionale per i lavoratori diretti e dell’indotto”.
Oggi le organizzazioni sindacali hanno lanciato l’ennesimo messaggio con uno striscione che riportava la scritta “Lavoro e ambiente si possono conciliare” .
Vi proponiamo la video intervista a Francesco Liuti portavoce dei No al Carbone.
Lu.Pez.
i “commentatori” diano una lettura almeno a questa sintesi, poi ne riparliamo.
https://app.box.com/s/icq6kc2w0lios0d3lwejr9b0ijgst6jd
Il ragazzo dell’ intervista si capisce subito che ha le idee confuse.. Parla di soluzioni assurde, mette in mezzo altri impianti senza specificare quali, questa è la politica dei NAC e di BrindisiBeneComune! Farsi pubblicità coi dati della disoccupazione (verso cui non hanno una sola idea per uscirne) e delle malattie è fin tropposemplice. Più difficile è capirne le ragioni, difendere più posizioni, la salute certo, l’ ambiente circostante, ma il sacrosanto diritto al lavoro, di chi sfama la propria famiglia e di colpo non può più farlo perchè la “politica” così ha deciso. Mi dispiace cari NAC, tornate sulla Terra, vivete tra la gente, state meno sui blog che vi “inquinano” il cervello e toglietevi ogni tanto il giacchetto da maggiordomo di altri. E’ bello capire e sapere anche solo studiando da sè
D’accordissimo con le tesi di Giorgio!..azzeccato in pieno…un passaggio lo farei sull’agricoltura…pochi ettari di pomodori negli anni 80 sfamavano una famiglia…oggi te li tirano in faccia…la globalizzazione e le politiche comunitarie hanno distrutto il reddito degli agricoltori!!!…non ho capito bene le tesi dei Nac sui rifiuti…almeno per la gestione a breve termine…nei prossimi 20-30 anni???…di rifiuti zero parleremo. tra 150 anni forse…se la societa si evolvera’…
Sull’inquinamento mi chiederei se negli ultimi 7/8 anni la situazione a Br sia migliorata visti i netti cali delle produzioni chimiche e termoelettriche…in particolare la centrale Edipower ferma da dicembre 2012… ma che marciava a ritmi ridotti da anni!…le storie dei Nac forse fanno acqua da tutte le parti???
Daniele, perchè non inviti me a “mangiare a casa tua”?ho lavorato per 7anni e 6 mesi nell’indotto di quella centrale e, fino a prova contraria, lei non sa nulla nè della preparazione tecnica e professionale nè della professionalità di chi ci lavorava o ci lavora tutt’ora…un passo avanti concreto ci sarà solo quando vi spoglierete della vostra saccenza e dei vostri pregiudizi e non smetterete una volta per tutte di farvi scudo dietro le premature scomparse della gente…”i morti in casa” come li chiamate voi, li abbiamo tutti e ci sono in ogni parte del mondo…eppure chi strumentalizza le morti rappresenta solo una percentuale esigua della popolazione mondiale…abbiate il coraggio di guardare un pò più in là del vostro naso, studiate i prodotti che si potrebbero ottenere da successive lavorazioni di questo “fantomatico” (per voi) Css e fate un bel bagno di umiltá…vi misurate con Brindisi che LAVORA, con il mondo che LAVORA….
“Sistemiamo i 200 lavoratori, tra diretti e indiretti, nelle altre centrali in zona che producono energia elettrica”.. Invito i gentili lettori a capire che quando si dice che i NAC sono lontani anni luce dalla realtà si dice una VERITA’! Mi spieghi il genio dell’ intervista dove sarebbero le Centrali in ZONA??? E quali di queste centrali assumerà, senza se e senza ma, 200 addetti? Accordi, convenzioni, ma di che c***o parla?? E passi che ormai dare fiato alla bocca è molto più facile che far funzionare le proprie rotelle, ma arrivare a questo punto, mettersi in ridicolo offrendo spunti di una simile superficialità non aiuta certo a classificare questa gente come “persone informate” come amano definirsi.. Tutto ciò ci lascia capire come sia assurdo anche solo poter pensare di affidarsi a costoro per costruire un dialogo, un confronto basato sull’ analisi obiettiva dei fatti. Mi spiace per loro, avessero meno i paraocchi, si renderebbero conto di quali baggianate li costringono a dire
Sig. Daniele, ma per quanto tempo ancora vi proseguiranno a pagare per raccontare palle?? La storia dei 20.000 disoccupati per colpa dell’ industria è la stessa cretinata del tipo che “a Brindisi il turismo non decolla perchè c’ è il carbone”. Un conto è fornire dati, numeri e presentare delle idee valide sul come e sul perchè, un altro conto è farneticare su salute, ambiente e ora pure su economia e occupazione. Dica a chi le mette queste frasi in bocca di rivedersi la storia di Brindisi! Un territorio che non è in grado di spiccare il volo su niente, men che meno sul turismo (non mi venga a raccontare la storia di Brindisi città turistica che non è mai stata, noi eravamo solo il ponte per la Grecia)che comunque, negli anni d’ oro della chimica, era un valore aggiunto della nostra economia; migliaia di turisti raggiungevano Brindisi per imbarcarsi e quantomeno le attività commerciali ne gioivano. Ora che abbiamo perso uno a uno tutti i nostri punti di forza, non sapendo a cosa aggrapparsi, nominate l’ industria. Siete dei geni, davvero! Sappia mio caro, che non ci fosse stata l’ industria qui, per l’ incompetenza, la pigrizia e lo scarso peso politico che abbiamo, saremmo rimasti una città arretrata. Migliaia e migliaia di famiglie grazie all industria hanno potuto far studiare i propri figli, facendoli divenire medici, ingegneri o avvocati. Non fate del disfattismo puro su tutto, non sapete nemmeno da dove iniziare e pretendete di dare lezioni a chi lavora! Voi che siete il fancazzismo fatto persona. Smettete di seguire i vostri pupari, ragionate coerentemente ogni tanto; e studiate, studiate tanto..
Fino a quando i lavoratori A2A non si daranno una seria svegliata, vinceranno i talebani come li chiami tu. Stanno sonnecchiando da troppo tempo, ci vorrebbe una sommossa e invece stanno ad aspettare la manna dal cielo.
Caro Federico io penso che tu è i tuoi colleghi (sindacalisti e non) siate dei FONDAMENTALISTI INDUSTRIALI che pur di seguire la logica del profitto per se stessi, farneticano idee stravaganti come l’ecoergite. Non capite che il sistema sul quale basate le vostre convinzioni fa schifo e ha creato a Brindisi oltre 20.000 (ventimila) disoccupati.
Vieniamo a mangiare a casa tua visto che hai uno stipendio di 2000 € al mese, o preferisci che metta sul tuo conto il prossimo funerale che mi toccherà da vicino?….tanto tu lavori no?!?
40 persone in rappresentanza di 4 province e 4 associazioni, urlano slogan da talebani sbandierando dati assurdi e incredibili, se la prendono persino con le tesi di Veronesi.
Chiedono la chiusura di un sito produttivo che occupava e potrà continuare ad occupare 250 laboratori che hanno la possibilità di far crescere dignitosamente i propri figli e la famiglia.
Un sito che ha dimezzato la potenza installata e le emissioni portandole abbondantemente sotto le soglie di legge, e che potrà contribuire alla valorizzazione dei rifiuti non riciclabili azzerando le discariche.
Vogliamo fare scelte responsabili per il bene della comunità o inseguire le urla di 4 settari esaltati ?