Produttore di canapa light : “Sono in regola ma da due anni combatto per riavere la mia azienda”

BRINDISI- ( Da Il7 Magazine) Produttore di canapa light : “Sono in regola ma da due anni combatto per riavere la mia azienda, mi hanno sequestrato tutto”. Angelo Milone è un imprenditore agricolo  di Mesagne e da 23 anni opera nel settore della produzione di canapa. La sua azienda dal 2019 è sotto sequestro e lui è in attesa di un processo. “Hanno messo i sigilli alla mia attività dopo un controllo durante il quale sono state trovate sei piantine di canapa sul terrazzo della mia azienda dove io stavo facendo germogliare tardivamente alcuni semi- racconta- non è bastato eliminare quelle piantine che normalmente si trovano nella serra ma hanno proceduto con il sequestro di tutte le piantagioni”.  Settore della canapa è regolamentato da una legge dello Stato, la 242 del 2 dicembre 2016, che ha rappresentato una svolta decisiva per aiutare gli operatori del settore ad avere un punto di riferimento decisivo per discriminare con certezza, almeno in linea teorica, le attività lecite da quelle illecite. “Sono ben consapevole di svolgere il mio lavoro, anche se da una minuscola dimensione- spiega Angelo-in un mondo dove la forza economica e territoriale dei poteri criminali costringe l’azione repressiva e di controllo degli Stati ad operare a larghissimo raggio. Come pure mi sono ben presenti l’ignoranza e i retaggi di culture tarde a tramontare più propense a fare di ogni erba un fascio (…e mai metafora più azzeccata). Né mi sfugge che la prospettiva del facile guadagno vede l’improvvisarsi di attività agricole dissimulate che naturalmente inquinano il mercato, confondono l’opinione pubblica e mettono sull’allerta le forze dell’ordine. In questo contesto l’unico modo per “distinguersi” è seguire nella maniera più rigorosa possibile le prescrizioni normative che sono impegnative e stringenti”. Angelo conosce bene la legge e si occupa di canapa dal 1998, ossia da quando come studente universitario di Scienze Ambientali entrò a far parte di Assocanapa. Nel 2000 ha piantato il suo primo campo di canapa che purtroppo poco dopo gli fu raso al suolo da alcuni vandali. “Feci una denuncia- racconta- ma le indagini non portarono a nulla. Non mi sono arreso, ho sempre pensato che seguendo la legge si potesse svolgere tranquillamente questa attività e l’ho fatto. I primi anni sono stati difficili in termini di impegno e risorse economiche. Non ho mollato e finalmente quattro anni fa ho rimesso in moto la mia attività. Mi son confrontato con una azienda di San Vito dei Normanni e da lì è partito tutto. Il primo anno ho prodotto 7 chili , il secondo ho raddoppiato ed il terzo stava andando anche meglio e finalmente stavo recuperando le spese. Poi tutto si è fermato”. Angelo Milone investito molto in questa attività , è un agricoltore bio convinto, non usa agenti chimici e conosce molto bene la materia.

“Come imprenditore agricolo nell’attività di coltivazione della canapa light sono tenuto, nel processo di lavorazione del seme, a conservare la fattura di acquisto e il cartellino che ne attesti la certificazione che va presentato in ogni controllo. La scelta delle sementi dipenderà anche dal proprio scopo- spiega-  Una cosa è, ad esempio, investire in un impianto di produzione di canapa per l’utilizzo industriale delle fibre che si possono ottenere da tale pianta, e una cosa è invece quello di coltivare canapa per sbarcare sul mercato alimentare, e così via. Essendo la mia attività qualificata come agricola, ho aperto una partita Iva, devo assolvere agli obblighi previdenziali e assicurativi ed, infine, devo fornire giusta comunicazione della attività alla più vicina stazione delle Forze dell’ordine”. Il suo è stato un investimento importante, convinto che il mercato così regolamentato possa funzionare.

