Pronto soccorso del ‘Perrino’ al collasso: “Ecco come decongestionarlo”

BRINDISI – Il Pronto soccorso dell’ospedale ‘Antonio Perrino’ è al collasso. Con la chiusura degli altri nosocomi in provincia la situazione è andata sempre peggio. Pazienti che aspettano anche dodici ore prima di essere visitati. Attese interminabili. La Fp Cgil di Brindisi lancia una proposta su come riorganizzare il lavoro all’interno del Pronto soccorso per soccombere al sovraffollamento.

“Il “Piano di Riordino della rete ospedaliera” avrebbe dovuto correggere le forti criticità che già esistevano sul territorio brindisino, in materia  di organizzazione sanitaria. – scrive Mimmo Stella, coordinatore esecutivo per la sanità – Una delle più macroscopiche emergenze nella sanità brindisina è da sempre rappresentata dal super affollamento del Pronto Soccorso dell’Ospedale “Perrino” di Brindisi”.

La FP CGIL  ha denunciato e segnalato tale aspetto: “bisognava partire dal decongestionamento dell’Ospedale “Perrino” e dalla bolgia del suo Pronto Soccorso per riorganizzare la nuova rete ospedaliera della Provincia, pur rispettando i vincoli di bilancio. In realtà, si sta facendo esattamente il contrario, contribuendo al momento, all’accentramento di ulteriore utenza riveniente dalle programmate dismissione dei Pronti soccorsi e degli Ospedali che orbitavano intorno al “Perrino”, come  San Pietro Vernotico e Mesagne senza contestualmente attivare nuovi servizi. Nel frattempo il “Perrino” di Brindisi sta letteralmente implodendo e a nulla serve, aver lasciato due ospedali “monchi”, Ostuni a nord e Francavilla F. ad Ovest”.

“Il Piano di riordino della rete ospedaliera andrebbe corretto, almeno in terra di Brindisi. Qui non si rivendica il prestigio dell’Ospedale sotto al proprio campanile o a mantenere lo status quo ma la necessità di garantire servizi necessari, umani e civili per il nostro territorio. Ascoltare, prendere coscienza di alcuni errori e correggere un percorso è un atto umile ed intelligente oltre che saggio”.

“Il sovraffollamento del Pronto soccorso del “Perrino”  è una emergenza e come tale andrebbe trattata. Sarebbe un errore grossolano, pensare che Il problema  si possa ridurre semplicemente rimpinguando il personale che pure manca. Per la FP CGIL c’è bisogno infatti di attuare da subito, alcuni semplici accorgimenti che potrebbero attenuare di molto le criticità esistenti. Non è pensabile per esempio che dalle 20 della sera alle 8 del mattino successivo, in tutto il “Perrino”, ci sia la sola presenza di un Cardiologo che oltre a garantire la salute dei pazienti in una Terapia Intensiva coronarica, al collasso per numero di posti letto e di un corposo reparto di cardiologia, deve cercare suo malgrado e a stento a trovare il modo ed il tempo per svolgere nel migliore dei modi, le numerose consulenze che salgono dal Pronto soccorso, con tempi di attesa per l’utenza che diventano estenuanti”.

“Peraltro è divenuto improcrastinabile, l’ubicazione di un pronto soccorso cardiologico, annesso alle sale dell’ OBI dello stesso PS, anche durante le ore diurne. Così si eviterebbero lunghi spostamenti, su piani diversi, con l’impiego di personale ausiliario che non è mai abbastanza e tempi di attesa che si prolungano inevitabilmente ma contestualmente si darebbe più sicurezza al paziente/utente. Allo stesso modo, non si può pensare che dalle 20 in poi ci sia un solo medico di “Guardia Interdivisionale” che oltre a garantire la salute ai pazienti ricoverati in Geriatria, Medicina e Malattie Infettive, durante le ore serali e notturne, deve trovare il modo ed il tempo per effettuare in reparto anche le innumerevoli consulenze provenienti dal Pronto Soccorso”.

“Anche in questo caso andrebbe organizzata la presenza di un Medico internista nelle sale annesse al Pronto soccorso, per gli stessi identici motivi di cui sopra e si dovrebbe valutare la presenza di altre figure specialistiche, come per esempio il Neurologo. Stessa cosa succede per i Tecnici di Radiologia (TSRM), oramai da tempo è appurato l’enorme carico di lavoro per l’unico TSRM addetto alla radiodiagnostica del PS. Qui Infatti, il Tecnico di radiologia non riesce a sopperire durante il giorno e la notte, all’elevato numero di esami, soprattutto se contestualmente arrivano alcuni politraumi e anche per questa evenienza si allungano di molto, i tempi di attesa, nelle sale del PS. Per tale motivo, bisognerebbe affiancare una seconda unità di TSRM alla radiodiagnostica del PS. Mentre è necessario aprire con urgenza un ambulatorio ortopedico con annessa sala gessi, nella fascia oraria 8-20, sia a Mesagne che a San Pietro V., per il trattamento della piccola traumatologia. Sono questi, solo alcuni semplici correttivi che suggeriamo e che a nostro parere, occorrerebbe prendere in considerazione, senza l’ausilio della bacchetta magica, se si vuole realmente e seriamente contribuire ad iniziare a decongestionale lo tsunami di utenza che stazione per troppe ore nelle sale del Pronto soccorso del “Perrino””.

BrindisiOggi

4 Commenti

  1. Ricordate Vendola con le sue promesse elettorale disse: fuori i politici dalla sanita’, bene la nomina dell’attuale dirigente fu’fatto nella notte mentre era gia stato nominato e publicato dai media di uno che di sanità ne aveva tutti i requisiti. Che bella manovra e da dargli il premio Nobel. I risultati sono evidenti a tutti

  2. Molte volte l’informazione e ceca, il pesce puzza a i niziare dalla testa.

    sono che le cose con questo andazzo peggioreranno sempre di più.

  3. Giusto!!!! sono d accordo con l articolo siamo umani e dobbiamo metterci la mano sulle nostre coscienze ,la chiusura dei piccoli ospedali è stato un errore che aimé potremmo pagare anche con la nostra stessa vita , perché fin quando stiamo bene va’ tutto bene ma se un giorno mai avremmo bisogno di urgenza e andare nell unico reparto che abbraccia tutta la provincia di Brindisi,o per carenza di personale o per carenza di attenzione e troppo caos ,come spesso sta accadendo ,morire per non essere stati soccorsi in tempi giusti , è da Bestie ,siamo umani o animali?

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