ROMA- Come il primo giorno di scuola per quattro dei cinque parlamentari brindisini. Oggi a Roma prima seduta delle Camere. Emozionati i neo deputati, alcuni di loro raccontano la loro prima esperienza a Montecitorio sui social: tre grillini Luca Giovanni Aresta, Marina Macina e Valentina Palmisano, e l’azzurro Mauro D’Attis.
Proprio quest’ultimo ha fatto sapere che oggi avrebbe indossato la cravatta che diversi anni fa gli fu regalata da Cossiga. “Ero un giovanissimo innamorato della politica – racconta D’Attis- soprattutto di quella portata avanti da Silvio Berlusconi al quale mi uniscono 25 anni di battaglia sul campo. Ad un congresso ebbi l’occasione di intervenire davanti ad un
compiaciuto Presidente Francesco Cossiga che poi volle omaggiarmi con un gesto che significa molto. Lui era seduto in prima fila, si alzo’ in piedi quando scesi dal palco dopo il mio intervento, si tolse la sua cravatta e me l’annodo’ al collo. Cossiga mi disse di indossare la sua cravatta con un gatto mammone ricamato a mano come un piccolo stemma il primo giorno da parlamentare. Quel giorno sembrava fantascienza, ora invece sono qui’ e la prima certezza sara’ proprio la cravatta”
Primo giorno al Senato anche per Luigi Vitali, coordinatore regionale di Forza Italia. Per lui un ritorno romano, ma questa volta da senatore, dopo l’incarico di sottosegretario alla Giustizia e da onorevole.
All’ordine del giorno l’elezione dei presidente delle due camere, ma stando alle ultime novità politiche pare i nomi non arriveranno oggi. Forza Italia attraverso Brunetta ha fatto sapere che avrebbe votato scheda bianca. Tutto rimandato a domani.
Aresta e Macina sono stati eletti nell’uninominale, nuovi alla politica. I 5Stelle in Puglia hanno fatto l’en plein, Palmisano è stata invece ripescata, mentre D’Attis e Vitali, da sempre esponenti di Forza Italia, occupavano il primo posto nei listini azzurri.
Dopo 12 anni la città di Brindisi torna ad avere un rappresentate in Parlamento, l’ultimo fu Giovanni Carbonella (allora Margherita)
BrindisiOggi
Foto di copertina: dalla pagina Facebook di Mauro D’Attis
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