BRINDISI- Riceviamo e pubblichiamo integralmente la lettera inviata dal Propeller club di Brindisi a firma del presidente Donato Caiulo e del segretario Nicola Zizzi al commissario straordinario Castelli, al comitato portuale e alla Corte dei Conti in merito all’accordo per la dismissione dagli usi militari dell’area Pol del porto di Brindisi.
Con l’arrivo a Brindisi del nuovo Commissario Prefettizio, è stato “parzialmente” sottoscritto a Brindisi, (il Commissario Castelli non ha firmato e si è riservato di approfondire l’argomento) venerdì 11 marzo 2016, nella sede dell’Autorità Portuale, un nuovo Addendum all’Accordo di Programma per la dismissione dagli usi militari dell’area denominata “POL” nel Seno di Levante del porto di Brindisi. Il precedente Addendum del 2012, fu sottoscritto, per il Comune di Brindisi, dal Commissario Prefettizio Pezzuto e prevedeva di dirottare i fondi destinati al banchinamento di Capo bianco, (cui erano stati assegnati nel 2002 a seguito dell’approvazione del Progetto Esecutivo, con Decreto MIT, finanziamenti pari ad € 16.784.849,22, che nell’anagrafe generale degli impegni, perenti dal 2007, ed inesigibili dal 2017, si trovano al capitolo di spesa “7260: Costruzioni a cura dello Stato di opere relative ai porti di prima e seconda categoria, difesa di spiagge nonché escavazioni“), verso l’ampliamento della Caserma Carlotto, nell’entroterra. Tale Addendum fu inviato dall’Autorità Portuale alla Presidenza del Consiglio nell’estate 2012 ma fu prontamente “rispedito al mittente” dalla Presidenza del Consiglio con nota prot. 3397 dell’otto agosto 2012, ricevuta dall’Autorità Portuale di Brindisi il 14 agosto 2012 al n. 8.259 di protocollo. In particolare nella citata nota della Presidenza del Consiglio veniva precisato che la Delibera CIPE n. 143/1999 (All. 1) aveva finanziato gli “Interventi di Bonifica e sistemazione definitiva dell’area ex POL” ed il “Completamento delle strutture di banchinamento Capobianco e il nuovo deposito della Marina Militare” da realizzarsi nel porto di Brindisi.Veniva inoltre precisato nella nota, che la proposta per la riprogrammazione delle risorse assegnate dalla Delibera CIPE 143/99- deve pervenire al CIPE dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (e non dall’Autorità Portuale);- deve essere completa (leggasi Progetti Definitivi, completi delle necessarie approvazioni ed autorizzazioni); – i nuovi progetti devono essere ubicati “nell’area portuale di Brindisi”.
Alcune domande sorgono spontanee:- Se già dal 2012 si sapeva che l’Addendum era “irricevibile” perché si è aspettato, nel silenzio, 4 anni prima di riproporre un nuovo Addendum? – Possibile che nessuno in Autorità portuale si renda conto che tali somme, essendo “in perenzione dal 2007”, possono essere richieste, ai sensi della disciplina amministrativo-contabile (DPR 270/2001), solo per le finalità originarie? (Cioè per il Banchinamento Capo bianco, come il Propeller ha in più occasioni suggerito ). – Perché l’Autorità Portuale conserva nel cassetto il Progetto esecutivo del Banchinamento di Capo bianco, (vedasi Scheda-Progetto AP in All. 2) e non lo inserisce nel suo programma triennale per bandire la gara e realizzarlo invece di ostinarsi a cambiare l’oggetto del finanziamento che equivale ai sensi del DPR 270/2001 ad una sicura perdita dello stesso finanziamento? L’Addendum del 2012 e quello del 2016 giustificano il cambio di strategia dell’Autorità Portuale rispetto all’Accordo di Programma ed alla scelta di realizzare il banchinamento a Capo bianco con il “Protocollo d’Intesa sottoscritto il 26 maggio 2009 a Brindisi tra il MIT, il Comune di Brindisi e l’Autorità Portuale di Brindisi;” (sottoscrittori: il ministro Matteoli, il sindaco Mennitti e il presidente AP Giurgola) che prevedeva il nuovo porto a Cerano ed un ipotetico finanziamento da parte dello Stato di circa un miliardo di €.
Nel 2002 il comune di Brindisi acconsentì a finanziare il Banchinamento di Capo bianco, anche rinunciando alla quota parte (circa la metà) destinata agli “Interventi di Bonifica e sistemazione definitiva dell’area ex POL” perché intravedeva la prospettiva di un futuro spostamento della Marina Militare dal seno di Ponente al porto esterno e quindi la possibilità per la città di riappropriarsi del suo porto interno con un contemporaneo sviluppo ed ampliamento della Base Militare nel porto esterno; c’era quindi una visione prospettica ed una “Politica per la città del futuro”.
Attualmente questa prospettiva e questa “Politica per la città” manca, anzi, nell’Addendum, e nella sua “gestione” si tende a consolidare l’utilizzo del seno di Ponente da parte della Marina Militare, che, prendendo la totalità dei finanziamenti e lasciando al Comune l’onere della Bonifica e dello smontaggio dei serbatoi nell’area ex POL, calpesta persino il principio del “chi inquina, paga”. Auspichiamo che il Commissario prefettizio approfondisca questi argomenti e suggerisca all’Autorità Portuale l’unica strada seria per recuperare tali finanziamenti perenti: bandire immediatamente la gara per i lavori di banchinamento di Capo bianco. Si ricorda che la sottoscrizione di un Addendum che “pretende” di cambiare l’oggetto di un finanziamento in perenzione dal 2007 equivale a certificare la perdita dello stesso finanziamento.
BrindisiOggi
Il mio auspicio che si faccia luce su tanti aspetti che oscurano le verità e responsabilità,a mio malgrado si potrebbe finalmente utilizzare quell’area e destinarla ad una nuova ed efficiente base navale come si e fatto a Taranto, così facendo si ridarebbe alla città ciò che li appartiene, valorizzando ancor più lo splendido porto che la natura ha regalato ai Brindisini e a tutti coloro che vorranno visitarla. Cordiali saluti.
Perché chi ha il dovere di indagare non va a vedere un poco come stanno le cose in questo verminaio che è la autorità portuale? Perché non si danno risposte alle LEGGITTIME domande che questa associazione si pone? Allora che si deve pensare? Ordini dall’alto? Coperture di interessi ? Combine? Preparazione di “colpacci” ? VIA QUESTA AUTORITA’ PORTUALE: NON SERVE A NULLA.