BRINDISI- Dopo la Provincia e il Comune anche alcuni movimenti ambientalisti annunciano che chiederanno la costituzione di parte civile nel processo contro i 13 dirigente dell’Enel per l’inquinamento di polveri carbone della centrale Federico II di Brindisi. Il gruppo No al carbone rappresentato in consiglio comunale da Riccardo Rossi, e i movimenti di Salute Pubblica e Medicina democratica, assistiti dall’avvocato Stefano Palmisano chiederanno di essere riconosciuti come parte lesa nel procedimento giudiziario. Sempre che ci sia una fase dibattimentale. “Enel, ci vediamo in tribunale”, si legge così sui volantini che saranno distribuiti in città dai tre movimenti. Nelle prossime settimane saranno allestiti dei banchetti nel centro cittadino per raccogliere le firme affinchè simbolicamente tutti i cittadini si sentano parte offesa. “La richiesta che poteremo in giudizio- ha spiegato l’avvocato Palmisano- sarà quella di danni da lesione di cittadinanza attiva. Quello che intanto ci auguriamo è che si avvii il processo e quindi la fase dibattimentale, non come è accaduto per le morti di Cvm del Petrolchimico, dove è stato tutto archiviato nonostante il gran numero dei decessi”.
Il 12 dicembre prossimo, 13 dirigenti dell’Enel e due imprenditori dovranno presentarsi in Tribunale per rispondere delle accuse mosse nei loro confronti in merito all’inquinamento delle polveri di carbone dell’Enel sui terreni lungo il nastro trasportatore di Cerano. I dirigenti della società elettrica sono accusati “in concorso tra loro, dal 2000 sino ad agosto 2011, ognuno per la propria funzione, di aver partecipato ad un medesimo disegno criminoso avendo scaricato, trasportato, stoccato milioni d tonnellate di carbone in un carbonile scoperto di 125 mila mq, omettendo di adottare e comunque proporre soluzioni per scongiurare la ripetuta diffusioni di polveri di carbone oltre il recinto aziendale”.
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