INTERVENTO/ Il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) non è una delle tante sigle coniate dalla politica. Si tratta, invece, di una grande opportunità che viene offerta all’Italia per superare la crisi e per riprendere la strada dello sviluppo.
Il punto di partenza, in aggiunta alla disponibilità di ingenti risorse, è quello di realizzare delle riforme in grado di superare gli ostacoli incontrati sinora (a partire dalla burocrazia. E non certo per responsabilità dei burocrati, ma per il mancato varo di norme di facile interpretazione).
Del resto, il messaggio del Presidente Draghi è ben chiaro: “L’Italia deve combinare immaginazione, capacità progettuale e concretezza per consegnare alle prossime generazioni un paese più moderno, all’interno di un’Europa più forte e solidale”. Ed è in questa direzione che dobbiamo operare, integrando l’azione di tutto il “Sistema paese”!
Certo, bisogna far presto, se è vero che la rendicontazione degli interventi dovrà essere ultimata entro il 2026. Da qui l’esigenza di un cronoprogramma che il Governo ha messo in piedi e che dovrà essere rispettato da tutti.
Nessuno può ignorare (ed il riferimento è sia alla politica che alla macchina burocratica), però, che il paese non è più quello di prima. L’avvio dell’emergenza sanitaria (31 gennaio 2020) e del lockdown (11 marzo 2020) hanno cambiato definitivamente l’Italia e nell’azione quotidiana nessuno può far finta che nulla sia accaduto.
La filiera dell’edilizia è sicuramente uno tra i comparti che potranno offrire un valido contributo al raggiungimento degli obiettivi prefissati nell’ambito del PNRR. A condizione, però, che non si ignorino le difficoltà negli approvvigionamenti, gli aumenti spropositati dei materiali, i costi per energia e carburanti in costante ascesa. Sono problematiche note a tutti, ma che nessuno affronta con la dovuta determinazione “risolutiva”!
Un esempio? I Comuni più organizzati sono partiti anche in Puglia con le progettazioni degli interventi candidati a finanziamento con i fondi del PNRR, ma si stanno utilizzando i prezziari ante-pandemia (in Puglia siamo fermi al 2019) e questo rischia di generare quadri economici non veritieri, con il rischio concreto del blocco delle opere nella fase di realizzazione.
Bisogna correre immediatamente ai ripari! In Puglia la Regione ha varato (legge n. 16 del 7 luglio 2020) una legge con cui si obbligano enti e stazioni appaltanti di opere pubbliche a tenere conto del prezziario della Regione Puglia. I ritardi nell’adeguamento di tale Prezziario, pertanto, rischiano di compromettere la realizzazione di tutto ciò che si è stabilito di costruire nei nostri territori. Ecco perché non c’è un istante da perdere e bisogna correre ai ripari.
Ne va del nostro futuro e la posta in gioco è la modernizzazione dell’intera Puglia che ben difficilmente si potrà realizzare con risorse differenti da quelle del Recovery Found.
Noi di ANCE siamo pronti a dare il nostro contributo alla soluzione del problema, con spirito di servizio e con amore autentico per la nostra terra.
Angelo Contessa – Presidente ANCE Brindisi
Commenta per primo