BRINDISI – La sentenza di primo grado aveva escluso il risarcimento danni alla Provincia di Brindisi nel processo per le polveri di carbone del carbonile e del nastro trasportatore di Enel, ma la Corte d’Appello di Lecce ribalta la decisione e riconosce un risarcimento. Questo dovrà essere quantificato in separata sede. L’ente di via De Leo allora guidato da Massimo Ferrarese aveva richiesto 500 milioni di euro di danni. Enel Produzione ha annunciato di voler impugnare in Cassazione la correzione fatta dal tribunale di secondo grado. Confermata per il resto la sentenza del tribunale di Brindisi con le due condanne ai manager Enel , e l’estensione dei risarcimenti anche ad altri agricoltori proprietari di terreni vicini al nastro trasportatore della centrale Enel di Cerano. Confermata la pena di nove mesi di reclusione con la sospensione condizionale per Antonino Ascione e Calogero Sanfilippo. Prescritti i reati per Sandro Valery e Luciano Mirko Pistillo. Erano quindici in tutto gli imputati, undici sono stati assolti nel giudizio di primo grado. Il reato contestato getto pericoloso di cose e danneggiamento aggravato.
Enel in una nota ha scritto: “Con riferimento all’ordinanza della Corte d’Appello di Lecce che ha accolto l’istanza di correzione della sentenza proposta dalla Provincia di Brindisi riconoscendo la sussistenza di un errore materiale e quindi il diritto generico della Provincia al risarcimento dei danni, le difese di Enel Produzione evidenziano che dal dispositivo della sentenza non emergeva alcun elemento da cui desumere che la stessa Corte nel febbraio avesse accolto la domanda risarcitoria della Provincia e che, pertanto, detto profilo sarà oggetto di ricorso davanti alla Corte di Cassazione. La domanda risarcitoria della Provincia, in ogni caso pur a seguito di detta ordinanza, risulta accolta in parte e solo genericamente. La quantificazione dei presunti danni, infatti, dovrà essere discussa in uno specifico giudizio civile”.
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