“E’ stato necessario un forte investimento in termini di strumenti di lavorazione agricola e relativi macchinari, oltre l’appropriato uso di fertilizzanti e\o concimi, ho dovuto dotarmi di locali di essiccazione e di serre, estrattori, condizionatori di temperatura e umidità e ventilatori grandi o piccoli e di barili per conciare il prodotto, oltre che di tanto lavoro fisico- prosegue- Indispensabili sono inoltre l’apporto di consulenze professionali nel processo di lavorazione e di quelle giuridico fiscali. Una serie quindi complessa e costosa di investimenti per poter operare con una buona produttività e all’interno delle normative previste dalla legge. Credo sia giusto far sapere, infine, che per poter vendere il proprio prodotto questo dovrà essere prima analizzato presso un laboratorio abilitato per verificare che il contenuto complessivo di Thc (tetraidrocannabidiolo, uno dei principi attivi principali della canapa) della coltivazione risulti superiore allo 0,2% ed entro il limite dello 0,6%. Quando il prodotto viene trasportato o spedito oltre al DDT di trasporto, è consigliata la dichiarazione di semina, la copia delle analisi, copia della visura della camera di commercio. Tutta questa documentazione è necessaria poiché questi fiori di canapa sono esattamente uguali, all’aspetto, a quelli di “marijuana” e servono per poter distinguere in modo netto che cosa si coltiva, o si trasporta o si vende”. La Canapa è una pianta molto conosciuta e da questa, notoriamente, si produce la marijuana, che è il fiore della Canapa. Ma innumerevoli sono i prodotti che si possono ottenere da questa pianta: dalla fibra alla carta, alla biomassa, dai semi e quindi alle farine, dagli oli alle infiorescenze e tanto altro. Il mio campo di azione è proprio il fiore di canapa industriale, meglio conosciuto come “cannabis light” e devo operarvi nel rispetto della Legge 242 del 2016 e di una importante e recente sentenza della Cassazione (la n. 30475 del maggio 2019) la quale ribadisce che considera lecita “unicamente l’attività di coltivazione di canapa delle varietà ammesse e iscritte nel Catalogo comune delle varietà delle specie di piante agricole, ai sensi dell’art. 17 della direttiva 2002/53/CE del Consiglio, del 13 giugno 2002 e che elenca tassativamente i derivati dalla predetta coltivazione che possono essere commercializzati. In virtù di tutto questo è giusto che vengano effettuati i controlli ma le procedure al momento sono lunghe e farraginose. “La legge prevede che le autorità competenti possano effettuare i necessari controlli, compresi i prelevamenti e le analisi di laboratorio, sulle coltivazioni di canapa- dice Angelo- Ma proprio per le ragioni appena sintetizzate in precedenza non è difficile, purtroppo come nel mio caso, essere sottoposti a controlli che non chiariscono nell’immediatezza che tipo di canapa si sta coltivando ed è necessario un doloroso e tormentato iter giudiziario per poter esporre le proprie ragioni con adeguate documentazioni. Nel frattempo però si ferisce la sensibilità e la dignità personale e dei propri cari, si vede sospesa l’attività imprenditoriale con conseguenze sul sostentamento della propria famiglia e altro ancora. Un tunnel che ovviamente attraverserò, con l’assistenza legale necessaria e col conforto delle persone più care che da sempre sanno chi sono e cosa faccio, perché credo moltissimo nelle enormi ricadute positive di questo prodotto e dell’attività economica che ne deriva”. Angelo Milone in questa odissea legale è assistito dall’avvocato Andrea Casamassima. La strada è ancora lunga ma  lui non ha intenzione di arrendersi. “L’attività di coltivazione della canapa light è un campo che non è certo il sottoscritto ad aver inventato o creato- conclude- ma mi onoro di essere stato tra quelli che ne ha colto le potenzialità in tempi remoti e forte di queste esperienze e conoscenze vorrò portare fino in fondo la difesa della mia attività professionale”.

Lucia Pezzuto per Il7 Magazine

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